Anna Vincitorio,
collaboratrice di Lèucade
LE DUE
IRLANDE
Riflessioni
su Scritti dal carcere
BOBBY
SANDS
Editore
Paginauno – settembre 2020
“Oh
venti solitari che di notte vagate
A
tormentare l’anima del peccatore,
Vi
prego, di me abbiate pietà, di un povero ragazzo
che
non invecchierà,
Vi prego
abbiate pietà
di chi
giace nel dolore”.
Parole
che non possono trovare ostacoli. Le porta il vento che fluttua e non si può
fermare. Parole, scritte sui fetidi muri di una cella. Un ristretto spazio,
dimora di escrementi e di vermi.
Un
giovane dai capelli lunghi e la barba incolta le trasferisce poi su
piccoli
fogli di carta igienica. La biro minuscola nascosta all’interno del suo corpo;
le parole gridate usciranno dalla prigione perché il mondo sappia di quegli
orrori consumati. Bobby è un soldato volontario dell’IRA. In lui La “stella
Erin (nome irlandese per Irlanda) regina delle lacrime,/ Nubi nere ti
tormentano sin dalla nascita,/ E il popolo muore come stelle del mattino,/
Perché la tua luce possa ornare la terra”. Una Irlanda amata incondizionatamente,
testimone di ottocento anni di lotte senza paura; di ragazzi morti per la
libertà. Per un ideale di repubblica cattolica e socialista.
È
atroce pensare a tanta giovinezza rinchiusa e torturata. Negato dal 1976 lo
status di prigionieri politici, vengono rinchiusi nei blocchi H di Long Kesh;
torturati sotto il getto violento di pompe d’acqua; nudi, le gambe divaricate.
Violati nella loro intimità; pestati, offesi. Indicibili patimenti ma dalle
bocche di questi dieci ragazzi non è mai uscita un’ammissione. Negli occhi
l’orrore, nei corpi la violenza, ma libertà nella loro mente.
Cosa
potevano ancora vedere del mondo? Dall’interno della piccola
finestra
della cella s’intravedevano spicchi di cielo, si udivano cinguettare gli
uccelli e così sognare, sentirsi liberi. “Camminavo lungo il sentiero battuto
che si srotola sul perimetro della foresta alta e ripida di fronte a me… Una
lieve brezza sospirò, sprigionando piccole onde attraverso un oceano di felci
verdi, scintillanti e marroni che mi stendeva davanti…”. “Ho rievocato il mio
sguardo e ho trovato con facilità la mia vecchia casa. Non c’era più nessuno di
quelli che conoscevo, soltanto estranei che tagliavano l’erba intorno
all’albero con il quale sono cresciuto…”. “Io mi alzavo… ma dall’oscurità nero
inchiostro della mia cella lurida e fredda, avvolgendo il mio corpo nudo in una
coperta sottile e sudicia, mi incamminavo verso la finestra sbarrata e lì
appoggiavo la testa”.
È
questa la realtà di Bobby: “solo un nastro d’asfalto circondato da filo
spinato
e acciaio”.
Sul
pavimento, un lurido materasso e tre coperte sottili. Il tutto viene
portato
via al mattino e riportato alla sera. Il corpo violato dei prigionieri è
avvolto da una coperta. Sono i blanketmen.
Però,
mai Bobby dubita della vittoria, certa senz’altro, anche se lui non potrà
vederla, finché la mente rimane libera. Il pensiero è un gigante a più braccia
che non puoi imprigionare. Le sue poesie e le ballate si cantavano tra i
prigionieri e, libere, si diffondevano oltre gli angusti spazi. Prima venivano
cantate in gaelico, poi in inglese. L’immaginario di Bobby Sands è
poetico-politico. La sua forza interiore si materializza nella parola e la
parola vince la spada. Nei suoi canti, secoli di storia che risalgono al XII
secolo. L’Irlanda però ancora è divisa (la cosiddetta partizione del 1921) in
un piccolo stato orangista unionista, formato dalle sei contee dell’Ulster e le
ventisei contee dello stato libero poi divenuto repubblica d’Irlanda.
