Claudio Fiorentini collaboratore di Lèucade |
Umberto Cerio collaboratore di Lèucade |
La levità delle immagini, l'apparente
semplicità del linguaggio, del dire, sono corona essenziale alla più intima
emozione e nel contempo ne rallentano l'irrompere, quasi ad evitare la
tracimazione e l'allagamento del cuore e dell'anima, senza compiacimenti
superflui ne stemperano l'irruenza e il conseguete turbamento.
Il poeta -qui Claudio Fiorentini-
con tutta la sua forza di rottura delle emozioni (che sottende) ama
navigare nel buio, perché non ha "bisogno della luce". Egli sa di
avere una luce interiore che lo guida, lo illumina, gli dà certezze. Ma è solo
una pausa, un gioco che prelude al vero essere della luce, alla necessità
del sorgere del sole. In ogni caso, il poeta sa che alla fine la domanda
(che è certamente retorica) "se alla luce il poeta si orienta"
diventa ovvia e scontata. Certo, il poeta può penetrare nel mondo
dell'armonia, tra "musiche allegre / e ritmi sfrenati". Certo, il
poeta può farlo, perché per il buio c'é tempo, si può provare anche a cercare
la luce "ché prima di notte / altro non v'é che la grazia del
giorno". La grazia della luce, non solo del Sole, ma anche interiore, che
inonda l'anima".
Umberto Cerio
Là, dove un lento chiarore
Là, dove un lento chiarore
prelude l’alba
il mio sguardo si posa e vi pone una
domanda
Sole, perché sorgi? Io non ho bisogno di
te
non ho bisogno di luce,
sono un poeta che naviga al buio
non ho che parole
tempo verrà, lo so, per la luce
ma non ora, non qui: io ti temo.
Lui non risponde, ma sorge e mi guarda.
Chissà, mi chiedo, se alla luce il poeta
si orienta
forse unirà parole diverse a musiche
allegre
e ritmi sfrenati…
Chissà se il poeta sa vivere la gioia.
Intanto provarci,
ché prima della notte
altro non v’è che la grazia del giorno.
Claudio Fiorentini
Arrivare su Lèucade in questo modo è un doppio onore. Grazie Umberto per il prezioso commento, e grazie Nazario per questo approdo!
RispondiEliminaClaudio Fiorentini
Ottima introduzione per una poesia tutta giuocata sul doppio orizzonte ("interno/esterno") del buio e della luce. Il poeta ama navigare al buio e teme il sorgere del sole, ma dal momento che ciò è inevitabile, accetta la prova. Il mistero notturno può attendere, intanto conviene tentare di vivere la gioia e di godere la vita. Umberto Cerio pone in evidenza con grande chiarezza e maestria tale trasposizione di senso e di valore.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Condivido la chiosa di Franco Campegiani
RispondiEliminaleopoldo attolico -