domenica 1 maggio 2016

LINO D'AMICO: "INEDITI"




Lino D'Amico

Il mistero

 Assillanti barbagli di dubbi, solchi indelebili,
illusioni fugaci, sconosciuti richiami
ed emozioni sfogliate nel fuggire del tempo,
sono l’effimero scrigno di un nulla ermetico,
dove si celano, nel mormorio del silenzio,
fascinosi messaggi, impulsi vitali
ed il sottile frusciare di un istinto inconscio
in agguato, tra i dedali della ragione,
per accettare la vita in ogni suo respiro,
condividerla in ogni sua danza di pensiero,
e cercare di comprendere il mistero
che si svelerà nell’ultimo baluginio di luce            
al di là della soglia di una certezza incognita.



La riva del tempo
(Sogni)

Tra le rughe di un onirico sogno,
mi smarrisco sulla riva del tempo
nel vacuo gioco di scossi pensieri
e sciapi grovigli di fatui bagliori
fluttuanti tra le ombre della malinconia.

Poi, il sogno svanisce, inatteso,
collassa nel mormorio del silenzio,
scolora tra i petali dell’oblio
al di là di realtà precluse, tuffi nel passato,
dolorosi perdoni, sferzate di vento.

Sono brusii di emozioni, illusioni, palpiti,
alitar di paure, affanni… utopie forse,
approdate alla riva del tempo che fugge,
mentre ancora mi smarrisco in quel nulla,
oltre profughi miraggi ed ignoti richiami.



La caducità del tempo

Rincorro i profumi fragranti del mio autunno
nella caducità di un tempo che si frantuma nell’attimo
e dipingo nell’alternanza dei giorni
l’eterno divenire incognito del destino
tra sogni rubati, vuoti di parole, magie di sussurri.

Un brusio profugo di evanescenti ricordi,
svaniti nella penombra di dedali misteriosi,
germoglia nei meandri dell’inconscio,
tra sfocate immagini negli anfratti della memoria
lungo il sentiero che misura i miei passi.

Poi, tace improvviso, il brusio di quei ricordi,
mentr’io cerco carezze nella flebile brezza
di un  purpureo crepuscolo ignaro del poi.



Insonnia
  
Scivola impietosa,
l’ombra del crepuscolo
lungo il giallo scialle
dell’autunno
e pare che intoni, ovattata,
una carola nostalgica
nel gioco effimero  
di echi e di silenzi.
Malinconici brusii
di latenti emozioni,
ricordi, sensazioni,
refoli di dubbi e di affanni,
timori… forse paure
per la notte che verrà.













1 commento:

  1. La dismisura del caro amico Lino non coincide mai con una tendenza all'eccesso, che sbilanci i singoli versi, i singoli componimenti. Anzi, la sua creazione è governata da un senso innato del limite, dell'ordine, dell'organizzazione dell'insieme. La sovrabbondanza è compensata da un discorso che elimina ogni asprezza di ritmo e di sintassi a favore di una musicalità ampia e fluida. Le liriche dell'Autore sono imbevute di armonie foniche, semantiche, ritmico -sintattiche, e sono tese a un uso scaltrito, incantatorio, dell'iterazione e della bipartizione. Il poeta, a livello contenutistico, dimostra di aver sempre molto da esprimere sentimentalmente. Le sue sono liriche, che pur autobiografiche e ispirate dalle isole dei ricordi, rappresentano una conturbante testimonianza della solitudine dell'uomo contemporaneo: una solitudine indifesa di fronte all'assedio di pensieri forti, talvolta aggressivi, investita in un rimuginare continuo. I versi di Lino D'Amico si rivelano sempre di più una miniera di divagazioni riflessive, profonde, ricche di pathos e di sensibilità... Nel ringraziarlo per tanto dono, lo abbraccio di cuore.
    Maria Rizzi

    RispondiElimina