lunedì 15 dicembre 2014

SONIA GIOVANNETTI: "UN NATALE PER TE"

Un Natale per te

Io ti darò un Natale di lumi
bimbo - col gesto che mia madre aveva
nel racchiudere segreti regali
in pacchettini d’oro.

Io ti darò un Natale
che ti farà scordare
le faticose strade
dove nessuno ha nome.

Io ti darò un caldo Natale
con l’alto abete acceso
vicino al focolare

e ti darò la mano per condurti
lungo le tue giornate,
a che tu possa almeno divenire
ciò ch’io non sono stato.

Sonia Giovannetti


5 commenti:

  1. Dare gioia, dare colore e calore, infondere entusiasmo e fiducia nella vita. E' di questo che hanno bisogno i bimbi per crescere nell'equilibrio e per camminare saldi sulle proprie gambe lungo le strade del mondo, senza mai maledire il giorno che noi adulti li abbiamo chiamati alla vita. E' Natale, una festa di semplici affetti da vivere intorno al focolare. Grazie Sonia per ricordarci il sorriso, la luce e il sacrificio di tutte le mamme del mondo. Quella luce ci accompagni sempre, non solo adesso che viene il Natale. Come vorrei essere io, ancora, quel bimbo fortunato!
    Franco Campegiani

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  2. Sonia cara, il bimbo dei tuoi versi è retaggio del Bambin Gesù della tradizione e di molti antichi Natali, ma è soprattutto espressione del natale inteso come 'nascita quotidiana', come 'dono'. E il bimbo della tua poesia può essere un figlio, un nipote, un bambino incrociato per caso, per strada, o forse 'il bimbo' che vive il nostro tempo inquieto e così poco rassicurante. Con la grazia che ti caratterizza, che ti rende dispensatrice di amore, gli vai incontro e gli racconti che vuoi per lui ciò che non hai ricevuto... quale sigillo di luce... , vuoi lasciarlo sedere sulla sponda dell'amore, per sussurrargli che tutto può cambiare, che inventare la festa è ancora possibile, che il domani non è un puntino sul grafico dei sogni. Incredibile, Amica mia, la tua capacità di esprimere in soli quindici versi una storia così completa. Una storia che parte da lontano e si tende ad arco verso il futuro. Un bellissimo Natale il tuo. Degno di essere condiviso e amato. Ti stringo grata.
    Maria Rizzi

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  3. La poesia di Sonia Giovannetti mi sembrata, alla lettura, suggestiva e vibrante di genuina ispirazione. Una poesia intorno alla quale converrà fermarsi un attimo, per coglierne il valore letterario a parer mio evidente soprattutto nella penultima strofe: una terzina veramente illuminata dal bellissimo settenario “con l’alto abete acceso”(impossibile farsi sfuggire di tale settenario la sua marcata e costante apertura scandita dalla vocale “a”, con sottile valenza bioenergetica sul piano fonematico; talché è possibile percepire quasi il durevole respiro poetico della Giovannetti, capace subito dopo di un semplice ma felice accavallamento del verso: “focolare/…e ti darò la mano…”; all’altezza della quartina di chiusa della lirica). Ma il suddetto settenario, naturalmente, possiede una forza simbolico-spirituale che, per quanto mi riguarda, trova un suo nobile riflesso nelle “Regole della vita eremitica” di Rodolfo, priore di Camàldoli nel 1080; “Regole” dalle quali estrapolerò il seguente passo: “Potrai essere abete slanciato in alto... verdeggiante di fronde…sarai un abete per altezza di meditazione e di sapienza”. Superfluo parlare della bellezza della foresta camaldolese; luogo sacrale per eccellenza, nei secoli. Degno di nota, per me, il fatto che il settenario della poesia in oggetto abbia promosso l’associazione della quale ho appena parlato. Il Natale, del resto, è sempre occasione di un viaggio dentro se stessi e verso gli altri, ben al di là del trito buonismo. Ringrazio pertanto Sonia Giovannetti per questi suoi versi stimolanti e profondi, nella loro semplicità fatta di grazia.

    Andrea Mariotti

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  4. Chiedo scusa del refuso: " mi è sembrata", ovviamente, nel primo rigo del commento

    Andrea Mariotti

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  5. Sono io, amici carissimi, che ringrazio voi per l’attenzione che avete riservato ai miei versi e per le belle parole di apprezzamento che ho il piacere di leggere.
    Maria cara, come sempre, la tua generosità mi commuove e mi porta su quelle strade “di luce” che tu stessa, prima di ogni altro, percorri.
    E’ tuo “quel bellissimo Natale” che trasporti, ogni giorno, nella valigia del tempo.
    Ognuno di noi, caro Franco, porta con sé il desiderio di essere - soprattutto nell’intimità degli affetti che ci regala il Natale - “ancora, quel bimbo fortunato”. Quel mondo innocente, curioso, affettivo, bisognoso di una guida… vive in noi come presenza immanente al nostro mondo, alla nostra vita. Quel mondo è un tutt’uno con la nostra storia.
    E tu, caro Andrea, ce lo anticipi, affermando che “il Natale è sempre occasione di un viaggio dentro se stessi e verso gli altri”. E questo “bambino” che ci vive dentro procede verso l’ignoto - verso il futuro - in un viaggio di conoscenza, di sé e del mondo al tempo stesso. O ancor meglio: di sé come mondo.

    Sonia Giovannetti

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