venerdì 5 dicembre 2014

FULVIA MARCONI: "AUGURI DI BUON NATALE"

Fulvia Marconi: Augurarti di ‘’BUON NATALE’’.



CANTA, O BELLA MADRE
(La nenia di una mamma al suo bambino)


In quella notte tersa di Natale
anche i copiosi fiocchi della neve
sembravano carezze in seno al cielo,
atte a sfiorare l’uomo e il mondo intero.
Pure il silenzio s’era  fatto strano
nel percepir profumo dell’amore,
e il vecchio gufo, appollaiato al ramo,
taceva nel rispetto dell’ attesa.
Ed ecco,nella grotta, proprio in fondo,
levarsi un canto senza mai  l’eguale,
le note d’una nenia raccontavano
l’amore d’una Mamma pel Suo Bimbo.
Cantava bella Madre di quel canto
che sa di cielo e di sorrisi in boccio,
mentre appariva in  cielo qualche stella,
la luce…  pentagramma delle note.
Brillava, dolce viso, nel chiarore
e neve si scioglieva a quell’udire,
di rosso colorava le sue bacche
tra l’irte siepi, l’ispido agrifoglio.
Cantava bella Madre la canzone
che l’eco poi spargeva per la  valle,
la pecora fermava il suo cammino
e l’acqua si scordava il defluire.
Le stelle s’accostavano pian piano
a incorniciare quei capelli belli,
la prima e più lucente si staccava,
posandosi poi lesta a ornarLe  il piede.
Cantava bella Madre  a mani giunte
e quel Suo canto rallegrava il cielo,
un sussurrare ch’ancor oggi s’ode
e inginocchiare fa sorella luna.
Canta e l’incanto dammi al divenire
dell’ultimo momento d’esistenza,
poter vedere Te, Madre in mia attesa,
che, sorridente, culli il mio patire.

…Tu, canta, o bella Madre, il viver mio.

 Fulvia Marconi



5 commenti:

  1. Buon Natale a tutti gli amici di questo interessantissimo blog e un particolare saluto e ringraziamento al caro Prof. Pardini. Fulvia Marconi

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  2. Carissima Fulvia, leggendo il tuo canto privo d'ogni retorica, non asservito agli abituali schemi natalizi, sono tornata indietro nel tempo e ho 'riletto' la magia di una lirica del grande Salvatore di Giacomo. Il titolo era "'Na dummenica 'e Pasqua" - mi si perdoni qualche eventuale errore - , ed era, quindi, dedicata all'altra festività che celebra il Nostro Signore, ma, come la tua, celebrava una mamma, una dei vicoli di Napoli, che somiglia in modo commovente alla tua Madonna. Echeggi quella poesia indimenticabile, perché sai descrivere una scena di Betlemme e, soprattutto, la nenia della Mamma celeste con tocchi di superbo afflato mistico e lirico e con un incanto che rapisce. La scena che affreschi, meravigliosa nel suo lento, caldo descrittivismo, ci rende protagonisti della Nascita, e ci rende tutti figli di quella Madre, che 'fa inginocchiare sorella luna'. I versi che mi hanno totalmente stregata sono quelli della chiusa, Fulvia cara:
    "Canta e l’incanto dammi al divenire
    dell’ultimo momento d’esistenza,
    poter vedere Te, Madre in mia attesa,
    che, sorridente, culli il mio patire".
    E' la vicenda di Gesù, del suo travagliato percorso terreno, ma è anche la storia di ogni bimbo, figlio di un operaio, di un disoccupato, di un immigrato, che vive, finalmente, una pausa al suo soffrire...
    Mi hai emozionata molto, Fulvia e hai dato senso al Natale. Grazie.
    Maria Rizzi

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    1. Ti ringrazio, cara Maria, tu sai sempre trovare le parole giuste per rinfrancare il cuore. Fulvia

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    2. Ciao Maria, non sono riuscita a rintracciare la poesia o canzone di Salvatore di Giacomo ''Na dummenica 'e Pasqua''. Mi piacerebbe leggerla, puoi aiutarmi a trovarla? Ti ringrazio in anticipo. Cari saluti. Fulvia

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    3. Cara Maria, ho trovato la poesia di Salvatore Di Giacomo da te indicatami il cui titolo però è ‘’ Lassammo fa’ a Dio’’. Soltanto il primo verso cita ‘’ A dummeneca ‘e Pasca’’ però, leggendo e rileggendo, non ho notato alcuna similitudine con la mia ‘’Canta o bella Madre’’. Purtroppo la mia penna non ha la fiera potenza dello scrivere del Di Giacomo, anche il quadro illustrato dai rispettivi versi non è lo stesso, infatti nella mia poesia cerco di rappresentare, forse senza riuscirci troppo, la serenità, la gioia e la magia derivanti da una nascita ( la pecora fermava il suo cammino / e l’acqua si scordava il defluire). Tutto, in quel momento fatato, restava senza fiato poiché il canto tanto dolce della Madre riusciva a far inginocchiare sorella luna. Nella poesia ‘’Lassammo fa’ a Dio’’, la disperazione, la povertà e ogni sorta di bruttura fanno da padroni di casa. Anche la morte appare quale consolatrice delle tante disgrazie. Un quadro veramente inquietante. Cosa dire della disperazione di quella madre che, fortunatamente, ottiene da Dio la grazia di scendere in terra e di allattare il suo piccolo che l’attendeva in lacrime. Pianto e povertà sono i filamenti con cui Di Giacomo ha tessuto il Suo lavoro. Dolcezza e gaudio ho voluto rappresentare in ‘’Canta o bella Madre’’. Vedi, cara Maria, ogni anno per festeggiare il Natale scrivo qualcosa e ‘’Canta o bella Madre’’ è la prima poesia che ho partorito. Quest’anno, però, ho voluto strafare, cercando di esprimere la mia attenzione a questo importante evento con più di un lavoro. Mi sono divertita a comporre una glosa ‘’In quella fredda notte di Natale’’, un lavoro in endecasillabi sciolti ‘’Buon Natale’’ e una filastrocca ‘’La filastrocca del mese di dicembre’’. Il Natale è la festa del cuore bambino… è la voglia di ricominciare. Grazie, cara Maria, di avermi dato l’opportunità di leggere uno dei grandi lavori del Maestro Di Giacomo. Buon Natale. Fulvia Marconi

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