venerdì 19 maggio 2017

ANTONIO SPAGNUOLO LEGGE: "DI MARE E DI VITA" DI N. PARDINI


Antonio Spagnuolo

NAZARIO PARDINI : “DI MARE E DI VITA” – ed. Mcabor – 2017 – pagg. 68 - € 10,00 –



Il ritmo serrato e melodioso dell’endecasillabo ricama con colorati riverberi pagine di pregiata fattura , vuoi nella forma , vuoi nei contenuti. Un cesello che Nazario Pardini riesce a elaborare con passione, con emozione, con quella spiccata capacità culturale che lo distingue in ogni sua stesura. Così come egli agisce con quella energia logica ed analizzante che si dispiega nei simboli e nelle metafore, variegata da suggestioni, o da ricordi, che inducono ad un lavorio di scavo e di introspezione. “… nel comporre versi – scrive Sandro Angelucci nella prefazione – si gioca al gioco più serio del mondo. Scrivere è come arrampicarsi a piedi nudi sugli alberi, come correre dietro alle farfalle o cercare di acchiappare una piccola lucertola…. Costruire castelli sulla battigia, vederli franare all’arrivo dell’onda e riempire di nuovo il secchiello di sabbia è propedeutico, è fondamentale.” La presenza sulla scena del Parnaso si illumina di una miriade di poesie, di innumerevoli saggi critici, di contatti corposi, di incisivi programmi in rete, che affermano nel poeta uno stabile punto di riferimento per gli esiti raggiunti e per la evidente rifrazione di un tirocinio poetico quotidiano. Di particolare interesse, in questo volume, la seconda parte, composta da undici stanze, quasi un poemetto, dedicate a Delia, la donna da amare, la musa da corteggiare, la carne da accarezzare, la depositaria delle parole sussurrate “penetranti fra i corpi rosati di cielo”. L’humor che aleggia rincorre con melodia il mare, per ogni suo ondeggiare, per ogni risacca che gonfia e lenisce la malinconia, nel tramonto che lento misura il tempo troppo pigro per chi soffre. Così anche le pressanti preoccupazioni quotidiane hanno stanze musicali nelle emozioni che si tingono di porpora o nelle fantasie che hanno risvolti incandescenti, e la sospensione della scrittura ha il movimento significativo della coagulazione. Il pensiero, amoroso e non, investe l’inesprimibile nel segno della proiezione, nel segno della fantasia che diviene di volta in volta fattura lirica, ove l’io poetante risente il tormento della ricerca e delle corrispondenze. 

Antonio Spagnuolo

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