Antonio Romanelli (nipote di Gianni
Rescigno): discorso pronunciato in occasione del convegno tenutosi
al Teatro dei dioscuri al Quirinale
Innanzitutto
voglio ringraziare il circolo IPLAC nella persona del presidente Roberto
Mestrone ed in tutti i suoi componenti. Un ringraziamento speciale va ai
carissimi amici Sandro Angelucci, Franco Campegiani e Giacomo Panicucci che
hanno dedicato tutto loro stessi alla realizzazione di questo progetto. Un
ulteriore grazie va a tutti gli amici e colleghi del nonno, presenti e non, che
in questo periodo hanno manifestato profonda stima e affetto. In particolare
ricordo, con commozione, l’arrivo del Professor Vincenzo Guarracino in
occasione degli Estremi Onori e le sue meravigliose parole, emblema nitido
della Vera Amicizia che lo legava al nonno e della stima che manifestava e
continua a manifestare per la sua Parola Poetica. Perle rare sono giornate come
queste in cui l’Arte e la Poesia fanno da protagoniste nel nostro tempo,
purtroppo un tempo “anfibio”, che ha relegato nel dimenticatoio la vera Cultura
e che ha dato spazio, troppo, alle mode futili, ai falsi miti. Dunque sono
proprio giornate come questa che proteggono la cultura e la mantengono viva e
che ci fanno sperare di trovare una via d’uscita in questo tortuoso ed
intricato labirinto che, bene, figurativamente, identifica la nostra epoca.
Felice e soddisfatto sarà sicuramente il nonno che per tutta la sua vita aveva
professato, lontano dalle conventicole che esercitano l’egemonia letteraria nel
nostro paese da molti anni, la Vera Cultura, la Vera Parola Poetica, libera da
ogni vincolo, pura ed assoluta nella sua Essenza. Soltanto incentivando più
giornate come questa dove, ripeto Poesia, Musica, Arte, nell’accezione più
intima del termine, sono le protagoniste si potrà avere
la Resurrezione della cultura e allora, soltanto allora, le foglie saranno
parole.
Antonio Massimiliano Romanelli
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