sabato 5 dicembre 2020

ADA PRISCO LEGGE: "OPERA OMNIA" DI ANDREA CATTANIA, GUIDO MIANO EDITORE

Andrea Cattania

OPERA OMNIA

Recensione di Ada Prisco

 


L’Opera Omnia di Andrea Cattania, edita da Miano Editore (Milano, 2020), riconduce il lettore alla radice delle grandi questioni di senso e ai fondamentali dell’indagine filosofica. Sfogliare le pagine dei suoi componimenti è come accogliere la proposta in un viaggio nel tempo. Riporta alla Grecia antica, quando gli ambiti del sapere non si guardavano in tralice, né si concepivano come compartimenti stagno, bensì si aprivano alla curiosità come un unico, meraviglioso universo da osservare, contemplare, scoprire. L’universo, a cui siamo ammessi leggendolo, accoglie ogni domanda, entra in relazione con il nostro pensiero, con stile semplice, immediato, dando voce alle domande sane, che aiutano la mente ad allenarsi, lo spirito a non addormentarsi nella acquiescenza generale, a non delegare alle illusioni né alla comoda riserva mentale, che tende spesso ad assegnare il compito della risposta alla fisica, alla chimica, alla geografia astronomica o a chissà quale altro ambito delle scienze cosiddette esatte. Tenere fra le mani quest’opera è come entrare contemporaneamente in un planetario e svolgere una visita guidata, nella quale non si è meri spettatori, ma si può provare a rispondere, si accolgono le curiosità, si lasciano piacevolmente riaffiorare alla memoria le reminiscenze degli studi di filosofia.

E’ interessante cogliere fra le righe come l’Autore avverta con forza il dovere morale di non lasciar assopire l’intelligenza, quanto ritenga urgente, impellente stimolarla, elevare sempre più in alto l’asticella delle sue prestazioni, degli obiettivi da raggiungere. Seguirlo in questa ricerca ardua, quanto opportuna non può che essere salutare. Può persino favorire l’autostima, almeno tanto quanto molte altre attività più popolari, più dispendiose di energie, ma forse anche meno efficaci. Queste poesie non lasciano mai da parte l’esercizio dell’intelletto. In ciò mostrano una cifra personale, originale. In onore di Albert Einstein, Cattania scrive (p. 21):

 

Elevare lo spirito

a vette mai raggiunte,

dono sublime per l’umanità.

 

Menti eccelse, come appunto quella di Einstein, hanno segnato la storia, il percorso delle culture. Ciascuno nel suo piccolo, però, può allenarsi per scalare quotidianamente la vetta, che gli si para dinanzi, scoprendo così di poter offrire qualcosa più di prima a se stesso, a chi gli è intorno, nel suo ambiente vitale.

Tutti gli educatori, in particolare gli insegnanti, e, fra loro, ancor di più quanti insegnano materie importanti ma talvolta ostiche a molti nei loro presupposti, come per esempio la matematica, possono trarre spunti interessanti ed efficaci per la loro didattica. Chi mai aveva pensato allo studio di questa disciplina come a un viaggio su di un treno blu? E poi perché blu? Forse perché è il colore del cielo, del mare, dell’infinito, lascia ampio spazio di movimento, ma, al tempo stesso, richiede un metodo ben ponderato e assimilato, fermo come solo i binari sanno essere per consentire il movimento sensato e mirato della locomotiva?

 

Lasciati trascinare in questo viaggio

sul treno azzurro della matematica.

Nella tua mente costruirai castelli

di una bellezza che ora non immagini … (p. 22).

 

Incuriosisce questo stile creativo, sostanziato di commistioni particolari, capace addirittura di rendere la matematica affascinante come una fiaba da narrare in prima persona, pezzo dopo pezzo. Viene davvero il desiderio di accogliere l’invito, di ricominciare da capo a contare per vedere se va davvero a finire come sostiene l’autore, illuminati da idee non immaginabili.

Capire e studiare sono bisogni primari, assumerne piena coscienza ci aiuta a essere di più noi stessi. Questa maturazione avviene lungo le pagine in maniera lieve, senza nemmeno accorgersene. Se ciò avviene e se avviene in questo modo è grazie al poeta, il quale è ben consapevole di altre necessità profonde, importanti almeno tanto quanto le altre appena citate. Abbiamo bisogno di fantasia e di un po’ di romanticismo, nel mentre ci lasciamo attrarre dalle grandi domande di senso e cerchiamo delle risposte nel corso del viaggio della nostra vita, lungo o breve che sia. Sono parole che nutrono il cuore e che solleticano l’intelligenza, ricordando che non v’è alcuna separazione, che, a ogni punto di domanda e a ogni risposta, concorrono tutte le nostre facoltà, restituendoci a noi stessi, dopo un po’, più bambini, da un lato, un po’ più cresciuti, dall’altro. Diventiamo più bambini, perché ci alleniamo allo stupore, che rende magica la prima fase dell’infanzia e che sarebbe bello riuscire a recuperare sempre un po’ di più. Ci sentiamo così anche più adulti, perché cogliamo ogni stimolo, non ce ne sentiamo minacciati e ci esercitiamo ad accoglierlo in autonomia, collocandolo nel quadro dei nostri perché.

