IL FERVORE DEL PUNGITOPO
da una terza rilettura del mio
giardino d’Avvento
Ascolta il mio giardino
d’Avvento
non respiri di viva linfa
non profumo-voce di fiori.
L’elleboro l’azalea alla
Nascita
allora splendenti di candide
corolle
straniti ora spenti di
sogni-boccioli
da mortale cosmica disarmonia.
Eppure nel segreto d’antico
verde
– intrico di felci paterne
vigne ed altro –
da dodici lune inesausto mio
pungitopo brilli
di lucenti bacche, miriadi, fra
foglie-sillabe sgraziate.
Prodigio al cuore, stupore a
mente stagioni.
Quel tuo fervore impercepito percorre
il Creato intero, il nostro fragile
vivere
fra gli aghi del soffrire
alito-ispiratore di vita nuova
fuoco-vestale di magica Attesa
e in te è già dono di rosse bacche
presenza divina praesentita
dalla tua anima vegetale
all’uomo
annunciata quale canto colore
fiducia
in un’eterna rinascita.
E tu Bambino
in povertà di grotta rinasci
nell’incanto
infinito di millenni
offerta
di Luce-speranza Sempre
di
tenerezza infante con celestiale aureola
d’umile
innocenza a Creato e creature.
Al
miracolo dell’armonia da Te rinata
s’aprono
albe di petali immacolati
fra
stellate di bacche rosse
palpitano
s’inverano sogni
d’azalee
ed elleboro
di
pastori piccini e universe genti
tuttinsieme
stretti nelle aiuole del tuo Amore.
Maria Luisa Toffanin, che ho avuto modo di incontrare ad Abano Terme, ci dedica una lirica sull'Avvento,strutturata su più piani di lettura. L'arrivo del Bambino Gesù é il Simbolo della fragilità di noi uomini, in perenne attesa di un evento, dell'Evento, che possa "fra gli aghi del soffrire" essere "alito-ispiratore di vita nuova". Una lirica che viaggia su un registro di immagini visibili, quasi corporee, composte di elementi climatici, che si fondono armoniosamente con quelli esistenziali. Lo scenario dell'Avvento diviene la proiezione degli stati d'animo, delle speranze, delle attese, di noi uomini, figli di una natura benigna. E' di grandissimo impatto la capacità dell'Autrice di dilatare l'orizzonte poetico in corrispondenza a un'espansione della sua e della nostra esperienza vitale. Un testo che dà senso a questi giorni, di fronte al quale mi inchino.
RispondiEliminaMaria Rizzi