Claudio Fiorentini collaboratore di Lèucade |
Piricotinali col ruspetto (e altre storie dementi)
di Claudio Fiorentini
Blanco Edizioni
Pagg. 108, 13, 90 euro
Articolo di: Michela Zanarella
Storie fuori dall'ordinario, dementi e
divertenti. Storie per riderci su, non per prendere la vita 'sottogamba', ma
con una sorta di ironia positiva, contagiosa. E il contagio della scrittura di Claudio
Fiorentini funziona in maniera eccellente, con il suo umorismo
spassoso, tragicomico, spesso irriverente, che fa affiorare un sorriso
spontaneo, ma che non manca di far riflettere, scuotere il lettore al punto
giusto. Partiamo dal primo racconto, che dà il titolo all'intero volume: 'Piricotinali
col ruspetto' (Bianco edizioni). Bizzarra come scelta, idonea al 'non
sense', sfuggente, ma curiosa. Il protagonista si trova in fila al negozio di
alimentari e le richieste sono tutte di prodotti dai nomi astrusi e
improponibili, come per esempio il "tapacurico
brontolato", del quale una signora ne chiede un etto. Poi si
passa al "branchiatore", di cui il commesso
ne suggerisce "un culetto". E si scatena poi
una lite che supera l'assurdo, la cui l'ironia diviene trascinante. Anche nel
racconto'L'appuntamento', dove il protagonista attende l'incontro
con Lui, Dio, dopo una lunga trafila di pratiche burocratiche: "La
sala d'attesa era grande e confortevole, le poltrone avevano la forma di oche
con le ali aperte che fungevano da schienale. Era tutto bianco, a parte le
persone che già occupavano la sala". La precisione delle
descrizioni, la caratterizzazione dei personaggi, i dialoghi stessi rendono la
narrazione spassosa, tanto la situazione si fa surreale. Basta il pollice della
mano destra appoggiato sul naso e un saluto a tutti quanti in uno sberleffo studentesco.
Da notare come ogni racconto sia associato a un particolare genere musicale. E
infatti alcuni sembrano iniziare con una nota del pentagramma, Retrofit
on ragtime (Re), My favourite things (Mi), nel 'cosmic blues' del
racconto 'Ogrob'. Il ritmo di narrazione è proprio un blues
avvolgente: ci si trova in una dimensione dove prevalgono tubi e ancora tubi,
che trasportano le persone da un posto all'altro, con addirittura le 'stazioni
cambia cateteri', roba da alieni moderni. Il protagonista viaggia con un siluro
di borgo in borgo, in cui tutto è accomodante e perfetto, fino a quando si
trova in un luogo insolito, in apparente abbandono, Ogrob, che
se letto in senso contrario diventa Borgo. Quell'ambiente alla
fine risulta un luogo tranquillo, dove non serve essere vestiti con lo
scafandro. E il protagonista trova una realtà diversa, ma più a portata di
mano, in cui non manca la compagnia di una donna speciale. Sono le cose
semplici, a volte banali e scontate, a darci quel poco di felicità che basta: non
serve andare sulla luna. EFiorentini ci fa capire come non sempre
il progresso sia funzionale alla nostra serenità. Poi si passa a un racconto
dove è la coscienza a farsi viva, a personalizzarsi scrivendo un biglietto
d'addio con una calligrafia infantile, diventando qualcosa d'impensabile per il
protagonista: una sorta di allucinazione. Ma quel biglietto è lì, esiste. E
visto che la coscienza lo abbandona, pensa bene di fare come gli pare, senza
inibizioni, ne combina una dietro l'altra, senza preoccuparsi delle
conseguenze, ma alla fine tutto questo gli si ritorcerà contro, perché poi la
coscienza se la ride e si vendica senza preavviso. Una scrittura coinvolgente,
spiazzante, incalzante diventa costante tra le pagine. E il ritmo non cede, si
mantiene stabile, variando come se i racconti fossero partiture musicali e la
lettura possa diventare scorrevole, piacevole, come dovrebbe accadere più
spesso quando si apre un libro. Fiorentini ha uno stile che
gli appartiene, riconoscibile in quanto si discosta dalle solite realtà
espressive e ci accompagna in una dimensione ironica, che puntualmente fa
scaturire un pensiero, una riflessione. La sua capacità narrativa attira e non
è mai stancante: ogni racconto ha un risvolto emozionale teso a lasciare un
messaggio, a stimolare chi legge. Non si ride e basta: si ride e si pensa al
significato delle parole, al loro reale contenuto. Questo accade quando il
linguaggio è innovativo, spontaneo, divertente. E ci si trova di fronte ad un
volume originale, molto originale. Consigliato per affrontare la vita con uno
spirito diverso, senza mai sottovalutare ciò che accade intorno a noi.
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