sabato 27 dicembre 2014

FRANCESCO DETTORI "POESIE"


Gruppo marmoreo di età romana

Una pièce, la prima, emotivamente contaminante, densa di significati e significanti immortali, che, con uno scorrere apodittico e parènetico, si fa simbolo di vita, di amore, di tempus fugit, e di un passato vòlto al futuro. Un memoriale fecondo di immagini che si  declinano in un canto di vicissitudini esistenziali. Non voltarsi indietro; mirare sempre al futuro per tenere accesa la fiamma di Eros, ci insegna il mito. Ma il Poeta aggiunge con un impiego di endecasillabi articolati in tutta la loro varietà metrica: “V’è un solo modo in cui voltarsi aiuta:/ guardarsi dentro, leggere il passato,/ per scrivere la storia del futuro”.  Una poesia che si dipana su uno spartito di euritmica sonorità; su uno spartito che avvince e convince per una visione estremamente attualizzata del mito; per una fusione estremamente equilibrata tra versificazione e abbrivi emotivi.
Sì, la Poesia non deve avere i paraocchi: sono proprio i nostri classici, col sonetto, o con la Bellezza del loro canto, a farci da esempio. La Storia Letteraria ce lo insegna con la sua ripulitura. Il futuro non ha vita senza il passato. Un frammento di Saffo o l’Infinito del Leopardi non hanno stagioni.
 
Nazario Pardini
   
Divinità dell'arte

Voltarsi

Determinato, Orfeo, scende nell’Ade,
chiede al Divino di ridare vita
ad Euridice, la sua bella amata,
è storia nota, e tragico l’epilogo.
Hades, che vuol concedere il miracolo,
lo mette in guardia: “Non voltarti mai
lungo le vie del regno dei defunti,
alle tue spalle lei ti seguirà…
così facendo la condannerai
a ricadere nel profondo sonno.”
Amore
Orfeo comprende, eppure non si fida,
cede alla tentazione di guardarla,
la sua Euridice cade, e giace inerte,
quello che muore non fa più ritorno.
Inizio e fine, sorgere e tramonto.
Dopo la notte si fa luce, è giorno,
ma restano i ricordi, come un limbo,
simili a un fiume scorrono i pensieri,
attingo l’esperienza dalla fonte.
per non cadere negli antichi errori.
V’è un solo modo in cui voltarsi aiuta:
guardarsi dentro, leggere il passato,
per scrivere la storia del futuro.


Omero

Un vestito stretto

Sostieni che il Sonetto è un bel vestito
come uno smoking, quando calza stretto,
nell’abito saresti rattrappito?
Io l’ho capito qual è il tuo problema,
non lo conosci: già ti sei tradito!
Ma ti propongo una “misura estrema.”
Indossalo: è l’emblema della gabbia?
In sé ha l’oceano. Scrivi, esponi un tema
in questa forma, e sfoga amore e rabbia!
È Spazio immenso: sabbia su una spiaggia
e la marea… peccato tu non l’abbia
provato mai, sarebbe cosa saggia.
C’è poi chi oltraggia la Poesia all’antica,
ma stia dov’è, la libertà selvaggia
lo rende inerte, non gli è affatto amica!
Per quanto tu ne dica, caro mio,
io credo che il vestito ti si addica,
prova a indossarlo… garantisco io.


Orfeo e Euridice

1 commento:

  1. Egregio Professor Pardini,
    La ringrazio per la recensione sulle mie poesie.
    Felice di fare la Sua conoscenza,
    se me lo consentirà Le sottoporrò altri miei lavori.

    Con Stima e amicizia,

    Francesco Dettori

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