Ho ascoltato il vento,
là,
nella strada di montagna
col sole che filtrava
tra alberi dalla fronda larga,
parlava,
sussurrava,
urlava,
ma, era sempre
il mio cuore in organza,
trasparente, lucido, forte,
resistente,
che rispondeva…,
ti ascolto,
comprendo,
ma, il Mondo
è sempre più complicato,
e l’Uomo, sempre meno
motivato (Un
cuore in organza).
Iniziare
da questa ultima poesia eponima, significa rimarcare da subito quelli che sono
i punti focali della poetica della Carresi; il suo modo di scrivere, la sua
interiorità, la sua epigrammatica intrusione, ed il suo messaggio d’amore, di
vita, di meditazione sociale ed esistenziale. Motivi che la Poetessa affida ai
tanti elementi della natura (il vento, il sole, alberi, fronde), a ché, nel
loro insieme, concretizzino la complessità
emotiva della sua vicenda; assumano una grande portata nel dipanarsi del
canto. Ed è al loro trionfo che si affida; è con essi che si fa confidente; ed
è ad essi che rivela i suoi palpiti, il suo pensiero, le sue nostalgie, i suoi
flussi diastolici. E lo fa con un linguismo apodittico, monosillabico, anche, in versi che da soli possano
determinare il tutto, farsi decisivi, valenti, significanti in una sapiente
disposizione metrica; perché i tanti suoni a cui è demandata la funzione
assumano valore musicale e percettivo: quello di sfumarsi oltre la visività
della parola; quello di farsi melodia unificante, o grido di protesta nel corso
del “poema”. E si ricorre ad una Pioggia a primavera per delineare uno dei
giorni peggiori della vita; o si ricorre al 19 marzo per il cambio di fiori; o
al Cielo aperto per apostrofare un uomo senza rispetto per quello che forse era
perfetto. Né mancano voli e azzardi verso l’oltre, in tuffi meditativi dal
sapore leopardiano:
Il mare sta bagnando la
roccia,
rimango incastrata, sono salva
per metà,
poi, l’alba riporta la realtà
(Immagini e sensazioni).
Non
è sicuramente difficile trovare versi in cui l’Autrice esprima tutto il suo
sperdimento in mondi che travalicano il sensibile: veri naufragi in mari che ci
traslano oltre la realtà. Come non è difficile scoprire una Carresi che si
affida ad un minimalismo spicciolo per trarre conclusioni sull’armonia della
vita:
Lucido argenti e preziosi
mentre sul fuoco brontola
la pentola a pressione
(…)
Mi accorgo,
che così segue l’armonia
della vita (Il
colore del giorno).
Molteplici
riflessioni di polisemica valenza sull’essere e l’esistere, sui tanti perché di
una vicenda; sulle questioni del fatto di esserci:
sul
Mondo:
Sto pensando al Mondo
che da sempre vorrei…,
sul
ripetersi monotono degli accadimenti:
Il giorno dopo
niente era cambiato… (Il
giorno dopo),
sulla
guerra:
Se la guerra è guerra,
che sia maledetta… (Non
comprendo),
o su ciò che di buono ancora rimane
Forse il Mondo
si dovrebbe fermare
e raccogliere quello che
ancora di buono rimane
(Viaggi…).
Insomma
una plaquette di grande intensità emotiva, di urgente resa poematica; una
ricerca di pace, di amicizia, di fratellanza; un affondo memoriale che, con
ontologica sonorità lirica, fa della Carresi una Poetessa viva, plurale,
polivalente:
In
queste giornate di pioggia
mi
piace pensare a Te
come
un ricordo vicino.
Rammento
le nostre
domeniche
al Piazzale,… (A mio padre).
Una
Poetessa che vive la sua storia cosciente del tempo che fugge, cosciente della
fortuna di viverla e di averla vissuta, ma anche consapevole dei grandi dolori
o piaceri che il vento si porta via in un battere di ciglia:
In un battito di ciglia
il desiderio di vita
nell’oro del sole
nel giallo del girasole…
(Battito di ciglia).
Nazario Pardini
Ho letto con viva attenzione e con immenso piacere, questa dinamica recensione,passo dopo passo, dei versi di Sandra Carresi, del Prof. Nazario Pardini.
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