Nelle
sue veglie intramezzate da incubi “Il giorno striscia via e un’altra notte
entra strisciando/ Il tempo non si muove e non muore./ È giorno quando canta
l’allodola,/ È nera la notte quando sento il richiamo del chiurlo./ C’è pioggia
nel vento, le lacrime di spiriti,/ Tintinnio di chiavi sul ferro si avvicina…/
Dove vola il corvo la sera posano i miei pensieri,/ E come navi nella notte in
vela alla cieca,/ sospinte nel pensiero – che spezza il cuore –/ di quaranta
donne nel carcere di Armagh…”. “Ma nessuno è più coraggioso, né più infelice,
di quei fiori oppressi nel carcere di Armagh. Donne che, a differenza dei fiori
selvatici, rifiutano di piegarsi dinanzi ai venti stranieri della tortura e
della barbarie. La bellezza della nazione è stata sfregiata dal dolore e
dall’odio…”.
Nella
trilogia – Il crimine di Castlereagh – fortissime le descrizioni dei colloqui
e di chi non ce l’aveva fatta e gli avevamo estorti i segreti: “Incrociai il
suo sguardo quando passò/ una sagoma provata dal terrore/ Cercava qualcosa
nell’aria ma non c’era niente/ Come un cieco in una tempesta”. E parla anche di
una donna: “La portarono, era a testa alta/ I loro volti erano bassi,/… Lei mi
guardò determinata/ tra noi un tragico vuoto/ E sorrise con tanta pietà/ come
una rosa che sboccia d’inverno”. Ma non si può uccidere la libera volontà di un
uomo “E da quella nasce la libertà”. E dicevano tutti: “Ti avremo, amico, Per
trenta lunghi anni”.
Cosa
brama un prigioniero? La madre terra. Cosa vede? “Come erica contorta il grigio
fil di ferro/ strangola cieli di nubi,/ E ogni nube è un sudario insanguinato/
coronato di spine che piange”.
Per
sopravvivere, pensare alla natura anche se fuori dalle sbarre e “Sentire
l’allodola
al mattino/ e il tordo su un cespuglio lontano/ cantare acuto e chiaro. Ma chi
distingue l’allodola dal corvo/ con orecchie sanguinanti e fracassate?”.
D’estate la finestra della cella veniva chiusa con lastre d’acciaio. “Chiudere
fuori l’essenza stessa della vita: la natura”. “I miei aguzzini hanno
cominciato molto tempo fa, e ancora si sforzano di chiudere la finestra della
mia mente”. I prigionieri non venivano chiamati per nome. Erano solo numeri.
Blocco H 5-1066 era Bobby Sands.
Io ti
vedo marciare mentre sorreggi alta la bandiera, vestito della tua giovinezza,
dei tuoi ideali e, per non tradirli, hai scelto la morte.
Bobby
e i suoi compagni scelsero lo sciopero della fame a oltranza. Solo 27 anni e 66
giorni di digiuno quando morì nei Blocchi H del carcere di Long Kesh il 5
maggio 1981. Al momento della sua morte era conosciuto in tutto il mondo per
essere stato eletto al Parlamento britannico e per aver resistito a forti
pressioni sia politiche che morali. Il suo corpo scheletrito giaceva avvolto in
un pigiama imbottito. Non poteva parlare né scrivere più; né cantare ma, nella
sua mente la mamma: “Allora perdonami, Mamma solo un po’ di più/ per non averti
amato tanto prima./ Per la vita e l’amore che mi hai dato/ Ti ringrazio per
l’eternità”. E, in sequenza, forse, i suoi occhi hanno visto ancora una volta
sotto un cielo striato di incredibile luce, allargarsi spazi lucenti
incontaminati dove i sassi sono levigati dalle instancabili onde dell’oceano,
mentre verdi promontori dolcemente calano fino al limite estremo dove l’erba
cede il posto agli scogli. Piccole orme sulla sabbia e conchiglie dissepolte…”
Soffia,
soffia impetuoso il vento sovrano che condurrà la tua anima oltre il tempo
perché “The death is not the end” (Bob Dylan) e con te la tua Erin…
Oggi,
tra i murales di West Belfast, accanto alle parole del Cardinale Romero: “Gli
occhi che hanno pianto sanno vedere tante cose” e ai volti di Fidel Castro e di
Guevara c’è una frase di Bobby Sands: “Our revenge will be the laughter of our
Children”. La nostra vendetta saranno le risate dei nostri bambini.
