giovedì 9 aprile 2015

N. PARDINI: "CANTI D'AMORE DA "ALLA VOLTA DI LEUCADE""

Nazario Pardini: Alla volta di Lèucade
Viareggio. 1999


Saffo  dalla rupe di Lèucade


Di tarda estate

Di tarda estate urlavano preghiere
i girasoli dalle teste prone
alle sere vitali e ancora vedo
la loro fronte bruna sopra i tepali
dei papaveri sghembi. Scendevamo
sopra i letti rosati delle rene
tiepide di bagliori, la cui aria
ancora mi saluta con le vele   
tremolanti di un cielo biancicante 
di bonaccia. Uscivamo dalla schiuma    
col mare tra le braccia e salivamo          
lo stretto calle aperto all’orizzonte
che chiamavamo la terrazza al mare
dei poveri irrequieti. E le giornate
trascorse alla deriva in mezzo ai colli
dei paesetti dalle torri in pietra.
In quelle bottegucce di campagna
(che più non troverei) ad assaggiare
locali sangiovesi sotto sguardi
curiosi di paesani. Inutilmente
la notte rincorreva il giorno in fuga
dai nostri desideri abbarbicati
alla vita preziosa di un settembre           
che sembrava tutt’altro che mortale
per gli amori spavaldi. Rivedere
i naturali toni da Manet
chiusi in cornici degne dell’autore
equivarrà ad udire quelle grida
smemorate dall’ansia di un eterno
forse troppo lontano. Ed io memoria
mi donerò ai tuoi gessi color rame
per ritrarre un’alcova. Guarderò
ritornare un viale proprio eguale
a quello di un settembre. Già si adorna
di sguardi spersi in seno agli scolori.



Ti donerò del vischio

Ti donerò del vischio. Nel viale
del mio pineto spruzza un bel profumo
di roveto. Si arrampica con tale
snellezza che non ha bisogno alcuno
di tenersi per terra. Vive d’aria
di bosco qui da me; è verdicante
nel gambo e nelle foglie, da cui svaria
nel perleo delle bacche. Svolazzante
su nel cielo, non prende nutrimento      
dal terriccio del suolo e riesce in viso
- quale candida e diafana creatura
di celtica memoria - in un concento
singolare con te che nel sorriso
ilare di speranza ti fai pura.





Di tra gli ulivi               

Di tra gli ulivi un canto ed un sorriso
si sparsero nell’aria a primavera
ad ingannare gli alberi di sogni.
Sei tu ch’esisti ancora di profumo
di pelle di limone. è là che regni            
ov’io mi reco a chiederti menzogne.

E primavera
piovigginando sciami di fruscii              
canta il tuo nome
che porta a me profumi di viola.




Un dono

Un grande sogno vorrei fare, bello.
Che a settembre scendessero le stelle
a regalarmi un luccicante anello             
con sopra incastonata una di quelle.

E magari per te la mia fortuna
mi portasse la luna di settembre
a inargentarsi sopra a un cerchio d’oro
di tenere comete luccicante.

Insomma ti vorrei donare un sogno,
mio amore, donna, madre, dolce amante,
un sogno da intonare al tuo settembre.          





è qui con noi settembre

è qui con noi settembre. Chiude l’occhio
da prono girasole ad occidente
in una cattedrale immensamente
aperta e dardeggiata dai rosoni.
Si spoglia dei preziosi, li depone
nelle segrete stanze e resta qui
soltanto come un cielo che regala  
lo stesso filo d’oro dopo un’ora     
o una vita in cui ci siamo amati                             
egualmente in un angolo del mondo
che è la terra.
Non c’è da ricordare. Anche se
sembrerebbe al buiore di gennaio
tanto eguale stanotte, la memoria
è sepolta e con noi vive la vita.
Il tempo non ha tempo; si è fermata
per eterno la sfida dello scoglio
munito dello scudo contro il vento;
partorirà la fronda eternamente
le stille della ragia ed un presepio
eternamente tremulo la notte.

Di certo sperderà questo settembre
i nostri corpi in seno alle conchiglie
insensibili ai flutti. E noi saremo
profumo di scogliera sulla baia
di flebili frangenti di memoria.





Di notte a luna piena

Di notte a luna piena
le tue magliette bianche
traspariscono diafane
sul filo. Sembra quasi
che volino come anime
sopra le cose povere
del cortile in penombra
all’aria di settembre.









4 commenti:

  1. Un calice pieno di ambrosia la lettura di questi canti, estasi pura. Un regalo immenso che l’autore porge come fosse un fiore.
    Molto, molto apprezzato, in questa selva piena di rovi.
    Grazie Professore.
    Serenella Men

    RispondiElimina
  2. Carissima Serenella, i suoi apprezzamenti, forieri di emozioni, mi giungono veramente graditi.
    Nazario

    RispondiElimina
  3. Con l'ammirazione di sempre perché la tua poesia, caro Nazario, nel leggerla mi riconcilia col mondo. Grazie
    Emma Mazzuca

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, carissima Emma; la tua è poesia su poesia.
      Nazario

      Elimina