mercoledì 27 febbraio 2019

CLAUDIO FIORENTINI: "CANTO NAVAJO"


Canto Navajo

Claudio Fiorentini,
collaboratore di Lèucade








Non avvicinarti alla mia tomba piangendo
Non ci sono, non dormo lì
Io sono come mille venti che soffiano
Io sono come un diamante sulla neve, splendente.
Io sono la luce del sole sul grano dorato
Io sono la pioggia gentile attesa in autunno
Quando ti svegli la calma mattina
Sono il canto di uno stormo di uccelli
Io sono anche le stelle che brillano
Mentre la notte cade sulla tua finestra
Perciò non avvicinarti alla mia tomba piangendo
Non ci sono, io non sono morto.


2 commenti:

  1. Grazie Claudio. Ho perso in due anni entrambi i genitori e - non mi vergogno a dirlo - non sono andato più, dopo la loro sepoltura, nemmeno una volta al cimitero. Non se n'abbiano i benpensanti ma in quei luoghi non c'è nessuno.
    Perché, quindi, dovrei avvicinarmi alla tomba piangendo, è questo che loro vorrebbero?
    Non sono morti - come dice il pellerossa - ed io gli credo:
    credo a chi si sente vivere nella terra, nel cielo, nel vento, nelle stelle, nella neve, nel grano, nel canto degli uccelli.

    Sandro Angelucci

    RispondiElimina
  2. Ti ringrazio Claudio per questa ventata di ossigeno puro. Conoscevo questo canto navajo, ma rileggerlo mi ha dato brividi di verità e di saggezza purtroppo dimenticate. Soltanto i "selvaggi" (quelli di un tempo come quelli di sempre) hanno genuina contezza della vita immortale.
    Franco Campegiani

    RispondiElimina