Serenella Menichetti, collaboratrice di Lèucade |
Un inno al
pane, alimento base del vivere, ma che ancora oggi non è a tutti
garantito. Quante disparità ed ingiustizie ancora affliggono l’umanità, ma, se
la speranza è l’ultima dea, auguriamoci che possa allietare tutte le mense e
portare il sorriso in tutte le case.
Purtroppo la Pace e la giustizia, a
cui aneliamo, sono molto distanti ma la speranza non deve morire e noi che
scriviamo cerchiamo di fare del nostro meglio per denunciare attraverso la
poesia queste terribili disparità.
Serenella Menichetti
PANE NOSTRO
Acqua e farina e avrai di
che sfamarti.
Ho visto uomini dissodar la terra
e fazzoletti a quadri zuppi di sudore.
Altri, con gesta ampie spargere sementi.
Ho scorto la terra aprirsi all’accoglienza.
e fazzoletti a quadri zuppi di sudore.
Altri, con gesta ampie spargere sementi.
Ho scorto la terra aprirsi all’accoglienza.
Acqua e farina e avrai di
che sfamarti
E sventolar dell’universo le bandiere
e, un oceano giallo verso il sole librarsi.
Bagliori di fuoco e scintille purpuree
e, un oceano giallo verso il sole librarsi.
Bagliori di fuoco e scintille purpuree
Acqua e farina e avrai di
che sfamarti
Ho visto in mezzo all’oro chiazze rosse,
come il sangue dei soldati in guerra.
E scarpe giganti calpestar le messi.
E scarne mani tese, tornar vuote.
come il sangue dei soldati in guerra.
E scarpe giganti calpestar le messi.
E scarne mani tese, tornar vuote.
Acqua e farina e avrai di
che sfamarti
E, mentre l’alba fa corse di luce.
ho distinto in aurea nebbia corpi, immersi
E udito di gioia gridar la trebbiatrice
ho distinto in aurea nebbia corpi, immersi
E udito di gioia gridar la trebbiatrice
Acqua e farina e avrai di
che sfamarti.
E, mulini senza prender fiato, cantare.
Ho percepito della farina il vagito.
mentre l’acqua proponeva un’alleanza
per insieme sconfiggere la fame.
Ho percepito della farina il vagito.
mentre l’acqua proponeva un’alleanza
per insieme sconfiggere la fame.
Acqua e farina e avrai di
che sfamarti.
Ho visto abili mani mescolare
ed impastar, acqua amore e polvere.
Gesti materni, a crescer un pane, atti.
ed impastar, acqua amore e polvere.
Gesti materni, a crescer un pane, atti.
Acqua e farina e avrai di
che sfamarti
Cibo essenziale, che la fame toglie
Universale alimento, dalla terra nato
Creato d’acqua e grano, fuoco ed aria
Universale alimento, dalla terra nato
Creato d’acqua e grano, fuoco ed aria
Che ogni mensa possa esserti culla.
Ogni corpo in te trovar giusto ristoro
ed equilibrio fra l’abbondanza e il nulla.
Tu sia “PANE NOSTRO” di tutti diritto.
Ogni corpo in te trovar giusto ristoro
ed equilibrio fra l’abbondanza e il nulla.
Tu sia “PANE NOSTRO” di tutti diritto.
Serenella Menichetti
Sempre onesta e giusta, la poesia di Serenella, anche in questo inno al pane, come alimento e simbolo di pace e cristianesimo, senza tuttavia scendere nello scontato o nel "bigotto". Un pane che sia consacrato e per tutti, come un "Padre Nostro" donato in segno di fratellanza e amore. Franca Donà
RispondiEliminaGrazie Franca questa mia poesia è purtroppo la consapevolezza di vivere in un mondo ingiusto. E diviene preghiera e speranza di poter riparare ai nostri errori. Serenella Menichetti.
EliminaQuesta composizione lirica è come una preghiera, preghiera laica ma pensata in una atmosfera spirituale che fa delle parole una invocazione all'Ente Supremo, vita e giustizia, consolazione e soccorso. Il verso ripetuto , quasi struggente, assume proprio in senso di una invocazione, parafrasando la preghiera per eccellenza: Il Padrenostro. Tuttavia in certe aperture i versi richiamano anche una pacata denuncia, nei confronti di un'umanità che dietro false bandiere va perdendo il primigenio senso dell'amore e della fratellanza.
RispondiEliminaBelli i versi anche nella forma prosodica e perfettamente intonati alla festività religiosa in arrivo.
In definitiva una riflessione dovuta ,nel periodo della Settimana Santa.
Grazie Serenella!
Edda Conte
Infatti cara Edda è un'invocazione uscita "come spesso fa la poesia" involontariamente.
EliminaE' un testo di qualche anno addietro, ma ahimè sempre attuale. Riflessione e denuncia di una situazione terribilmente ingiusta. Ne usciremo mai? Grazie Edda per essere entrata così bene in questo testo. Serenella Menichetti
Con la metafora del Pane hai elargito una preghiera un inno allo stesso come elemento di ristoro, giustamente non solo corporale, ma anche e soprattutto spirituale.Il verso base come nenia a voler imprimere con forza ed accoratamente nel profondo del cuore degli uomini, il valore intrinseco ed inestimabile che il pane porta in se come segno ed elemento di comunione coi propri simili,convivio,fratellanza, accoglienza,àgape. Mi colpisce il modo fantasioso della struttura poetica. Pasqualino Cinnirella
RispondiEliminaRingrazio il caro amico Pasqualino per l'attenzione ed il graditissimo commento.
RispondiEliminaSerenella Menichetti