lunedì 23 maggio 2016

PATRIZIA STEFANELLI: "SONETTO" INEDITO


Patrizia Stefanelli

Il sonetto di Patrizia Stefanelli  dal titolo L'Immutabile è piaciuto molto a Carla Maria Casula, giornalista pubblicista, che si occupa di linguistica sarda con particolare attenzione nei confronti dei fenomeni lessicali, fonetici e morfologici. Scrittrice e poetessa, laureanda in Filologia Moderna presso l'Università degli Studi di Cagliari, ha deciso di portarlo nella sua tesi di Laurea! Il Blog di cultura e informazione: La voce del gattopardo, ha pubblicato una sua recensione critica molto attinente al testo e apprezzabile. Questo il link dell'articolo e il sonetto:
http://www.lavocedelgattopardo.com/recensione-del-sonetto-doppio-limmutabile-patrizia-stefanelli/


L’immutabile

Sta qui nella mia testa un cingolato:               A
proviene dal costato                                      a
passando lentamente per il collo                    B
su per le arterie che pulsano al lato                A
e seguono lo stato                                          a
del cedersi angoscioso ad un tracollo.            B
Sta qui nella mia testa, appena nato               A
e già m’accorcia il fiato                                  a
mentre tritura i pensieri e barcollo                 B
per tutto quello che ho calamitato                 A
– ché io son folle e ho dato –                        a
senza tenere all’ossa né al midollo.                B
Questo rumore che mi atterra scioglie           C
degli occhi il limbo e trema in luce instabile   D
la natura, indomabile.                                     d
Ahi, credo nelle storie e poi ne ho doglie        C
– se concepisco inganno! – e non son abile     D
a sotterrarmi dentro le mie voglie.                   C
Così come le foglie                                          c
sta al cingolo e alla forza: l’immutabile.            D




Mentre il sonetto seguente, composto nella mattinata del 23, è ispirato dal celebre Addio ai monti, testo di prosa poetica  di Alessandro Manzoni. Racconta la vicenda vera di Lucilla,  madre della Stefanelli, profuga istriana. Il Gorilla è il nome di fantasia di un monte, nella memoria della madre, allora bambina. 



Addio monti 

Quel che m’appare qui oltre la soglia
è il culmine dannato del Gorilla
che desta meraviglia in chi si voglia
e tremulando luce frange e stilla
memorie scarne: gli addii di Lucilla.
E’ storia triste d’Istria e non si sbroglia
nel tempo quell’inganno e lei vacilla
pensando alla sua cima sempre spoglia.
Nei fossi il sangue è secco e dalle gole
le grida ancora sferzano gli orecchi
di gente che non sente o che non vuole
e dice: Ormai i dolori sono vecchi
tutto è cambiato lì, su quella mole
tra quelle rocce carsiche, sui becchi
arsi e degli occhi specchi
di una vita che torna con la mente
là dove nacque e strugge. Inutilmente.



1 commento:

  1. Grazie Maestro. Sono sempre molto fortunata e grata. Ogni cosa che arriva è un dono. La poesia ci allieta, ci ripaga e se è raccolta anche da una sola persona, con così tanto amore, è valsa la pena di averla scritta.In questo caso, mi sento onorata da Carla Maria Casula che ringrazio e da te, per la tua fiducia e l'affetto che ricambio di cuore.

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