Anna
Vincitorio
24
ottobre 2020
NOTIZIE
Bobby
Sands è nato a Rathcoole, quartiere di Belfast Nord da famiglia operaia e
cattolica. È entrato a 18 anni nell’IRA. Nel 1973 finisce in prigione la prima
volta nelle gabbie di Long Kesh fino al 1976. Dal 1° marzo 1976 i prigionieri
repubblicani furono confinati nei nuovi Blocchi H di Long Kesh e considerati
delinquenti comuni.
Bobby
Sands dal 1977 viene rinchiuso nei Blocchi H dopo 15 giorni di isolamento nel
carcere di Crumlin Road e condannato a 14 anni di carcere.
Negato
a lui e agli altri reclusi lo status di prigioniero politico. Al rifiuto
d’indossare la divisa del carcere, venivano privati dei loro abiti e i corpi
restavano nudi e avvolti in una coperta. Blanketmen. “Protesta delle coperte”.
Il 9
aprile del 1981 viene eletto al Parlamento di Westminster.
Dopo
uno dei più celebri scioperi della fame a oltranza, guidato da lui e dopo 66
giorni di digiuno, morì il 5 maggio 1981 nei blocchi del carcere di Maze. Dopo
qualche mese lo seguirono nella morte gli altri prigionieri.
Bobby
Sands aveva trascorso in prigione 9 anni della sua breve vita.
TROUBLES
(1969 – 1998)
La
ballata di Joe MacDonnell – di Brian Warfield.
Joe
MacDonnell è uno dei giovani soldati irlandesi morti nelle H lock di Long Kesh
dopo 61 giorni di digiuno. Aveva 30 anni.
Oh, il
mio nome è Joe MacDonnell – Sono venuto dalla città di Belfast
Non
vedrò più questa città
Perché
qui a Belfast ho trascorso i miei giorni felici.
Oh amo
questa città nei suoi molti aspetti
Per
tutto questo ho trascorso là la mia infanzia
e ho
trovato per me una moglie
E,
accanto a lei, una vita.
Ma
tutte le mie giovani ambizioni si scontrano
con
amarezza e odio.
Ben
presto mi sono trovato tra le sbarre di una prigione.
E così
mi definiste un terrorista
mentre
abbassate lo sguardo sulla vostra pistola
Quando
ricordo tutte le azioni compiute da voi.
Avete
saccheggiato molte nazioni
Diviso
molte terre
Terrorizzato
la loro gente
Avete
dominato con ferrea mano
Siete
stati voi la causa di questo regime di terrore
per la
mia terra.
Nonostante
quei molti mesi di internamento nel Maze
ho
pensato al mio paese sebbene fossi fuori questi giorni
perché
la mia terra era divisa
(e)
perché io ero in quel periodo in prigione.
Ingabbiato
senza motivo e senza prove.
E
sebbene io ami la mia terra
Non
sono un uomo duro
Ho
incontrato crudeltà e ingiustizia
Poi,
una fatale mattina ho scosso
la mano coraggiosa della libertà
In
modo giusto o sbagliato ho provato a liberare la mia terra.
Possa
Dio splendere su di te Bobby Sands per il coraggio dimostrato.
Possa
la tua gloria e fama essere largamente riconosciuta.
E
Francis Hughs e Roy Mc Creesh che hanno generosamente
donato
la loro vita
E
Patsy O’Hara e, prossimo nella lista, Io
E
chiunque giaccia accanto a me, possa avere
il
medesimo vostro coraggio.
E
prego Dio perché la mia vita non sia trascorsa invano
Oh ma
(quanto) triste e amaro è stato l’anno 1981.
Per
qualunque motivo io abbia perso la vita
senza
vincere.
La
ballata di Mairéad Farrell[1]
Per questo motivo non sostare
alla mia tomba a piangere
Non sono lì, non dormo
Non sostare alla mia tomba a
lamentarti
Quando l’Irlanda vive Io non
muoio
Non è a casa il posto di una
donna.
