sabato 27 maggio 2017

M. GRAZIA FERRARIS LEGGE: "IL SIBILO DI UN URLO" DI E. ALOISI


Maria Grazia Ferraris,
collaboratrice di Lèucade

Un mondo turbato, sofferente,  angosciato  quello che ci presenta Emanuele Aloisi, in cui natura, animo umano e storia  si fondono e confondono in un unico dolore. Un chiasmo iniziale  potente per la forza dell’incrocio che moltiplica il suono – il sibilo che sale fino all’urlo- viene scelto per personificare  quel mare  siculo calabrese così  “famelico” che assiste “sordo” alla tragedia umana: una realtà esplosiva che si impone, senza  nome.      I Suoni  contrapposti, ossimorici,  traducano dolori, vane speranze, lacrime altrettanto inutili.  Espressionismo suggerito dal dolore, dalla storia che non riesce a consolare, dalla violenza che esplode e si confonde con la guerra: offesa, sofferenza, brividi, pianto. Umanità dolente senza consolazione. Difficile  è far comprendere a coloro che verranno ciò che giustifica oggi la nostra vita.

Maria Grazia Ferraris


Il sibilo di un urlo

E ancora sibila
famelico
l’urlo del mare tra Cariddi e Scilla
e non esplode, come un ordigno
né miete valorosi marinai
se non anonime le spighe rosse
cucite sulle vele di innocenti.
Forse è diversa l’eco
o la sorgente che l’emana
vana, sopra gli scogli di orizzonti
sordi, dove le vene delle orecchie
e le speranze delle madri
hanno le stesse lacrime.

Em@nuele Aloisi
(diritti riservati)


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