martedì 16 maggio 2017

ANNA VINCITORIO LEGGE: "VERSODOVE" DI ANNALISA RODEGHIERO


Annalisa Rodeghiero: Versodove. Blu di Prussia editrice. 
Monte Castello di Vibio. (PG). Pgg. 84. € 11,00



Anna Vincitorio legge VERSODOVE di Annalisa Rodeghiero



Annalisa Rodghiero,
collaboratrice di Lèucade

 
Soccorrimi se disperata cerco
il verso per raggiungere le stelle
ma non voltarti se ti sto abbracciando. (da Inafferrabile poesia)

Versodove che comprende al suo interno, DI VOLO IN VOLO e INCERTE STAGIONI E INCONFUTATI CIELI,
 ci proietta verso il sogno che trova compimento nel ricordo e verso la natura: cieli, albe, tramonti attraverso cui rivela o meglio, ci confida le inquietudini, quell’amore incondizionato, sofferenza  di madre e quel sostare nelle notti lunghe foriere di misteri. Il dove mi riporta alla mente un  giovanissimo poeta scomparso tragicamente –Gabriele Bellucci-. Per lui , dove, era coagulato spazio/di te cercano i sensi la fugace certezza (…) Dove,al suo spirito l’uomo in te condenserà l’ombre fugaci, /Dove in te della morte/ percepirà l’ultimo odore (18 marzo 1994).
Il percorso dell’autrice si proietta verso un Altrove dove intero vive il canto. Visioni, delirio per una felicità legata al sogno, al compagno da cui attingere certezze e bisogno di librarsi verso un probabile infinito, fugatore delle angosce montaliane del vivere e infine sentirsi uccello che s’invola per poi liberarsi nel perdersi. Compagno sempre il ricordo: la figura del padre che rischiara e, ricercare la sua mano, è certezza.
Versodove è voler assecondare il tempo. Negli occhi il girasole che fiero s’innalza prima di precipitarenel buio della notte. Così la speranza. C’è libertà nel nostro destino? Nell’autrice desiderio di simbiosi anche se nella vaghezza del sogno:

essere tu in me
divino intreccio d’orbite (…)
ora che siamo -e non che non lo fossimo prima-
stelle binarie in cerca d’universo. (da Non il caso)

Versodove è ricerca d’amore ma soprattutto d’armonia infinita che sgorga come il fiume caldo che ci scorre dentro (…) nello spicchio di mela/ tra le tue labbra umide. Sempre amore e in esso si rinnovano il mistero, l’inquietudine di un’anima assetata d’infinito e dentro un respiro di vento che infiamma la luce già accesa
Ma l’autrice ha bisogno di qualcuno che raccolga il suo grido.
Nella raccolta, accanto al sogno è compagno il dolore:

Quanto è il merito
quale la colpa
e di chi, dunque
sono davvero figli?
Di chi li ha accolti
come fiori di ciliegio il sole
o di chi ne ha rallentato il passo
come tronco di traverso all’acqua?
Miei, tuoi
o un’altra volta ancora della sorte? ( da Sul palmo segnato)
Purtroppo spesso ci domandiamo se quello che ci capita è già segnato. E se così è, che fare se non mentre soffiano gli Alisei alle spalle cercare di levare la sabbia che inonda le nostre mani?
Come, cosa cambiare? Dice T.S. Eliot riportato dall’autrice in Incerte stagioni e inconfutati cieli: “L’alba si leva e un altro giorno/ è pronto per l’ardore e il silenzio”.
I genitori sono protettivi verso i figli, forse troppo e magari, questo coprirli d’amore, volerli lontani dai pericoli, ne fuga l’autonomia e la capacità di separare il bene dal male e di avviarsi sicuri verso la vita.
I padri ne consolano il pianto ma i bambini guardano. Quale la certezza se non essere più forti del dubbio e aspirare ad una rinascita nei cieli di maggio dove si apre uno squarcio tra le nubi e il petto si allarga alla speranza. Tutto può ancora succedere in nome dell’amore che giustifica il bello e il non bello della vita e ci accompagna dalle fioriture della primavera all’autunno. Non ci sono certezze; è vero però che saremo uniti nel mistero/ nell’imprescindibile unico sentire.
Nella madre poeta viva la memoria dell’amniotico scorrerti d’acque/ attorno (…) E poi il colostro e il latte/a lungo succhiato in estasi dall’anima...
È un testo profuso d’amore che ci accomuna e ci induce a riflettere tra le maglie della parola espressa in poesia.
                                                                                                         Anna Vincitorio

2 commenti:

  1. "È un testo profuso d’amore che ci accomuna e ci induce a riflettere tra le maglie della parola espressa in poesia.".
    Così, Anna Vincitorio, chiude la sua recensione a "Versodove", di Annalisa Rodeghiero. Bene: non credo sia necessario altro per capire. Anzi, sono persuaso che "allungare il brodo" non serva e non renda giustizia a questa poesia. Ragion per cui - avendo goduto della lettura del libro - mi limiterò a riportare due liriche (una per sezione).



    Saremo altrove

    Là dove l’armonia
    sembra incrinarsi
    fruttifica la parola vera e vive.
    Nell’altro possibile respiro
    nell’orizzonte tondo
    dove il sogno chiede.
    Esiste forse una mezza poesia per il poeta?
    Mezzo battito d’ali per la rondine?
    Il mezzo calice pieno? Il mezzo calice vuoto?
    Metà fiore a primavera?
    Solo una parte del cielo da toccare?
    -Sai- saremo altrove,
    dove vince e perde la ragione
    ma intero vive il canto.

    ____________________________

    Il dondolio dell’onda

    Si è indorata anche la luna stasera
    quasi a dar luce
    al golfo addormentato
    sotto le Mura di Tramontana.
    Non Ti vedo ma è con i tuoi occhi
    che la guardo,
    è nel mistero del creato
    che Ti sento.
    -Sono certa- sei Tu che muovi appena
    quest’aria quasi ferma nell’attesa.
    È in quest’assenza piena
    che mi manchi
    come alle alghe a riva
    il dondolio dell’onda.


    Perché proprio queste? Perché parlano da sole.

    Il titolo stesso della prima, e la chiusa (superba) della seconda sono riprova e conferma del disegno universale dell'Amore, del suo riconoscersi nella parola salvifica della poesia.

    Sandro Angelucci

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  2. Ringrazio di cuore il nostro caro Nazario per avermi ospitato, ancora una volta, sugli scogli di Leucade con la recensione che la poetessa Anna Vincitorio ha donato alla mia raccolta "Versodove". Desidero ringraziarla pubblicamente per l'attenzione con cui mi ha letto e per la sua personale interpretazione della mia poesia con lo sguardo di poetessa e di madre. Ringrazio anche Sandro Angelucci per le parole che volutamente non ha detto (scegliendo di far parlare i versi) ma soprattutto per quelle poche ma pregnanti ad essi riservate.

    Annalisa Rodeghiero

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