Combattere per la libertà ci
fa avanzare ancora
Ho tenuto alta la mia pistola
fino al giorno della libertà
Mi sono impegnata a combattere
per l’IRA
Nella prigione di Armagh ho
utilizzato il mio tempo
Le perquisizioni sul corpo
nudo erano un crimine inglese
mi degradavano ma loro non
avrebbero potuto comprendere
che io soffrivo per vedere
l’Irlanda libera.
La rocca di Gibraltar è il
luogo della mia morte
Mc Cann e Savage erano accanto
a me.
Ho udito l’ordine alto (forte)
e lacerante
La voce del Capo disse:
SPARATE PER UCCIDERE.
Per questo motivo non sostare
alla mia tomba a piangere
Non sono lì, non dormo
Non sostare alla mia tomba a
lamentarti
Quando l’Irlanda vive io non
muoio.
Non è a casa il posto di una
donna.
The
boys of Wexford[2]
I
ragazzi di Wexford
(1798)
Tra i compagni d’arme la
figlia del capitano, il capitano di Yoes[3]
che dice: “coraggiosi uomini
del regno unito d’Irlanda,
non saremo mai di nuovo nemici.
Un centinaio di sterline vi
darò se volerete da casa con me,
e io stessa indosserò un abito
maschile per combattere per la libertà.”
Coro
Noi siamo i ragazzi di Wexford
che lottarono col cuore e le mani
perché si squarciasse in due
la bruciante
catena e donare libertà alla
nostra terra natale.
Io non voglio oro, mia bella
fanciulla per
volare da casa con te;
I tuoi occhi splendenti
saranno la mia ricompensa
Non voglio oro per dar vigore
al mio braccio
per fare la parte del vero
uomo –
Per liberare la mia terra io
dono volentieri
le rosse stille del mio cuore.
Coro
E quando lasciamo le nostre
capanne, noi ragazzi
siamo partiti a buon diritto
per vedere i nostri amici
e vicini che erano sulla
collina di Vinegar,
Un giovane uomo della nostra
schiera irlandese
fece andare un cannone
che sbatté contro Lord
Mountjoy e mise a terra un despota!
Noi lottammo coraggiosamente
conquistando Ross e la città di Wexford;
Per tre anni a venire Bullet
Gate parlerà della nostra fama
attraverso il cavallo di
Walpole e il piede di Walpole
nel giorno di Tubberneering.
Con le picche scintillanti che
davano a lungo affidamento,
noi fendemmo la nostra strada
gloriosa.
Coro
E il nome di Oulart diventerà
la loro vergogna,
del loro ferro non abbiamo mai
avuto paura.
Per ciascun uomo si potrebbe
fare la sua parte
come Forth e Shelmalier!
E se per mancanza di capi, noi
restammo alla collina di Vinegar,
Saremo pronto per un’altra
lotta e ancora amore per la nostra terra.
The
rising of the moon
Il
sorgere della luna
(Ballata
dell’anno 1798)
“O, dimmi, poi, Shawn
O’Farrell, dimmi perché vai coì di fretta?
“Stai calmo, ragazzo, calmati
e ascolta e
le sue guance son tutte un
fuoco:
“Io porto gli ordini del
capitano – devi essere pronto, velocemente
e subito;
Per le picche bisogna essere
insieme al sorgere della luna”.
“O, poi, dimmi Shawn
O’Farrell, dove ci ritroviamo?
In un vecchio posto vicino al
fiume, proprio ben conosciuto
a me e a te;
Ancora una parola come segno
di riconoscimento,
un fischio sull’aria di una
marcia,
Con la tua picca sulla spalla,
al sorgere della luna”.
Fuori da una casupola di fango
gli occhi guardavano
attraverso la notte.
Molti uomini palpitavano per
avvertire la luce benedetta.
Sussurri filtravano lungo le
valli come
solitarie cantilene di spiriti[4]
e cento lame scintillavano al
sorgere della luna
Lì accanto al fiume che canta
si era vista
questa massa nera di uomini.
Lontano al di sopra delle loro
armi luccicanti
pendeva il loro amato colore
verde.
