sabato 6 dicembre 2014

N. PARDINI SU "PENSANDO A TE" DI F. CAMPEGIANI



Franco Campegiani collaboratore di Lèucade




Vito Lolli: "Rivelazione del Cerchio Iridato"



Un canzoniere d’amore i cui versi ne cristallizzano il pathos di proteiforme valenza emotiva; e lo fanno  con misure duttili e ondulatorie, atte a sintonizzarsi ad abbrivi  di epifanica rinascita; a folgorazioni di urgente plurivocità, che, fra memoriale e presente, fra realtà e sublimazione, rievocano un sole di palingenetica forza attrattiva che vive e ri-vive in un perenne tempo affidato a un imperfetto: “Di sicuro c'era, non visto,/ un altro sole nel cielo,/ al di là del tramonto,/ quella sera a brillare”; affidato a un futuro di aurore di adamitici mattini: “Dopo un sonno di pietra/ci sorprenderà l'aurora/ come Adamo ed Eva nel vagito/ del primo mattino”.
È l’amore, quello puro, quello eternamente eterno, quello plurale, totale, quello che insapora di sé ogni cosa, fondendosi in essa con estensioni d’ali che sanno d’azzurro, di sole, di sera, di baci; che sanno di luna sul mare, di distese argentate, di cavalli alati, di sincronici respiri “fino a cadere stremati”. Dove la Natura è madre primigenia; e dove la stessa, con tutta la sua purezza primordiale, offre le sue membra, umanizzandole, a che il sentimento dei sentimenti possa brillare al di là del tramonto; brillare con cose invase da sorrisi calmi e lucenti, con soli che muoiono in mari notturni, con golfi accesi di vivide ciglia, con chiari di luna sul mare, con assalti di onde e di venti, con uragani di sorrisi d’argento. Polisemiche latebre erotiche, che decantate in un animo alcòva, tornano a vita, ora, impolpate di storia; ora, del  presente di un lui che “come stella si accende (accendersi)/ nel golfo delle di lei (sue) ciglia vivide,/ nel palpito fremente/ del grembo universale”. Una Natura zeppa di fremiti, di fonosimbolismi, di accostamenti inconsueti; una Natura che dà tutta se stessa a che l’Amore possa nutrirsi di corpi vividi e loquaci; a che possa raggiungere le cime dell’oltre con passi felpati su lirici assalti di fiori e di albe:      
               
Penso a te,
al tumulto innocente
di fiori e d'albe
che il mistero mi  regala.
Non ti sciuperò, saprò tenerti
nel giardino senza coglierti,
così da restarne per sempre ammaliato.
Legarti a me per lasciarti libera,
come io son libero
quanto più a te mi sento legato.
Nel sole nero dei tuoi occhi
mi specchio

e mi vivo.

Nazario Pardini


 
Amore


Orfeo e Euridice


PENSANDO A TE

1

Già prima d'incontrarci,
da qualche parte eravamo insieme.
Ci conoscevamo,
non sarebbe possibile altrimenti
la complicità scoppiata
all'improvviso tra di noi,
quell'intenso guardarci nel tramonto
con occhi al di là dei nostri occhi,
per sapere chi siamo veramente,
vogliosi di totale comprensione.
Di sicuro c'era, non visto,
un altro sole nel cielo,
al di là del tramonto,
quella sera a brillare.
E noi due sulla spiaggia purissimi,
nel sorriso calmo e lucente
che invadeva sottecchi le cose.


2

Morire in te,                                           
nei neri laghi
dei tuoi occhi limpidi,                               
come sole che muore
nel notturno mare.                     
Spegnermi come si spegne
questo ciclone di fuoco che cade
nella rete del pescatore.
Così, languente,
cadere anch'io mollemente
nella rete pescatrice
dei tuoi capelli al vento                            
nella dolce sera.
E come stella accendermi
nel golfo delle tue ciglia vivide,
nel palpito fremente
del grembo universale.


3

Il tuo sorriso è un passaporto
per viaggiare dentro la vita
senza farsi invischiare dalla vita,
senza cadere nelle trappole del male,
nelle panie del dolore,
nelle ferite della volgarità.
Il tuo sorriso è l'innocenza
che viene dalle roride aurore
con passi lievi ed alati,
fedele alle vertigini
del primo giorno che la terra fu.


4

Baci di fuoco
sull'arenile arrossato
nell'ultimo gocciolare della sera.

