sabato 2 febbraio 2019

NAZARIO P. LEGGE: "INEDITI" DI GIOVANNA DE LUCA"


Un percorso di umana consistenza in cui il verso con tutta la sua elasticità empatico-sonora concretizza gli abbrivi di un animo tutto volto alla scoperta degli enigmi dell’esistere: il volo, il panismo esistenziale, la memoria, l’inquietudine, e l’abbraccio alla vita; ad ogni sua presenza ecfrastica e oggettiva. La poetessa fa suo ogni squarcio di realtà, lo incamera e lo rielabora dandolo al foglio rivestito dei suoi abbrivi vitali. Ella si libra, con entusiasmo emotivo, verso ponti, città, che, covando dentro di lei, si portano dietro momenti di gioia o di ripiego meditativo. Il fatto sta che il suo essere non si contenta di un circuito umano, troppo umano, dacché, conoscendo i limiti in cui è circoscritta la sua storia, si abbevera alla luce dell’infinito, partendo dalle minime occasioni della vita. E da lì ambisce al volo a quell’oceano che non ha confini e che tanto configura l’aspirazione all’oltre della nostra precaria  esistenza; e lo fa ricorrendo a sinestetiche intrusioni, a forzature sintattiche, per tenere il passo di un’anima che trova la sua quietudine nelle ampiezze del creato o nella visione di una luna che si veste da fata:

Ma il finocchietto selvatico
profuma parole: “Le senti?”
È rossa la terra, plasmata
la roccia, nei secoli e sempre
la luna si veste da fata,
e gioca col mare.
Di notte, su questi pianori,
si accoppia col vento.

Il vento il mare, la terra, la roccia si fanno corpi di un sentire amalgamato coi panorami. E a Saint Malo l’anima va oltre tingendosi di sole che sanguina sulla scura roccia

mentre sanguina sopra:
scura roccia
l'ultimo sole

Creatività, forza immaginifica, visibilità verbale che sprigionano effetti cromatici di odeporici intenti.
Ma il volo continua su per gli spazi onirici che tanto ci ripagano delle sottrazioni del quotidiano:

Allora mi trasformo, sogno ampie ali
che mi portano in alto...,

fino a sfiorare la Bellezza impenetrabile e ostile a farsi possedere:

Sapeva, la Bellezza,
che a toccarla
ci saremmo feriti...

Forse è  ammirando il volo delle rondini che l’animo si sazia del bacio all’azzurro anche se sfrecciano veloci facendosi simbolo della brevità del tempo:

RONDINI
E mi hanno ombreggiato al semaforo,
improvvise, radenti tra i tetti.
Lo stormo veloce, un velo brevissimo
d'ali ha segnato nel cielo
la traccia, richiamo e memoria
di instabili passaggi

Nazario Pardini


DIARIO  BRETONE


BREST

Vengo a te, città
ultimo ponte: poi è
l'oceano, cui tendo,
pellegrino che porta
bagaglio di strada,
e lo depone al sommo
di percorso infinito
                            
         * * *
                                                        
POINTE  SAINT MATHIEU

Qui a un confine d'Europa,
siedo alla spiaggia rocciosa
di Saint Mathieu. Il primo
mattino ha un sole
accennato, di nuvole lievi.
Vorrei essere sola, a lungo
guardare il lontano orizzonte,
ascoltare i gabbiani,
il denso sussurro che viene
dal rudere antico.
E invece mi trovo a ridurre
al mio fragile cuore
gli spazi che troppo oltre
vanno : li raccolgo tra
le mani congiunte,
coppa del tempo

          * * * 

CAP  FREHEL

“Chi è stato?”
“È il gioco del vento
sulle eriche in fiore.”
E ad esse si mescola
il giallo ginepro,
stendono ariose le
mani del vento
un tappeto, giù giù
fino al mare.
“Ma no, qualcuno
ha parlato.” “È la gente,
il turista che passa.”
Ma il finocchietto selvatico
profuma parole: “Le senti?”
È rossa la terra, plasmata
la roccia, nei secoli e sempre
la luna si veste da fata,
e gioca col mare.
Di notte, su questi pianori,
si accoppia col vento

          * * *

SAINT-MALO

            I

Gridano i gabbiani
a Saint-Malo,
quando il dio si ritira
dalla sabbia
e molli impronte lascia
in lontananza
una sagoma scura
di viandante.
Gridano come rutila
una giostra,
travolgono lo sguardo
in una danza
che pare quasi porti
alla follia,
mentre sanguina sopra
scura roccia
l'ultimo sole

           II

Di notte- tenebra di vento -
la sibilante voce
dei millenni dall'oceano
ci scuote

            III

Non è mai stanco
lo strillo dei gabbiani,
si placa solo quando
già il tramonto rispecchia
nella chiazza sulla
spiaggia magiche le
luci del lungomare:
luminose e silenti
rispondono a laggiù,
dove si salda l'orizzonte
dell'acqua al cielo rosso,
oltre la spiaggia diventata
una terra che pare
non mai finire.
Ma la mattina presto,
quando ancora è buio
riprende il grido: lo ascolto
dalla camera d'albergo,
uno prima, poi altri,
a ricordare che il grido è,
non lo si può dimenticare
                                              


HO  FATTO  UN  VOLO

Ho fatto un volo, intorno alle parole,
che è durato una vita.

Adesso non ho ali, che sappiano
raccogliere in abbraccio tutto questo
mondo di pensieri, che mi ruota intorno.
Sono al fondo di un fiume tra due
sponde, alte, fronzute, sento
- e alzo il capo - parole d'altri, di toccati
dal canto della Musa.

Sono un sasso prosciugato in un torrente,
che non ha più la forza dello scorrimento.
Forse troppo lo volle, forse  non ebbe
del limite il pacato accontentarsi.

Piano mi consumo. Talvolta ancora un palpito
mi solleva dal greto, un'onda d'illusione.
Allora mi trasformo, sogno ampie ali
che mi portano in alto.

© GdL
      
OLTRE  IL  LIMITE

Sapeva, la Bellezza,
che a toccarla
ci saremmo feriti.
Allora si nascose
dietro i rovi e disse:
“Sono sogno, se
troppo ti avvicini
sarà sangue”.
“Reggere non mi puoi”,
disse Bellezza, “ nel
tuo povero mondo.
Guardami allora,
guardami soltanto”.
                                   
© Giovanna de Luca


RONDINI
E mi hanno ombreggiato al semaforo,
improvvise, radenti tra i tetti.
Lo stormo veloce, un velo brevissimo
d'ali ha segnato nel cielo
la traccia, richiamo e memoria
di instabili passaggi

(c) Gdl



1 commento:

  1. Giovanna ama la bellezza, la leggerezza, l’entusiasmo emotivo che coinvolge, anche nell’inquietudine, la poesia “onesta” , quella che piaceva a Saba e che sapeva andare fino nel recondito e nascosto in noi, mostrando di tutto “la verità che giace al fondo”. E in questa silloge ne dà prova.Complimenti carissima Giovanna.

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