“Morte ad ogni nemico e
traditore! Avanti:
attaccate la melodia di
marcia.
E hurrah, ragazzi miei per la
libertà:
sta sorgendo la luna”.
Bene, loro lottarono per la
povera antica Irlanda;
colmo di amarezza il loro
destino
(O, quale glorioso orgoglio e
cordoglio
riempie il nome di
Novantotto).
Sì, grazie, Signore, ancora ci
sono cuori pulsanti
nella natura umana, nel fuoco
del mezzogiorno.
Chi avrebbe voluto seguire le
loro orme
al sorgere della luna!
Le
sponde dell’Ohio
Ho chiesto al mio amore di
fare una passeggiata
in basso e dove scorrono le
acque
lungo le sponde dell’Ohio
Coro
E dici soltanto che vuoi
appartenermi
in nessune altre braccia
essere avvinta
in basso vicino e dove le
acque scorrono
lungo le sponde dell’Ohio
Ho premuto un coltello contro
il suo seno
mentre lei era stretta fra le
mie braccia.
Lei pianse, Oh! Willie non
uccidermi
Non sono pronta per
l’eternità.
Le ho preso la sua mano bianca
di giglio
e l’ho trascinata su quella
sponda sabbiosa
là l’ho gettata perché
affogasse
La guardavo mentre scivolava
nella corrente del fiume.
Io stavo tornando a casa tra
mezzanotte e l’una.
Ho pianto. Mio Dio, cosa ho
fatto.
Ho ucciso la sola donna che ho
amato
solo perché non aveva voluto
essere la mia sposa.
Coro
E dici soltanto che vuoi
appartenermi
in nessune altre braccia
essere avvinta
in basso, vicino e dove le
acque scorrono
lungo le sponde dell’Ohio.
(È una delle murder ballads –
cantata da Joan Baez)
Gibraltar
Sono tristi ora tre case a
Belfast
L’antica Irlanda condivide il
loro dolore.
Monread Farrell, Sean Savage e
Daniel MCann.
Loro morirono nelle strade di
Gibraltar.
Si precipitarono fuori da
Belfast con
un programma di grande
interesse
per continuare la lotta di
liberazione dell’Irlanda.
Monread Farrell, Sean Savage e
Daniel MCann
morirono nelle strade di
Gibraltar.
Coro
Sono tristi tre case a Belfast
ora.
L’Irlanda condivide il loro
dolore
loro hanno camminato nel sole,
gli Inglesi fecero fuoco con
le loro pistole
e il sangue colorò le strade
di Gibraltar.
La Sas fu così orgogliosa
della loro morte
tre ancor giovani combattenti
giacevano
morti nella strada
Dati senza preavviso né alcuna
scelta per tirarsi indietro.
Per loro tre la morte in
Gibraltar.
Go
home british soldiers
Tornate
a casa soldati inglesi
Tornate a casa soldati
inglesi,
tornate a casa
avete preso non è vero le
vostre fottute case?
Per ottocento anni
vi abbiamo combattuto senza
paura
e ancora vi combatteremo per
altri 800 anni.
Lasciateci stare, soldati
inglesi
lasciateci stare soldati
inglesi
siamo arcistufi delle vostre
menzogne e tirannie
Adesso siete voi a dover correre,
siamo noi ad avere le pistole
per questo motivo fatevi un
giro e lasciateci
finché potete farlo.
Se voi restate soldati
inglesi,
se restate
nemmeno una volta potrete
battere l’IRA.
I quattordici uomini nel Derry
sono gli ultimi che
sotterrerete
tornate a casa e lasciateci
finché è possibile
No, noi non siamo Britannici,
non siamo Sassoni
non siamo Inglesi (ce ne
fottiamo)
Siamo Irlandesi e ne siamo
fieri
Così va a farsi fottere la
vostra bandiera dell’unione
Noi vogliamo indietro la
nostra terra
Vogliamo vedere ancora una
volta
l’Irlanda libera
Noi siamo coloro che
combattono
i soldati Inglesi
per la causa
Noi ci piegheremo mai ai
soldati
perché in tutta la nostra
storia siamo nati
per essere liberi
Fuori, bastardi Inglesi,
lasciateci stare!
