domenica 20 dicembre 2015

SANDRO ANGELUCCI: "I CAPELLI DEGLI ANGELI"

Sandro Angelucci collaboratore di Lèucade


Vorrei augurare BUONE FESTE con una speranza: che si riesca tutti (me compreso) ad innamorarci della vita vera, che non è tale se non si scopre la luce nelle lacrime e viceversa. Con il forte auspicio che la Poesia torni ad essere messaggera del vero, BUON NATALE E BUON ANNO A TUTTI



I CAPELLI DEGLI ANGELI


Li chiamano capelli d’angelo
quei fili argentati che a Natale
coprono le spalle degli abeti.
Ma i volti, gli occhi
dell’innocenza soffocata dal dolore
dove si nascondono,
perché non hanno quella luce
perché non entrano
nei cuori e nelle case?
Forse non vogliono,
forse ci aspettano nei boschi
tra le nebbie dicembrine
nelle trine ricamate
lungo i rami.
Forse, gli angeli sono malinconici
piangono, a Natale.
E sciolgono i capelli sulle spalle
per farci innamorare
della vita
che scorre luminosa
sotto le lacrime.
  

Sandro Angelucci

6 commenti:

  1. E questa lirica, del mio amico Sandro, é lo specchio del suo vivere, oltre che del suo versificare. Rende allegoria anche "i fili argentati che a Natale
    coprono le spalle degli abeti".Divengono i capelli degli angeli, che piangono questi Natali senza misticismo, senz'anima, senza luce. Il 'fanciullo' che é nell'autore rappresenta il simbolo più puro del senso di Fede perso nel rumore del progresso e del consumismo. E, in questo particolare momento storico, é altissimo monito.... Abbiamo il dovere di rispettare "la vita
    che scorre luminosa
    sotto le lacrime". Grazie. Un abbraccio forte e il più caldo degli auguri!
    Maria Rizzi

    RispondiElimina
  2. Versi soavi e malinconici, dolceamari, per ricordarci il comune ceppo della gioia e del pianto. Gli angeli vorrebbero farci innamorare della vera vita, della vita piena, che è sempre bianco-nera, ma noi sfuggiamo all'accorato appello, preferendo rintanare in un mondo artificiale, a senso unico. Così il Natale diviene un feticcio tutto lustrini e argenti, ma privo di mistero. Poesia delicata e luminosa, ma ribelle e rabbiosa nel profondo.
    Franco Campegiani

    RispondiElimina
  3. Forse non vogliono, forse ci aspettano, sono malinconici, piangono e sciolgono i capelli per farci innamorare... trovo in questa poesia non solo l'amico Sandro, ma un richiamo. Loro ci sono, comunque sono lì, per noi. Basta saper guardare, sentire, cogliere l'essenza di ciò che passa, e che non torna. Ogni anno si rinnova il rito del Natale, ma di rito ormai ha ben poco. Non solo il Natale, ma ogni giorno, sì, perché ogni giorno è un giorno nuovo e merita di essete vissuto, mentre noi, lì a consumarlo come un motore brucia il combustibile, invece di cogliere il dono della vita. Vivi, uomo, vivi ora, pienamente, non vergognarti di farlo, perché solo ora sei qui, ora. E se un altro Natale di regali e panettoni passerà senza che tu capisca che l'Universo ti parla, non incolpare il cielo, gli angeli, il destino... perché sei tu che arrivi tardi all'appuntamento, non loro.
    Un abbraccio
    Claudio Fiorentini

    RispondiElimina
  4. Il poeta evoca figure che trascendono lo spazio e il tempo, che esortano a ideare un futuro e un Io diversi. La psicologa Luciana Quaia ci ha fatto conoscere un pensiero originale dello scienziato svedese E. Swedemborg, vissuto nel XVIII Sec., che definì gli angeli “altrettanto reali quanto gli abitanti della terra, o meglio uomini in uno stato di perfezione.” Li descrive con un proprio Io, capaci di mutare stato e umore a seconda della propria esposizione alla luce del paradiso.“Forse ci aspettano nei boschi/ auspica l'Angelucci. E ancora: “perché non hanno quella luce, perché non entrano.”
    Credo che il momento presente viva di scarsa luce non solo per gli uomini, ma anche per gli angeli che cercano di sollevarli dalla solitudine.
    Sempre Luciana Quaia richiama il saggio dal titolo: “La missione disconosciuta degli angeli emotigeni” nel quale l'autore, Baldo Lami, sostiene che “le caratteristiche con cui si manifestano gli angeli sono straordinariamente simili a quelle con cui si manifestano le emozioni.” Dunque, la figura simbolica dell'angelo è collegata alla capacità di emozionarsi.
    Per l'Angelucci ricorrere agli angeli è come un volersi elevare al di sopra della quotidianità, in alto, per vedere l'esistenza in modo diverso, e qui è critico verso la vita scadente e falsa che si vive, solo in quella vera l'uomo può ancora innamorarsi della vita.
    Ubaldo de Robertis

    RispondiElimina
  5. Ho dimenticato la parte essenziale del mio commento: I capelli degli Angeli è una gran bella poesia.
    Complimenti all'Autore!
    Ricambio gli Auguri di Buone Feste.
    Ubaldo de Robertis

    RispondiElimina
  6. Leggo i versi di Sandro Angelucci in questo sfolgorante (qui, a Ischia) giorno di Natale e mi emozionano perché ci sento una sensibilità dolorosa e sofferente ("innocenza soffocata dal dolore") per via di un mondo che è volto a interessi rozzi e biechi, ma infine caduchi, transeunti. Trovo denso e grande il messaggio finale di speranza: "E sciolgono i capelli sulle spalle / per farci innamorare / della vita /che scorre luminosa / sotto le lacrime". Perché -ci dice il poeta- la vita è un dono eccezionale, se solo sappiamo viverla.
    Complimenti, Sandro, e Buon Natale!
    Pasquale Balestriere

    RispondiElimina