Maria Rizzi collaboratrice di Lèucade |
Maria Rizzi, nata a Bologna nel 1957, si laurea in Sociologia a Napoli nel 1980. Da 26 anni vive a Roma con il marito e due figli. Pubblica nel 1991 il primo volume di poesie "Il coraggio di scegliere le ali" (Edizione del Leone), nel 1995 "I cancelli del vento" (Firenze Libri), nel 1997 "Siamo nuvole" (Club degli autori Melegnano). Nel 2000 il libro "Aironi nel vento" segna l'inizio della collaborazione editoriale con la Casa Editrice Menna. Nel 2001 il libro "Ombre di sogni" nasce dal bonus della Casa editrice Menna per il conseguimento del primo premio. Nel 2003 comincia a cimentarsi in prosa e i suoi racconti ottengono immediati riscontri nei vari concorsi. La prima novella "Tante piccole vite", insieme alla silloge di 25 liriche, le consente di ottenere ad Avellino il Trofeo "Verso il Futuro". "Anime graffiate" è la sua prima opera noir.
Recensione
a
“Anime Graffiate" di
Maria Rizzi
Cara Maria,
bellissime le foto ! lasciano
immaginare momenti di viva partecipazione e coinvolgimento dei presenti,
( tanti!), dei giovani in particolare, la cui conoscenza di un mondo
" bruto" che trama nell'ombra, seminando corruzione, malvagità e
squallore di ogni genere, sia indispensabile per sensibilizzarli all'impegno di
farsi loro stessi mattoni e cemento per costruire un mondo migliore.
Questo, e non solo , a mio
modestissimo parere, è il delicato messaggio che viene dalla tua voce,
ferma come un monito, dolce come il sorriso di un bimbo.
"Anime Graffiate", è una
storia che sconvolge e coinvolge allo stesso tempo, per la crudele realtà
immaginata , ma così vera nei contenuti che basta sfogliare un qualsiasi
quotidiano, per ritrovarla nella sua interezza.
Il merito sta tutto nella straordinaria
capacità narrativa che cattura l'attenzione, e forte è la voglia di
assaporare la storia, boccone dopo boccone, sia nella sua amarezza sconfinata ,
sia in quella dolcezza di pura poesia che si coglie spesso, come
brezza improvvisa, nel chiuso di un covo soffocante.
La voce delle ragazze , resa sottile ,
ingenua , quasi infantile, da un gioco linguistico di grande
valenza letteraria; l'ingenuità dei loro pensieri, l'esigenza delle loro
carni oltraggiate, di amore puro; il tutto espresso in domande semplici,
spontanee, che aprono , come chiavi magiche, luoghi dell'anima
dove soffiano ancora venti di primavera.
Già l'incipit, pur nella sua tragica
realtà, ci regala, con pennellate eccelse , il pathos
"armonioso"che nasce dal paradosso degli estremi,
... la ragazza
...rannicchiata contro un cassonetto. Esile, piccola, ricorda pateticamente un
feto nel grembo materno.
E' il dipinto di una bellezza
sconvolgente!
Una creatura trovata morta
nello squallore di una solitudine annichilente, trasfigurata in
vita pulsante nella gioiosità di un seno materno.
Tentativo estremo della potenza dell'amore
materno a ridare vita... (...Quando ancora/ il mio ventre di tormento/
porta gemme roride di vita / a rompere i silenzi siderali/ tu sei/ luce e vita
e labbra/ di sogno nel seno lacerato... )( a Dominick)
e ancora forse, una nota sottesa e
misericordiosa per quello sconosciuto grembo inaridito dalla miseria che
ruba anche la coscienza.
Tutto il racconto è un continuo snodo di
amore e miseria, di fitte zone d'ombra e di fasci luminosi di ingenuità e
purezza, di fragilità e incomprensione , di ribellione e di mano tesa, come
corda sul punto estremo di un precipizio.
E, in questo evolversi continuo di
eventi, ricco di intrecci imprevedibili di grande maestria narrativa, scorre,
come acqua sorgiva, la speranza, un sole che riesce a filtrare tra nuvole
dense di sconfitte, di amarezze e lampi di disperazione e, penetrando in
profondità, genera catarsi, energia positiva che si dona magnanima
in un afflato di solidarietà di profondo impatto emotivo .E, quando tutto
questo ti arriva dentro, nell'incalzare del racconto, il
coinvolgimento è assoluto nella visione di un mondo variegato
di sentimenti forti, contraddittori spesso, brutali a tratti, mescolati
con arte, come i colori su una tavolozza e che, sorprendentemente,
restano integri nella loro purezza, laddove la mano del cuore calda e
leggiadra riesce a dipingere con sublime poesia, in
tanta oscurità, cieli di colombe che stemperano e illuminano il graffiare
gracchiante dei corvi.
IL lupo abiterà con l'agnello... il
lattante giocherà sulla buca dell'aspide... il bambino divezzato metterà la sua
mano nel covo della vipera ... non si farà male, né distruzione...(Isaia 11, 1-
16).
E, nell'intervallo tra gli eventi o anche,
nel loro stesso contesto, invisibile e saggia, come solo sa essere
la voce della coscienza, c'è la pausa riflessiva, quasi un
avvertimento," attenzione" ,sottile e
delicato come soffio d'aria, perché mai nessuno possa avere la presunzione di
asserire di non sbagliare, specie quando il fattore determinante
può essere, ahimè, la passione per il proprio lavoro, la corsa ai sogni, la
imprudenza di fare esperienze azzardate o fuori tempo, il gioco pericoloso dei
sentimenti.
Insomma, la vita stessa che ci
travolge e che spesso noi non sappiamo modulare a tempo e ritmo con
altre esigenze che nascono da nuove realtà.
... I figli crescono in fretta non
basta continuare a proteggerli, serve stringere i pugni e affrontare i loro
umori nuovi con la forza, l'attenzione. Poca cosa l'affetto, talvolta.
Nota amara che sconvolge e
responsabilizza per tentare strategie di comportamento che concilino il tran-
tran quotidiano, con il dono reciproco di attimi d'amore che lascino orme in
profondità , semi di vita, note di cuore.
Dove sono le colpe?
Chi è senza peccato scagli la prima
pietra!
Occorre vivere come se fosse
importante.
Sì, cara Maria, è importante
vivere la vita, sempre, anche quando senti che il cielo è turbine
che ti investe trascinandoti in un precipizio senza appigli ma,
si può sempre sollevare lo sguardo per intravedere una speranza di
luce e
... un infinito sentiero per
immaginare.
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