Poi un chiaro di luna sul mare,
al di là dei finestrini appannati,
e nella distesa argentata
eccoci galoppare a perdifiato
sui nostri cavalli alati,
occhi negli occhi
nel sincronico respiro
fino a cadere stremati.

Dopo un sonno di pietra
ci sorprenderà l'aurora
come Adamo ed Eva nel vagito
del primo mattino.
Scioglieremo l'abbraccio
quando il carro di fuoco verrà
per la sua corsa vorticosa
nelle piste del cielo.
Vi saliremo impavidi
in un grido di guerra
armati soltanto del nostro
invulnerabile cuore.


5

Mi hai trovato infine
in fondo ai silenzi.
Ero torre solitaria
lungo i litorali deserti,
bastione eretto a difesa del nulla,
contro l'assalto delle onde e dei venti.
Hai spalancato ogni uscio
entrando con l'uragano
del tuo sorriso d'argento,
delle tue mattine di spuma.
Hai riempito ogni stanza
con i voli bianconeri
delle tue ali d'angelo,
con quella tua gioia
onesta e incontenibile
che vola sul mare
nei chiari di luna e si fonde
con i sobri colori delle aurore.


6

Non vederti
mi procura sofferenza,
ma la gioia è più grande
perché so che ci sei.
Questo vuoto è colmo di te,
questo silenzio scoppia di vita.
Pusillanime Orfeo,
quando eri al mio fianco
io non sentivo il respiro tuo ansante,
le tue carezze, i tuoi baci.
Così svanisti, Euridice,
perché io ero pieno di me, del mio canto,
non avevo altro spazio nel cuore.

Ed ora frecce nel cuore
allo spuntare del giorno...
Questo dolore fa bene, rinnova.
Ora che son vuoto di me
e finalmente sono Nessuno,
indosso i panni di Ulisse
e tu ancora sei qui, mia Penelope,
pur essendo lontana.
Tu, pensiero tenace,
tu soffio incerto di nuvole
più potente del tornado.


7

Penso a te,
al tumulto innocente
di fiori e d'albe
che il mistero mi  regala.
Non ti sciuperò, saprò tenerti
nel giardino senza coglierti,
così da restarne per sempre ammaliato.
Legarti a me per lasciarti libera,
come io son libero
quanto più a te mi sento legato.
Nel sole nero dei tuoi occhi
mi specchio

e mi vivo.

Franco Campegiani 











16 commenti:

  1. È talmente coinvolgente, appassionante questo canto d’amore da commuovere, far vibrare sentimento ed emozione fin nel profondo lacerando ogni corazza. L’emotività partecipativa potrebbe caricare la mia lettura, che pur sento di dover fare, per l’anima di un poeta che sa sconvolge cantando. Ah, grazie, grazie!, anche se il lettore sceglie, secondo il suo stato, la sua chiave rubandola al poeta.
    È canto struggente, questo di Campegiani, sommuove l'anima. Poesia sospesa tra amore e perdita, figlia di Penia e di Poros, nata nel giardino di Zeus:... Poesia di conoscenza, e di ricerca. Lacerazione forte : la verità è l'amore.
    L’amore si declina al passato nel misterioso momento del riconoscimento stupito (Già prima d'incontrarci,/ da qualche parte eravamo insieme./Ci conoscevamo. …) Misterioso nella sua certezza (un altro sole nel cielo,/ al di là del tramonto,/ quella sera a brillare. .)
    Poi è presente della sua forza vitale palpitante (Morire in te, / nei neri laghi/ dei tuoi occhi limpidi, / come sole che muore/ nel notturno mare. ) . Il sorriso divino della felicità:è innocenza e passaporto, vertiginoso, galoppo sfrenato, a perdifiato…Eden: Adamo ed Eva nel primo mattino aurorale, quello della realizzazione umana.
    Ne segue la inevitabile metamorfosi dell’incantato amante: Mi hai trovato infine/ in fondo ai silenzi./ Ero torre solitaria/ lungo i litorali deserti,/ bastione eretto a difesa del nulla,/ contro l'assalto delle onde e dei venti./ Hai spalancato ogni uscio….
    Il poeta-uomo- non regge, non può reggere a tale perfezione edenica che la storia si incarica di smentire. Adamo si veste da Orfeo solo quando Eva diventa Euridice.
    Pusillanime Orfeo,/ quando eri al mio fianco/ io non sentivo …../ Così svanisti, Euridice,/ perché io ero pieno di me, del mio canto,….Inevitabile parabola, anche dell’amore più entusiasta. Malinconica storia, …che pur è storia d’amore.
    La distanza, il tempo che inevitabilmente passa, ci avvicinano forse alla variabile nostra soggettiva verità: e finalmente: sono Nessuno,/ indosso i panni di Ulisse/ e tu ancora sei qui, mia Penelope,/ pur essendo lontana….. Verità semplicemente struggente.
    L’amore vive, continua a vivere, diventa una dimensione di vita, un programma, d’amore, rinnovato: Non ti sciuperò,/ saprò tenerti/ nel giardino senza coglierti,/ così da restarne per sempre ammaliato…..
    So dire solo grazie.
    .Grazia Ferraris