Mary
from Dungloe
Mary
da Dungloe
Oh, addio a te dolce Dungloe I
Rosses e Gweedore,
Io sto attraversando lo
sconfinato oceano
dove le onde di spuma
ruggiscono
Spezza il mio cuore
l’allontanarmi da te
dove ho trascorso molti giorni
felici,
Addio alle buone amicizie,
Io sono in viaggio per
l’America.
O poi Mary tu sei la delizia
del mio cuore
Il mio orgoglio e sola cura
È stato il tuo padre crudele
che
non mi ha permesso di restare
qui.
Ma l’assenza porta il cuore ad
accrescere il sentire
E quando io sono sul mare aperto
Possa il Signore proteggere la
mia dolce fanciulla
finché io non ritorno
nuovamente.
The
curragh of Kildare
La
pianura di Kildare
L’inverno è trascorso e
l’estate è giunta finalmente,
e gli uccelli iniziano a
cinguettare sugli alberi.
I loro piccolo cuori sono
lieti ma il mio è molto triste
perché il mio vero amore è
lontano da me.
Indosserò una veste e
pettinerò indietro i miei capelli
e mi mostrerò così in velluto
verde.
E mi rifugerò nella pianura di Kildare
CORO
perché lì avrò notizie del mio
amore.
Tutti voi quando si è
innamorati e non te ne puoi liberare.
Io provo compassione per le
angosce che sopportate
Per esperienza sono a
conoscenza che
i vostri cuori sono colmi di
affanno
Un affanno al quale i mortali
non possono porre rimedio.
CORO
Indosserò una veste e
pettinerò indietro i miei capelli
e mi mostrerò così in velluto
verde
E mi rifugerò nella pianura di
Kildare
perché lì avrò notizie del mio
amore.
I know
my love
Conosco
il mio amore
Io conosco il mio amore per
come cammina
Io conosco il mio amore per
come parla
Io conosco il mio amore
vestito in Jersey blu
E se il mio amore mi lascia,
cosa farò?
E ancora lei ha gridato: “Io
amo lui, il migliore”
E ancora lei ha gridato: Sono
pochi i bei ragazzi
E se il mio amore mi lascia, cosa
farò?
C’è una casa per danzare giù a
Mardyke,
E lì il mio vero amore va ogni
notte,
E prende una sconosciuta sopra
il suo ginocchio
E non ti chiedi ora che questo
mi infastidisce?
Coro
Se il mio amore sapesse che so
lavare e strizzare,
Se il mio amore sapesse che so
tessere e filare
Potrei fare per lui un abito
di bellissima qualità.
Ma la mancanza di denaro mi
lascia indietro certamente.
So che il mio amore è uno
spregevole giramondo,
So che il mio amore girovaga
per l’aspro mondo
in lungo e in largo
In qualche città straniera può
scegliere di sostare
E qualche ragazza straniera
sicuramente sposerà.
Come
to the Bover
Verrete
alla dimora
Verrete alla verde dimora
oltre lo sconfinato oceano
Dove mirabili onde
s’intrecciano in fulminante movimento
Dove si vedono le sirene e la
feroce tempesta si accumula
Verrete alla verde, amata
Erin, la cara terra dei vostri padri.
Verrete, verrete, verrete,
verso la verde dimora
Verrete verso la terra di
O’Neill e O’Donnell,
patrioti soldati di Tirowen e
Tirconnail,
dove Brian condusse i Danesi e
San Patrizio i criminali.
Nelle loro valli è presente
tuttora la bellezza e il fascino
Coro:
Verrete alla verde…
Potete visitare Benburgh e la
storica Black Water,
dove Owen Roe incontrò Munroe
e i capi di questo massacro.
Potete cavalcare con la marea
sul largo magnifico Shannon,
Potete navigare intorno a Lock
Neagh
e vedere il celebrato
Dungannon.
Coro:
Verrete alla verde…
Andrete e desterete la loro
terra perduta
dai loro sonni
e le sue catene noi
infrangeremo,
i vincoli che avevano a lungo
gravato
e l’aria echeggerà con Hosanna
per salutarvi,
e sulla spiaggia ci saranno i
cavalieri irlandesi (coraggiosi)
per incontrarvi.
