Ninnj Di Stefano Busà collaboratrice di Lèucade |
Ogni cosa resta solo sognata
È darsi appuntamento, lasciare il fuoco
acceso,
qualcuno di noi due che chiama a
intermittenza,
lungamente, dalla soglia del cuore
a fare la differenza
Una mano che si allunga sui tuoi occhi,
sul volto e sulle labbra come una carezza,
o un sole che ti scalda.
Ogni cosa resta solo sognata,
anche l’itinerario del viaggio, la corsa,
per giungere in tempo a stringersi la
mano,
sapere
che non è
un luogo mancato, né una chimera
aver posato lo sguardo nei tuoi occhi.
Tu non chiederti se c'è felicità, oltre la
nostra,
non dare per scontato quel che ci accomuna.
É solo una fede nelle parole
quella che ci riserva il tempo:
la felicità del poco o del niente – l’attimo
-
quell’istante che graffia, traccia il
segno
sui mattini del mondo. Il sogno poi non
tiene,
i giorni andranno come nuvole
nel cielo di cobalto.
Ninnj Di Stefano Busà
Poesia sofferta, ricca di implicazioni metaforiche, essenziale, eppure apportatrice di emozioni consolanti, a suo modo dolci, e piene di speranze e pudore...di calibrata, misurata eppur vitale malinconia
RispondiEliminaAttendere, aspettare, chiamarsi, “lasciare il fuoco acceso”…: la mano che si allunga, lo sguardo che cerca..immagini di fede nelle parole, nel canto, felicità del poco o del niente
Non importa se forse è chimera, sogno: l'amore è comunque un luogo di sicurezza, un sogno: è importante la persistenza della fede, la fede che quel poco o tanto che si riesce a ghermire alla sognata felicità non è scontato. Messaggio importante, malinconia fiera, quella della poetessa, creatività di sentimento che si fa pensiero, canto, speranza, preghiera
M.Grazia Ferraris
Canto di resurrezione, di fede, di armonia fra i due volti dell'umano:
RispondiEliminail sogno, la realtà; la speranza, la delusione; il tutto e il poco: è nelle vene della Poetessa ri-cercare quell'equilibrio fra gli opposti che è l'alimento primo della pace dell'anima. E d'altronde il sogno fa parte della vita con tutto il suo bagaglio esistenziale che si porta dietro fino alle soglie dell'indicibile, dell'inarrivabile. Ed è il sogno che completa l'inquietudine umana; dacché l'uomo, cosciente della sua pochezza, si affida all'onirico, alla possibilità dell'impossibile, alla realtà dell'irreale, alla felicità dell'infelicità anche se: "Il sogno poi non tiene, i giorni andranno come nuvole nel cielo di cobalto". In quel cielo che si dona solo agli slanci, alle fughe della grande poesia.
Nazario
Amici carissimi era un po' di tempo che non visitavo il blog. e mi erano sfuggiti questi 2 vostri bellissimi giudizi sulla mia poesia. Vi dico grazie, sono entrambi pertinenti e molto lucidi sull'esigenza di una speranza che illumini e si faccia pensiero d'amore o magari preghiera malinconica per una felicità che non è scontata, ma solo immaginata o sognata, (proprio come recita il titolo). Ringrazio sentitamente.
RispondiEliminaNinnj Di Stefano Busà