    RispondiElimina
  2. E' una poesia da pathos, impareggiabile la malinconia che vi riposa dentro, e vi evidenzia i tratti più salienti di un canzoniere che in modo suggestivo e potente sa dare significati e incantamenti alla vicenda d'amore. Vi sono tratti altissimi di questa poesia che fanno tremare le vene dei polsi: E' struggente l'incanto di saper "morire in te,/ nei neri laghi/ dei tuoi occhi limpidi, / come sole che muore/ nel notturno mare." Campegiani sa reggere la verità franante del tempo e dal suo aurorale incipit, sa smentire la parabola del declino con la perfezione dell'attimo che si rinnova nell'innocenza edenica dei suoi versi. Complimenti vivissimi e sinceri a Franco per questi felici esiti poetici.

    Ninnj Di Stefano Busà

    RispondiElimina
  3. Non è solo una vicenda d'amore, ma molto di più. Cosa succede nel profondo quando ci si specchia in quel lago, che può essere d'acqua o di occhi, è comunque dentro. Fuori c'è la distanza che uccide ogni legame. perché quando si tenta di ridurla vien meno anche la possibilità di specchiarsi. Per questo alla fine "saprò tenerti nel giardino senza coglierti". Il poeta lo sa, ridurre quella distanza uccide lo specchio, ed è quello il senso dell'amore qui ritratto. Contemplare, non consumare. Scoprirsi vivi, non passare il tempo insieme, quindi perpetuare la scoperta, cristallizzare la magia dell'incontro, il primo, e renderlo eterno. Quindi scolpire, nell'antro profondo che ospita la nostra pietra, il volto del desiderio. In questi versi vedo una scultura illuminata in quella grotta, oltre la grotta c'è l'io, la rappresentazione di sé,per sé e per gli altri, ma è dentro che viene scolpita la più preziosa delle opere d'arte.
    Grazie prof. Pardini per farci leggere queste liriche, e grazie Franco per averle scritte!
    Claudio Fiorentini

    RispondiElimina
  4. Versi straordinari pieni di amore. Amore per la vita. Linfa vitale che sgorga da ogni parola e con la parola apre orizzonti sconfinati di dolcezza e di mistero. Il mistero che si fa corpo e si riavvolge su se stesso.
    Poesie struggenti e commoventi. Grazie Franco.
    Sonia Giovannetti

    RispondiElimina
  5. Il tuo Poema d'Amore, Franco mi lascia muta e sfinita sulla riva dell'incanto...
    Sei consapevole di quanto impazzisca per le tue liriche d'amore, ma questo 'Canzoniere', come lo definisce con maestria il caro Nazario, va
    oltre la comune accezione dell'amore. E' il canto dell'uomo che ha rinunciato. Che ha saputo perdersi in un sogno e poi lasciarlo andare per gli ignoti motivi che guidano il nostro esistere. Splendido il riferimento a Orfeo:
    "Pusillanime Orfeo,
    quando eri al mio fianco
    io non sentivo il respiro tuo ansante,
    le tue carezze, i tuoi baci"
    E, la catena di metafore, che regge il moto ispiratissimo dell'onda poetica,
    penetra nelle stanze del cuore, le illumina. Ti rende simile a un Capitano, che scende dalla coperta della nave e, si dice Ulisse, ma in realtà dà vita a 'un terzo poeta', che opera una sorta di sintesi tra il perduto e ciò che inevitabilmente resta d'ogni esperienza d'amore. La teoria autocentrica , che sempre ti accompagna, che è tuo soffio vitale e artistico, ti consente di realizzare la suddetta sintesi tra momenti antitetici e sofferti:
    "Legarti a me per lasciarti libera,
    come io son libero
    quanto più a te mi sento legato"
    In tanta poderosa, stupefacente espressione poetica v'è la grande rivelazione della tua arte. Che trascende l'amore ed è anche e soprattutto rapimento dell'anima tramite un gettito incontenibile di immagini. Sei sempre lontano dall'usuale e ti confermi mago della parola e artista puro, animato da vocazione, da quella vocazione che ti conferma animatore d'ogni esperienza, finanche dell'inanimato...
    Un crescendo, un ruggito, un'onda d'urto che travolge e palesa quanto si possa avere una concezione delle storie di natura estatica e passionale...
    Un amore immaginato, come quello del tuo Poema è sepolto nell'aspirazione d'ogni vero Artista. E' la voce del vento, la dimora selvaggia battuta dai cavalloni del desiderio, il sogno che diviene nido di allegorie per far da cornice alle vette del lirismo... Ti abbraccio tra visioni di luce abbaglianti, grata per un Opera così immensa.
    Maria Rizzi

