lunedì 8 dicembre 2014

PAOLO BASSANI: "CARLO ALBERTO LONGARETTI: PITTORE E SCRITTORE DEL GOLFO"



Paolo Bassani collaboratore di Lèucade


CARLO ALBERTO LONGARETTI:
PITTORE E SCRITTORE  DEL GOLFO
Testimonianza di 

Paolo Bassani





Conosco e sono in amicizia col pittore scrittore Carlo Alberto Longaretti da decenni. In passato ho già avuto occasione di fare alcune riflessioni sulla sua creatività pittorica, come quando espose alla Galleria Vallardi. Di quella lontana mostra del 1978 custodisco un’opera significativa (i giaggioli) che piacque particolarmente al Vescovo Siro Silvestri, venuto a visitare la rassegna. Longaretti ed io abbiamo fatto lo stesso percorso professionale in una grande azienda IRI..  L’impegno lavorativo  non ci ha però impedito di dedicarci (naturalmente nel tempo libero) alle nostre passioni. Mi ricordo che nella pausa meridiana (a fine pranzo) ci incontravamo con altri amici, anch’ essi animati dalle medesime vocazioni. Era nato un gruppo artistico aziendale che per diversi anni diede vita ad una intensa attività. Mi ricordo, per esempio, le mostre di pittura e poesia, come quella tenuta alla Sala Dante della Spezia. Ebbene, in questo ambito, la nostra amicizia nata sul lavoro, prese una consistenza più intensa, più profonda. Ci sentivamo in perfetta sintonia “spirituale”. La creatività, infatti, in qualunque forma si presenti, ha il potere di avvicinare, di unire. Terminata la stagione del lavoro, Longaretti ha continuato con la medesima passione a creare: all’attività pittorica ha unito quella letteraria. Un impegno che dà motivazioni e soddisfazioni al suo tempo libero, assicurandogli quella vitalità del pensiero che è estremamente importante, come l’esercizio fisico, per mantenersi “giovani”. Ogni stagione ha i suoi frutti, basta cercarli e saperli amare. Sì, anche quella del post lavoro, soprattutto quando si ha il dono della creatività. Creatività che fu sintetizzata, alcuni anni or sono, in tre momenti fondamentali a compimento della vita: fare un figlio, scrivere un libro, piantare un albero. Sì, scrivere un libro, che riporti pagine del proprio esistere, è un po’ il segreto sogno di ogni uomo. Più ci  s’ addentra nel cammino degli anni, più si sente questo desiderio. Anch’io lo avverto. L’ho voluto ricordare in alcuni versi di una mia composizione: “Le stagioni passano: va l’una e l’altra subito s’appresta. Vanno gli uomini, gli eventi, le speranze e i sogni. Resta solo la memoria e la paura di vederla scomparire nella nebbia”. Penso che, proprio questo stato d’animo, sia la spinta propulsiva che fa prendere la penna e scrivere le proprie pagine della memoria. La vita di ogni uomo, è stato scritto, è sempre qualcosa di nuovo, di straordinario, di irripetibile. Un frammento d’umanità che sarebbe bene potesse essere conosciuto. Ognuno, letterato e non, in cuor suo sente il segreto desiderio di trasmettere a chi gli sta vicino, soprattutto alle nuove generazioni, un pensiero, una parola, la propria immagine interiore, che diventa un autentico ritratto spirituale, la vera fotografia dell’anima. Pagine che possono diventare una testimonianza, un frammento di storia. Una storia minore che forse non si studierà mai sui libri di testo, ma che non è meno importante nella storia di una comunità, perché ha il sigillo dell’ autenticità: è scritta, infatti, da chi l’ha vissuta in prima persona. Questa verità è stata riconosciuta anche a livello istituzionale. Non per nulla sono nate, anche qui alla Spezia, iniziative in questo senso, come il Concorso letterario “Storie di quartiere”, che invoglia il cittadino a scrivere le proprie pagine della memoria. E’ stato detto, giustamente, che non esiste futuro senza memoria. Sì, la memoria è la radice che unisce il passato al presente, e il presente al tempo che verrà. La memoria è il segno della continuità nella storia dell’uomo. Sì, anche oggi, anche nel tempo del computer, di Internet, di tecnologie sempre più sorprendenti. Sì, anche oggi, perché l’ uomo, in fondo, nonostante i progressi fatti sulla via della conoscenza, rimane pur sempre uomo, con la sua fragilità, con i suoi limiti, le sue attese, le sue contraddizioni, ma anche con la sua speranza, con la sua inesausta sofferta ricerca della verità. La scrittura di Longaretti, si innesta in questo percorso della memoria, in cui prosa e poesia si uniscono con le immagini di  sue opere grafiche significative. Sì, Carlo Alberto ama la magia del libro:  il caro vecchio libro, con le sue pagine di carta! Non si offendano le nuove tecnologie (il computer, Internet), certamente utilissime, con cui, peraltro, intrattengo buoni rapporti. (Al computer ho dedicato perfino una poesia). Non si offendano se adesso affermo che, invero, il libro tradizionale è altra cosa; qualcosa di insostituibile. Uno strumento, il libro, che non ha bisogno di fili, di batterie, che non ha paura di black out, di virus, che non ha timore - come il computer e l’uomo - di smarrire la memoria e tornare al nulla. Il libro è dunque uno strumento insostituibile, che consente all’autore di sopravvivere. In fondo -come diceva Aldo Palazzeschi- “ogni scrittore (anche se lo nega) cerca sempre un lettore: una mano amica da stringere nell’ oscurità”.


Paolo Bassani







ALCUNE  SUE  OPERE RECENTI


                   
                   

                   












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