sabato 27 novembre 2021

NAZARIO PARDINI: "VAGHEZZA"

 Vaghezza

 

Una vaghezza, mentre sulla soglia

 miravo tracimare

il sole sull’orto, mi assalì

con tutto il suo sopore. Mi gustavo

le stille dei rubini che dal vetro

pungevano occidente. Il cinabro,

sortito dal bicchiere trasparente,

somigliava al rossore in lontananza.

 Incantamento.

Mi perdevo confuso tra i colori

di pesca e di susina nella scia

che in fondo lievitava.

Il pensiero parlante partoriva

un’imbarcazione avvolta nella porpora.

Tu eri là. Nascesti dalle zagare.

Dai tuoi serici veli mi apparivano

forme rosee di ninfa come petali.

Li germinava il cielo generoso

con le dita iridee. Sorridevi.            

Io ti raggiunsi celere e parlammo

tra il disfarsi totale della sera

nel carminio che esplode quando serri

le palpebre alla luce. Era il viaggio

che sempre ti promisi sopra un’arca

veleggiata dal vento dei sospiri.

Parvenze tutt’attorno. Le più belle,              

le più pure, quelle magiche. Ed il blu

che ci veniva incontro dall’oriente

le vestiva profondo. - Non temete. -

Noi restavamo avvinti. - Non temete.

Si accenderanno stelle e dalla luna

gocciolerà su voi nettare vago

avvezzo a far sognare. Basta amare

e tutto sarà d’oro, e azzurro il cielo. -

Rutilavano i sogni sul velluto

dell’arca al ritmo lieve degli stormi 

tremuli. Al giogo del tuo carro i frulli

profumati di sepali di rosa.

Raggi tardi e restii si staccarono

dal sole e differirono la notte.

Era il viaggio di un’intera vita;

una storia, una morte, quella vita

portata sempre in anima. Volare

sopra la terra bigia, oltre la notte,

avanti che l’oscuro partorisse         

staticità massicce alle memorie,

avanti che l’oscuro senza stelle       

continuasse nero il suo silenzio.

 

 

 

4 commenti:

  1. RICEVO E PUBBLICO

    Caro Nazario, offrire sul Blog la lettura di questo INNO ALL'AMORE, di questa sua splendida poesia VAGHEZZA, è da par suo.
    Poesia indimenticabile, letta nel testo Alla volta di Lèucade e commentata alcuni mesi fa sul Blog: una perla donata al lettore.
    Quale Pathos! Energia, vis d'amore conducono la musicalità dell'anima che prende il volo! Della natura e del tempo suo, il pensiero serra e germina la luce; le esplosive emozionanti tonalità del cielo. È il viaggio nell'incantamento! È il nettare che intreccia il soffio vitale e ineludibile fra Eros e Thanatos.
    Ed è una vaghezza.
    Fulvia Rita Fazio

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  2. "Era il viaggio di un'intera vita", reciti, Maestro mio, e mi vien da dire di ogni vita che sappia vagheggiare e non arrendersi alla banalità dei giorni tutti uguali come le aste sui quaderni dei bambini. L’intensità dello sguardo ti spinge ad accarezzare con la mente, a toccare le sponde del sogno. Dante nel Purgatorio scriveva: "Esce di mano a lui che la vagheggia /prima che sia, a guisa di fanciulla /che piangendo e ridendo pargoleggia". Tu, in altro secolo, con modernità e realismo magico, che lasciano basiti, ti spingi sul davanzale della vaghezza con i versi: "Il pensiero parlante partoriva /un’imbarcazione avvolta nella porpora./Tu eri là. Nascesti dalle zagare." La parola può esser vuota, fossile, lo è in fin troppe circostanze, la verità si lascia scrivere altrove, nei sintomi, nelle tracce. Il pensiero parlante è l'ordito di colui che esprime i propri concetti in stato di trance, di vaghezza appunto... Tu rivivi l'amore, per Delia, per una sconosciuta, per ogni donna e ci culli nel tuo crescendo rossiniano, nell'amore che è stato e che continua a palesarsi tramite il pensiero magico che non conosce i vincoli del tempo e dello spazio propri della logica. Liriche travolgenti come questa, Nazario caro,caratterizzate da quest'animismo, che ti permette di 'portare in viaggio un'intera vita', sono voli dell'anima, che solo la tua Arte può realizzare. Sconfiggi ogni demone, sei al di là della morte, e colori il tempo con l'empatia del fanciullo, visitando universi di luce e di poesia tonante. Grazie per questa 'vaghezza', che è solo tua, ma sento infinitamente vicina al mio cuore e al desiderio di sogno che in questo periodo più che mai mi pervade. Ti tengo stretto stretto e distillo la tua linfa...

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  3. Tu eri là. Nascesti dalle zagare.Non è una dea che sorge dalle acque, questa creatura si annuncia col profumo d'arancia ed è visione,sogno, realtà, memoria di una vita intera.La tua vaghezza ci lascia sognanti .. grazie per questi versi

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  4. Dopo aver letto alcune pagine degli esercizi spirituali di Ramón Del Valle Inclán posso dire di aver capito perché la poetica di Nazario pardini è importante: perché riesce a dare la visione spirituale delle cose minime, che proprio per il loro contenuto, non sono minime. Mi spiego: un nulla può contenere un tutto. Ecco il punto: capire quello che contiene il nulla è privilegio dei poeti. Questa è la grandezza di Nazario che corre bambino nei campi e vola sopra la terra, oltre la notte, prima che l'oscuro silenzio ordisca le sue trame. Nel salto nei campi di un bambino coi pantaloni corti e il ciuffo ribelle, c'è l'immensità del momento che, colmo di meraviglia, prepara le messi per il futuro che, inesorabile, arriva e insegna che se si è vissuto bene prima del suo arrivo, lo spirito ha colmato l'anima, se se è vissuto male, forse rimane ancora un po' di strada da fare... perché in fondo, non è mai tardi per vivere. Claudio Fiorentini

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