    RispondiElimina
  6. Un florilegio dedicato all'amore; l'amore vero, però, non le sue mistificazioni, i suoi surrogati. Quello in cui spiccano i simbolismi dell'universalità; quello dell'uomo e della donna "purissimi", nudi sulla spiaggia e "armati soltanto del (loro) invulnerabile cuore". Il sorriso dell'amata è un uragano che spalanca le porte, è l'innocenza "fedele alle vertigini/del primo giorno che la terra fu"; è "un ciclone di fuoco" nel quale spegnersi ed accendersi, catturare e lasciarsi catturare.
    Vorrei far notare - come acutamente ha fatto Nazario - l'intreccio tra imperfetto e futuro nell'azione verbale: segno identificativo di un'eternità continuamente rinascente: "Morire in te,/nei neri laghi/dei tuoi occhi limpidi", e ancora "Di sicuro c'era, non visto/un altro sole nel cielo". E mi chiedo: può esistere fede più convincente?
    La poesia di chiusura è da antologia (bene ha fatto Pardini a proporla dopo l'introduzione) e lo farei anch'io di nuovo, per esteso, perché ogni parola è una testimonianza, una scia luminosa che squarcia la notte del disamore.

    Sandro Angelucci

    RispondiElimina
  7. Amici miei carissimi, sono commosso alle lacrime dalle vostre testimonianze che vanno molto al di là dell'affetto e che colgono l'afflato universale delle mie intenzioni poetiche. L'amore, a mio parere, non è un sentimento sdolcinato, ma una legge dolce ed implacabile, un sentiero impervio, un percorso di crescita interiore dove bisogna saper dare ai sensi l'immensa importanza che hanno, ma senza farsene intrappolare. L'amore è una scuola di libertà e di devozione nello stesso tempo. Ed il contrasto aiuta a sviluppare sensi molto più sottili di quelli fisici. L'amore è legato allo spazio-tempo, ma va al di là dello spazio-tempo, impegnando le regioni dell'assoluto. L'amore eterno non è quello che dura nel tempo, ma quello che si vive in un solo attimo, magari "sull'arenile arrossato / nell'ultimo gocciolare della sera", restando per sempre scritto nei registri incancellabili dell'eternità. Sono immensamente grato a Nazario Pardini per avere dato spazio a questi miei versi d'amore, ma ancor più per le parole lusinghiere che voluto e saputo pronunciare.
    Franco Campegiani

    RispondiElimina
  8. Leggendo queste poesie toccanti perché mosse da autentica ispirazione, mi sono rammentato dell'inizio della lettera del 30 maggio 1771 inclusa nel libro primo del WERTHER di Goethe: “ Quel che recentemente ti ho detto della pittura vale di certo anche per la poesia; basta soltanto saper riconoscere ciò che è eminente e aver l’ardire di esprimerlo; ma con ciò, senza dubbio, si è detto molto con poco…”. Un ringraziamento a Franco Campegiani per il dono offerto al lettore con il suo canto pulsante e vivo.