Coro:
Verrete alla verde…
Life a
rover
Vita
di un vagabondo
I tempi stanno cambiando non
si può negare
Il giorno del viaggiatore è
finito
Lì non c’è nessun luogo per
andare e
nessun luogo per fermarsi.
Così addio alla vita di un
vagabondo
Coro
Addio alla tenda e alla
vecchia carovana,
al calderaio, allo zingaro,
all’uomo in viaggio.
Addio alla vita del vagabondo
tu devi muoverti per stare al
passo coi tempi.
In questi giorni un uomo non
può essere in collera
Lì c’è una legge locale che ti
dice di tenere la tua strada
E un’altra per dirti che non
puoi vagabondare.
Addio al pony, al cavallo da
sella, alla giumenta
le briglie e i finimenti sono
inutili.
Non ti occorre una cinghia
quando
fai a pezzi un brandello
Così addio al morso e alla
briglia
Coro
Addio alla tenda e alla
vecchia carovana,
al calderaio, allo zingaro,
all’uomo in viaggio.
Addio alla vita del vagabondo
tu devi muoverti per stare al
passo coi tempi.
KEVIN
BARRY
di
Casey Waltons
A Mountjoy Jail un lunedì
mattina
sopra un alto albero da forca
Kevin Barry donò la sua
giovane vita
per la causa della libertà.
Soltanto un ragazzo di
diciotto primavere.
Certo nessuno può smentire
che lui andò verso la morte
questa mattina
fiero, tenne con orgoglio in
alto la sua testa
prima di affrontare il boia
nella sua cupa cella della prigione.
I soldati Inglesi torturarono
Barry
solo perché lui non aveva voluto
dire
il nome dei suoi valorosi
compagni.
E loro sibilavano le parole
per sapere:
“Fai la spia o noi ti
uccideremo”.
Lui tranquillamente fermo
nell’attenzione
mentre porgeva il suo ultimo
addio
alla sua scoraggiata madre
dal cuore spezzato
Nessuno potrebbe raccontare
il loro mesto dolore per la
causa
della quale lui teneva
orgogliosamente in gran conto.
Questo distacco è avvenuto.
Poi, si è incamminato verso la
morte
sorridendo lievemente.
Per tutto questo l’antica
Irlanda ha ottenuto la libertà.
Il Bardo
di Armagh
Oh, presta attenzione alla
condizione di un
povero irlandese suonatore
d’arpa,
e non disprezzare l’impegno
delle sue povere mani avvizzite
Ma, ricorda, le sue dita
potevano una volta
muoversi con maggiore agilità
per rievocare la sua cara terra
nativa.
Quando ero un ragazzo, Re
Jamie prosperava
E io seguivo le guerre nelle
mie scarpe legate con la paglia
E tutte le belle ragazze
irlandesi da Wenford a Durrish
Mi chiamavano l’intraprendente
Phelin Brady
il Bardo di Armagh.
Come io ami riflettere sui
giorni della mia infanzia
sebbene siano trascorsi
ottantatré anni
rapidamente da allora
…
Tutto questo ancora comporta
una lieta riflessione.
Di come ogni giovane
desidererebbe gioire.
Per un ragazzo dal cuore
leggere può essere il meglio
di un uomo maturo.
E con un bel picchiettare ho
tenuta ferma
la mia bacchetta
ovvero saltellare una giga con
le mie scarpe legate
con la paglia –
mentre tutte le ragazze
graziose erano intorno a me.
L’amato, irresistibile Phelin
Brady, il Bardo di Armagh.
Sebbene io abbia attraversato
il mondo selvaggio
È certamente Erin la mia casa
e per me genitrice
Poi oh, fa che la terra che
coprirà le mie vecchie ossa
sia intrisa della sporcizia
calpestata per la libertà.
E quando il sergente Morte mi
serrerà nelle
sue fredde braccia
e mi cullerà per dormire con
la dolce “Erin a Brach”[5]
a fianco della mia giovine
moglie Katleen.
Oh ponete lì il mio giaciglio
Per dimenticare Phelin Brady
il Bardo di Armagh.