In tempi così sensibili alle tematiche ambientali questa lettura è quantomai attuale. Ci riscopriamo organismo fra gli organismi, microcosmo intrecciato ad altri piccoli mondi, che sfociano sul macrocosmo che ci appartiene, condivide il nostro stesso respiro. La constatazione si tramuta velocemente in un desiderio, perché si anela a un’immersione, che non è puramente fisica o materiale, ma che coinvolge la trama interiore, altrettanto viva e reale, mentre attende di essere maneggiata dalla sapienza che, sola, è in grado di lasciar immergere nel tutto. Diventiamo subacquei del mondo, mentre impariamo ad esserlo meglio in noi stessi, nelle acque alte dell’essere, che non conosce barriera né confine.

Lo sguardo dell’Autore è sereno, è complessivamente ottimistico il suo atteggiamento nei confronti del mondo, del tempo, dell’altro. Infonde fiducia in questo periodo cupo, in cui se ne avverte più che mai il bisogno. Ascoltarlo è un po’ come riconoscere una voce amica per telefono, ci si sente rassicurati, si respira meglio, senza ostacoli. Si percepisce che questa mente creatrice è avvezza all’approccio razionale di ogni difficoltà, in vista del suo superamento. E si sa dedicare a ciò che più conta, al progresso autentico fatto di scienza e di coscienza all’unisono. Da lui ci arrivano come dono perle di saggezza, consigli stringati e preziosi, che certamente faremmo bene ad accogliere:

 

Se vivi respirando poesia

ti trasfiguri in una dimensione

dove non hanno posto l’ignoranza

e le piccinerie del nostro tempo. …

Ti renderà felice assaporare

la purezza del respiro del mondo (p. 41).

 

E chi non desidera una felicità così accessibile da lasciarsi assaporare?

Probabilmente non possiamo fare molto per cambiare gli eventi esterni a noi, persino le persone care, che ci sono più vicine, però possiamo fare qualcosa di buono per guidare quel cambiamento che inesorabilmente avviene in ognuno di noi. Effettivamente la lettura d’autore, poesie belle e profonde come queste, possono silenziosamente accompagnarci nel cambiamento verso una versione migliorata di noi, meno incline alle superficialità, alle sciocchezze, anche alle inutili contese, più sensibile e ricettiva a ciò che vale di più, a partire dall’osservazione del mondo dentro di noi e di tutto intorno a noi, fino a contemplare in questa possibilità mondi che nemmeno immaginiamo.

Infinitamente piccolo e infinitamente grande necessitano dello stesso filtro per essere osservati e per concedere qualcosa di sé, una mente disponibile, che sa armarsi dei giusti strumenti, primo fra tutti la curiosità, che muove le corde dell’intimo e trova sempre per loro uno spazio di espressione. Possiamo riscoprirci così sotto una nuova veste, confezionata dalla buona volontà di apprezzare ciò che c’è. Non è poco, anzi è un ottimo traguardo a cui puntare. A chiunque può servire quella limpida visione cui rimanda il Nostro, richiamandosi al grande Lucrezio (p. 138).

Ed è bello ritrovare qua e là qualche riferimento all’esperienza dell’amore umano, narrato anch’esso sul filo delle metafore naturali. Impariamo così a percepirci come fiume respinto dalla forza maggiore del mare (p. 140), se facciamo l’amara esperienza del rifiuto in amore. Tutto resta bello, non c’è ruga, non c’è macchia, ciò che importa sono occhi aperti, vigili per guardare, per lasciar entrare, per riconoscersi in un paesaggio, che, comunque e sempre, parla di vita serena che scorre, semplice, ma governata da meccanismi intriganti che, in ultima analisi, ci permettono di giocare non facendo impigrire la nostra intelligenza.


Ada Prisco

 

 

Andrea Cattania, OPERA OMNIA, pref. di Rossella Cerniglia, Guido Miano Editore, Milano 2020, pp. 180; isbn 978-88-31497-25-1.

 

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