sabato 21 maggio 2016

EDDA CONTE: "PRESENZA", RACCONTO

“… Nell'isola si racconta che nelle notti di luna piena ogni  pescatore perduto tra le onde  torni  a visitare  la sua casa.
Si dice anche  che chi passa vicino alla casupola  di Presenza, ormai nascosta tra i cespugli di cisto , può udire  un  dolce  canto che il vento  porta verso il mare…”

Un racconto psicologico, dove tutto collabora ad un approfondimento interiore: gli arbusti mediterranei, i gabbiani, la casupola, l’isola. La solitudine fa da personaggio principale nella narrazione; e l’isola stessa (La Maddalena) si umanizza in questo scorrere limpido, lirico, fluente, della storia. D’altronde tutti noi ambiamo ad un’isola  vaga e indeterminata che appaghi il nostro inquieto essere umani. E questa isola, da cui la scrittrice inizia la sua vicenda, non è affatto l’isola a cui vorrebbe approdare; l’isola dell’approdo non esiste; è nella nostra ambizione, è quella che non c’è; ed è bene che non ci sia, dacché il carburante delle nostre ispirazioni è motivato da questa nostra continua perlustrazione.  La Maddalena è reale e rappresenta la vita col suo abbraccio floreale e la sua ristrettezza fisica; rappresenta l’animo della scrittrice che da lì può allungare la vista verso un mare che non ha limiti; è aldilà di quel mare che forse è nascosta la spiaggia dell’appagamento. Oltre i confini della terrenità ed oltre la melanconia del condizionamento vicissitudinale.
I periodi si distendono su uno spartito di euritmica sonorità. Ed è una lettura fresca e invitante che ci porta a correre tutto di un fiato fino agli ultimi righi; a quelli inseriti come momento iniziale del mio scritto. Tutto è dolce, umanamente vero, ontologicamente vicino ad ognuno di noi. E non è affatto azzardato parlare di prosa poetica sia per una forma musicalmente fruibile che per una emotività agilmente trasversale e verticale.  Ed è quel vento verso il mare che meglio simboleggia l’azzardo oltre la precarietà della condizione umana:

“… Si dice anche  che chi passa vicino alla casupola  di Presenza, ormai nascosta tra i cespugli di cisto , può udire  un  dolce  canto che il vento  porta verso il mare…”

Nazario Pardini



PRESENZA
All'isola si racconta che:
La casupola , in mezzo alla macchia  di bassi cespugli ,mirto lentischio fiori di cisto bianco  e rosa...poco lontano dal mare....