    Andrea Mariotti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ringrazio vivamente Andrea per questo interessante accostamento goethiano. Fra pittura e poesia esistono molti legami ed io sento fortissimo il richiamo del colore e delle immagini. Per ciò che riguarda Werther, devo dire che sento vicini i temi della sofferenza amorosa, non però quelli (orfici) della disperazione, perché - come sai - amo affidare al dolore valenze costruttive.
      Franco Campegiani

      Elimina
  9. Poesie di grande tenerezza e bellezza per narrare una storia d'amore di fervida umanità e dolcezza. Il tocco è delicato, struggente. E ancora trepida il cuore...
    Pasquale Balestriere

    RispondiElimina
  10. Questa breve silloge di Franco Campegiani è un vero "sorriso" che giunge "con passi lievi ed alati"...dal primo giorno che la terra fu", E', nel suo insieme, un poemetto dedicato all'amore che dall'amore nasce, che parte, con sicuro avvio,da "Adamo ed Eva nel vagito / del primo mattino". L'Aurora, le origini, per intenderci, dell'amore e del viaggio nella vita, attraverso tutte le vicissitudini e le gioie possibili, dall' "abbraccio / quando il carro del fuoco verrà / fino ad "un grido di guerra / armati soltanto dal nostro invulnerabile cuore" , da quando "Ero torre solitaria / lungo i litorali deserti" fino ai "voli bianconeri / delle tue ali d'angelo". Tutto sperimenta in questa breve silloge Franco Campegiani. E come poteva non sentirsi nei "panni di Ulisse" e non sentire Penelope "pur essendo lontana", sempre nel lungo viaggio della vita? E come non sentirsi Orfeo che canta amore eterno (non il "pusillanime Orfeo" che non ha sentito "il respiro tuo ansante") e come non sentire lo svanire di Euridice, colpevolmente sazio del proprio orgoglio e dalla propria vanità? E' l'Orfeo che si sente tradito dal troppo amore, non l'Orfeo preso da preoccupazioni filosofiche (come accade a Pavese nei Dialoghi con Leucò), ma preso da sublime amore che si sente morire "come sole che muore nel notturno mare::::come si spegne / questo ciclone di fuoco che cade / nella rete del pescatore". Amore vero, come del mito immortale di Orfeo e delle leggenda di Ulisse e Penelope nel più grande primo romanzo d'amore e di vita dell'insuperabile Omero.
    Complimenti, Franco, e complimenti a Nazario, che legge da par suo e profondamente penetra nei versi di questo poemetto d'amore.
    Umberto Cerio

    RispondiElimina
  11. Carissimi Pasquale ed Umberto, sono letteralmente abbagliato dalle vostre parole e dalla vostra generosità. Commenti straordinari, i vostri, come quello dell'amico e maestro Nazario, che esaltano, incoraggiano e ispirano in chi li riceve sensi di grande responsabilità. Vi ringrazio commosso.
    Franco Campegiani

    RispondiElimina
  12. Bravo Franco, sai cantar d'amore come volo di gabbiano e la leggerezza di un battito d'ali di farfalla. Bellissime poesie. Grazie

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te Rita. E' straordinario, in un mondo travolto da incomprensioni e violenze d'ogni tipo, scoprire ancora le ragioni dell'amore: una legge (non un sentimento) impressa in ogni cellula, in ogni atomo, della vita universale.
      Franco Campegiani

      Elimina
  13. Caro Franco, per me leggere il tuo canzoniere d’amore è come ritrovarmi sulla strada di casa.
    Ci piacciono le cose caduche, che hanno tempo breve perché terrene e che pure resistono al tempo.
    Cosa più di un sentimento così umano e così divino, che lega tutto l’universo e la stessa natura a noi?
    Mi ritrovo nelle tue immagini.
    Sento questo richiamo universale inesauribile.
    Mi complimento per questa tua sorpresa, lo stupore ci fa essere spontanei, puri e seppur non visti, sorridiamo a noi stessi.
    Grazie al Professor Nazario per ciò che propone alla nostra attenzione e per gli spunti che ci offre.
    Un saluto a tutti gli intervenuti e a te Franco!
    Aurora De Luca

    RispondiElimina
  14. Carissima Aurora, mi commuove questo tuo intervento. Io ho un nipotino di tre anni, ma ho più o meno l'età per poterti essere nonno... L'amore è una legge universale che prescinde dallo spazio-tempo, pur coinvolgendo totalmente lo spazio ed il tempo (e sta qui il mistero. L'umanità di oggi è impazzita e sembra aver dimenticato questa legge meravigliosa ed impervia. Ma fin quando ci sarà una giovane poetessa del tuo rango a cantarla, avremo speranza.
    Franco Campegiani

    RispondiElimina