The
man from Mullingar
L’uomo
da Mullingar
Si può parlare, scrivere e
gloriarsi sui vostri Fenians
e i vostri clans;
E come i ragazzi della contea
di Cork picchiano i Block e i Tans[6]
E si può osservare un piccolo
vecchio brontolone
che ne veniva fuori senza una
cicatrice
Il suo nome era Paddy
Mulligan, l’uomo venuto
da Mullingar
Coro
E i poliziotti lo cacciavano
fuori da Connemara
per il pestaggio del
coraggioso rampollo O’Hara:
E quando andò a Ballymode lui
rubò
la macchina al pastore
e la vendette al vescovo giù
nell’Ardagh.
Settecento poliziotti non lo
presero
Il Re emanò un ordine per
linciarlo
Quando Patrick arrivò a Dublin
Park vendette
la sua vettura
e donò il ricavato alla
brigata dell’IRA nel Mullingar.
Il lunedì di Pasqua quando i
ragazzi
ascoltarono il suono delle
trombe,
Il giovane tenne alta la
bandiera di guerra
sulla collina della sua città
natale.
Per prima cosa lui andò a
rappacificarsi col vecchio Padre Maher
Poi venne via, fece saltare la
caserma e mandò
in rovina mezza Mullingar
Coro
Quando l’Irlanda porta la pace
tra
le nazioni del mondo
e la sua bandiera arancio,
bianca e verde è
spiegata ai quattro venti,
Quando leggerete l’albo
d’onore troverete
segnato con una stella
Patrick Sarfield Mulligan,
l’uomo di Mullingar
Traduzioni delle ballate di
Anna Vincitorio
Con i più vivi ringraziamenti
all’anglista Prof. Clara Tomaselli per il suo contributo di ricerca
[1] Il primo verso della ballata di Mairéad Farrell è l’inizio di un canto che veniva recitato ai funerali in Irlanda.
“Non piangere sulla mia tomba,/ Non sono lì, non dormo./ Sono mille venti che soffiano,/ Sono i riflessi del diamante sulla neve,/ Sono il sole sul grano maturo,/ Sono la dolce pioggia autunnale./ Quando ti svegli nel silenzio del mattino/ Sono la corsa rapida dei quieti uccelli/ Che si levano a cerchio in volo./ Sono la morbida luce notturna delle stelle./ Non piangere sulla mia tomba,/ Non sono lì, non sono morta”.
[2] Questa canzone fu cantata da J.F. Kennedy in una scuola irlandese. Della strage sulla collina di Vinegar ne parla in Door into the dark Seamus Heaney – Vernice anno XXI n° 51 trad. Di Anna Vincitorio –
“le tasche del nostro cappotto piene d’orzo/… ci siamo mossi velocemente e all’improvviso proprio nella nostra campagna/… Poi la ritirata attraverso le siepi dove avrebbe dovuto essere lanciata la cavalleria/ fino al fatale conclave sulle colline di Vinegar/… Il fianco della collina si tinse di rosso, penetrò nella nostra onda infranta/ ci seppellirono senza sudario e cassa/ E in agosto l’orzo germogliò sulla tomba”. Titolo della poesia Requiem for the croppies
[3] Yeos sta per yeo men, contadini inglesi
[4] Baushee – creatura che emerge dai miti irlandesi e scozzesi: uno spirito ancestrale femminile
[5] Gaelico – dolce cara Irlanda
[6] Soldati reclutati che combattono gli Irlandesi
RICEVO E PUBBLICO:
RispondiEliminaDesidero congratularmi con l'appassionata studiosa, signora Anna Vincitorio, per l'attenzione più volte rivolta all'esamina delle tematiche sociali portate in luce da autori che hanno lasciato un segno forte, universale; una testimonianza poetica profonda nella storia esperienziale dell'uomo.
Con l'augurio indistinto che il tempo elevi spiritualità nella vita dell'umano; un richiamo, seppur imperscrutabile, di libertà, colgo l'occasione per porgere un sentito abbraccio a voi tutti dell'isola, al caro Nazario.
Rita Fulvia Fazio
Con affetto, Nazario, la ri