Ondeggia  il cisto  al vento di ponente... tutto intorno alla casa, come se in un abbraccio volesse proteggerla , proteggerla da tutto, dai venti  dagli spruzzi  salmastri , dagli sguardi dei curiosi. ... e anche consolarla della sua solitudine. Sembra una casa abbandonata....
I cespugli si avvicinano ogni giorno di più, finiranno col soffocarla nella stretta del loro amore.
Ma la casupola non risponde a questo amore. Resta indifferente , chiusa in un suo sé potente e misterioso.
All'interno le pareti echeggiano parole frantumate nel tempo, cedono amaro ancora, ma la lingua tace. Presenza , senza età, non sa più parlare, sa solo tacere e attendere. Si fa sempre più esile.  E' diafana, tra poco resterà solo l'ombra stampata su quelle pareti che continuano a  parlare, a parlare...
.......Il desiderio genera il pensiero, scrive un antico filosofo.  E Presenza  è tutta un pensiero, una mente piena di desiderio che la consuma momento per momento. Passa la giornata in un assopimento strano, bisognoso di niente. Solo a tratti ha una specie di risveglio, allora butta  occhiate avide oltre i cespugli , fino al mare, fino al lontano orizzonte. Il mare è tutta una distesa azzurra  che si confonde con il cielo  sereno. Presenza vi legge tante promesse rassicuranti.. Sorride, poi ricade nel solito torpore. Non mangia non beve non parla, è solo attesa..
Quando è notte i suoi sensi si risvegliano in tutta la loro potenza., è allora che  ha bisogno di cibo, ha bisogno di amore, ha bisogno di quel corpo che fa tutt'uno con il suo. .. Spinge lo sguardo dentro il fitto della macchia senza nulla vedere . Perché è notte, perché è buio.
......
Una notte, al plenilunio, gli ogliastri agitano le braccia dove già brillano i primi frutti come scuri coralli, il cisto  muove mollemente i suoi candidi  fiori ..la macchia è tutta un  sussurro che accompagna il ritmico batti batti del mare sulla battigia.
Presenza vibra di commozione - è lui che torna- dice  a se stessa nel silenzio della parola.. Come sempre e più di sempre aguzza lo sguardo, scruta fuori , nella macchia illuminata a giorno dalla luna alta nel cielo. Vorrebbe uscire all'aperto per farsi vedere , per abbracciare  e farsi stringere , come lui è solito fare  ad ogni suo ritorno dal mare...
 Non può. E' solo un'ombra che il chiarore lunare stampa sulla parete.  Tende le braccia  e senza voce  grida appassionatamente : sono Presenza, la tua Presenza. Vieni da me.!-
....Un possente battito d'ali muove l'aria  nella stanza , segue un lieve rumore come un sospiro  che riempie tutta la casa. Con elegante volo un candido gabbiano si è posato sul davanzale.
Presenza è come affascinata dall'apparizione, non si stanca di fissare  l'insolito visitatore che pare venuto  apposta per lei. Sente nel cuore una serenità nuova che l'allontana dall'accorato pensiero e le mette dentro un senso di sicurezza e di pace. Come per incanto chiude gli occhi  e si abbandona ad un sonno ristoratore.
...Passate le ore la Luna va a spengersi nella diffusa luminosità dell'alba.
Subito il giorno  con i suoi colori accende tutte le cose frugando ogni angolo dove la notte ama nascondere i suoi segreti.
La prima brezza di terra percorre la macchia , accarezza gli ogliastri, i cespugli del mirto...desta dolcemente i fiori del cisto .  Passa e va..
  Presenza ha aperto gli occhi .   E' sorpresa di un inconsueto risveglio.
Del notturno visitatore ha un ricordo confuso, come di un bel sogno che la luce del giorno cancella dalla mente.  Prova una sensazione strana  che la tiene ben desta, quasi una motivazione a continuare a vivere sorretta dalla speranza.
 Riprende a guardare  fuori della finestra che tiene sempre aperta sulla macchia fiorita,  percepisce  nuovi odori che la brezza di mare  spinge fino a lei...
 Le ore corrono veloci verso il tramonto.
Per sette giorni e sette notti Presenza assiste al volo del gabbiano che viene a posarsi sul davanzale..
Ogni sera lo guarda affascinata  e sempre cade in un sonno profondo  che dura fino al mattino.
 Quando si desta ha ancora nella mente l'eco di un canto  che ha sentito nel sonno, e le piace immaginare che quella sia la voce del visitatore notturno...
 Le pareti stesse ogni giorno ripetono  quella  melodia ...
Un'intima gioia riempie l'anima di Presenza e le sue ore trascorrono in una nuova attesa....
Ma una notte l'attesa è vana....
La casa respira un silenzio pesante,  quasi  una mancanza d'aria.
Nessun gabbiano viene a posarsi sul davanzale della finestra.
Nel cielo stellato brilla  una piccola falce di luna.
Da quel giorno  un'altra assenza pesa sul cuore  di Presenza e dilata il corso del suo tempo.
Continua a mandare alla  finestra occhiate inquiete  e ansiose, sia di giorno che di notte..Il suo corpo si fa sempre più esangue.....
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Nell'isola si racconta che nelle notti di luna piena ogni  pescatore perduto tra le onde  torni  a visitare  la sua casa.
Si dice anche  che chi passa vicino alla casupola  di Presenza, ormai nascosta tra i cespugli di cisto , può udire  un  dolce  canto che il vento  porta verso il mare..

Edda Conte 
14 Maggio 2016
La Maddalena










3 commenti:

  1. Grazie amico Nazario! Sempre interessanti le tue "letture", sempre pregnanti i tuoi commenti. Evidentemente ,anche, tra le nostre poiesi c'è notevole affinità. Del resto la vita è un'unica maestra.

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  2. C'è qualcosa che ti può consolare dalla solitudine? Soprattutto la notte quando “i sensi si risvegliano in tutta la loro potenza”?
    Normalmente si vive di una lunga attesa; solo a tratti si ha una specie di risveglio, quasi una motivazione a continuare a vivere, poi la disillusione ti fa ricadere nell'avvilimento, nel consueto torpore.
    Nessun essere vivente viene a farti visita, a “posarsi sul davanzale della tua finestra.”
    Solo, con te stesso, e abbandonato da tutti. Qui la riflessione
    rivela lo stato d'animo della vuota attesa, dell’ansia dell’abbandono da cui non c’è via di scampo: Non c'è luogo, per quanto incantevole com'è La Maddalena, coperto da una lussureggiante vegetazione di macchie fiorite, circondato da un mare stupendo, che sia adeguato a ricoprire ogni parte di questo vuoto.

    Ubaldo de Robertis

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  3. Il Tempo, l'attesa, il vuoto, la speranza, la fantasia tout-court...tanti ingredienti della scrittura ma in fondo un unico sentimento , un imput che si veste di metafora per nascondersi. Anche a se stesso. Hai indovinato...però : scrivo perché sento, scrivo perché penso, scrivo perché attendo. Cosa non lo so. Ma quando si attende, qualcosa deve pure arrivare.Sicuro che arriverà, magari non buono, magari non bello, magari...però sempre meglio di tanta bonaccia.
    grazie, Ubaldo, sei sempre l'amico acuto e delicato che preferisco. Edda.

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