venerdì 18 dicembre 2020

EDDA CONTE: "SCIORTE", RACCONTO

"SCIORTE"


Edda Conte,
collaboratrice di Lèucade

In paese lo chiamano Short -anzi, "Sciorte"-  ma non è per dileggio, è come per riconoscergli un ruolo di merito, perché lui è uno scrittore di short-story. Ed è  uno scrittore che vende molto.

Oggi la gente  non vuole perdere tempo su storie lunghe e intricate, con intrecci e descrizioni, tanto meno  con problematiche esistenziali.

Le storie di Sciorte  sono essenziali, semplici, realistiche, ariose e a lieto fine. Ci pensa la cronaca , e la TV a far rivivere i drammi della vita.

All'invito insistente del suo Editore lo scrittore risponde evasivamente : Eh..c'è tempo...., ma sa che quest'anno lui non comparirà in vetrina  tra le strenne natalizie.  Gli è accaduto qualcosa che gli ha frenato la "vis scribendi". Da un giorno all'altro la sua vena di narratore  di storie si è esaurita.

Volano le ore del mattino nel piccolo studio pieno di sole e di libri, passano le ore del meriggio, quelle silenziose e sempre ricche di idee...ma Sciorte nulla produce.! Il PC lo guarda con rimprovero, zitto e immobile...; la mano di Sciorte non ha niente da dirgli.

 La tastiera gli è nemica, e, come se scottasse , lui se ne allontana. Si appoggia allo schienale  della sedia e attende.

Per prendere tempo  arrotola un po' di tabacco nella cartina. Accende la sigaretta. Prende a fumare. Attende....

Ma cosa attende lo scrittore davanti allo schermo  vuoto?

La sua piccola storia lo ha lasciato. L'idea è morta.

Eppure quelle sono le ore che gli hanno sempre sussurrato storie su storie; i personaggi nascevano e vivevano  facilmente, ricchi o poveri  che fossero , nel giro di poche decine di pagine trovavano sempre il desiderato happy end, con buona pace loro e soddisfazione del lettore.

Sciorte guarda fisso davanti a sé, insegue immagini, percorre strade, vede gente, attraversa mari e monti....ma tutto è silenzio, nessuna voce si alza a movimentare il deserto lasciato dal pensiero in fuga.

La mente si assenta, gli occhi involontariamente si chiudono.

Con un ultimo tentativo Sciorte poggia la mano sul mouse, un click...

ecco è sulla pagina...titolo...Titolo? ?....

E' inutile insistere: Sciorte non ha nulla da dire.

Nel silenzio pesante che si è creato nella stanza  lui si sente a disagio. Scosta la sedia ed esce.

                           

°°°°°°

C'è un rumore nella stanza, un rumore nemmeno troppo forte però continuo , con qualche punta più alta,  come se ci fosse un piccolo oggetto che si incastra in un altro, lo sfrega e si inceppa...poi riprende il funzionamento.

Lo scrittore apre un occhio, come se questo lo aiutasse a sentire meglio.

Buio. Silenzio. Notte. Forse si è sbagliato. Abbraccia il cuscino e riprende a dormire.

La notte continua a macinare il tempo, indifferente a qualsiasi rumore, grande o piccolo che sia.  Ma il tempo le sfugge, entra attento e silenzioso tra le lenzuola  dove l'uomo dorme. Gli soffia nell'orecchio: una parola...due...tre...e una storia prende corpo...Lo scrittore felice annuisce...la storia va avanti e...giunge alla conclusione. Ma a lui non piace,  non è una delle sue storie. Si gira nel letto, irrequieto.

Il soffio si spegne. Lo scrittore russa.

 

°°°°°°

 

Il sole entra da padrone nel piccolo studio, illumina la consolle che pare molto gradire , illumina gli scaffali e tutte le costole dei libri...tutto è pace nella stanza vuota.

Intanto lo scrittore appena sveglio pigramente si stiracchia, dimentico di una notte agitata. Gli è venuta la voglia di una passeggiata in città.

Al telefono gli risponde la giovane nipote, bellissima diciottenne  concorrente per Miss Italia.

-Certamente , zio caro, andiamo insieme, così ti racconto...

 Sciorte, chiaramente soddisfatto, si sorprende a canticchiare sotto la doccia. La vita senza la scrittura gli appare più leggera. Fa programmi... D'ora in poi non sarà più Sciorte...si inventerà qualcosa d'altro.

Oggi si sente giovane e gaio, non ha nessuna fatica a ciarlare con la bella ragazza  al suo fianco. E la ragazza, forte dell'ambito titolo che sente già suo, racconta ... racconta ... ..

E' un mondo dove la leggerezza dell'essere  non è una frase fatta, una bella favola di cui purtroppo difficilmente si realizza l'happy end. Ma così è la vita, cammina sempre sul filo dell'imprevedibile


°°°°

E' ancora notte e lo scrittore si abbandona al sonno senza un pensiero.

Le prime ore sono sempre più clementi e illusorie, il respiro leggero, silenzioso sta a dimostrare che nessuna immagine turba la coscienza del dormiente. Ma il cuore della notte è spesso come un mare che si muove e si agita e solleva onde che non conoscono realtà.

Il tempo ancora una volta si insinua sotto le coperte dello scrittore, sussurra insistente, inventa, si arrabbia, spara e uccide...

_ Non voglio, no,- grida senza voce l'uomo che dorme -io sono Short story...le mie storie non hanno spargimenti di sangue..-

E' sudato, lo scrittore, quando il pendolo nel corridoio  echeggia quattro colpi.

E' sveglio, sudato e stordito.  Seduto sul bordo del letto si ferma a riflettere, poi d'impulso  si alza e va nello studio.

 C'è una strana pace nella stanza , di notte.

Sciorte accende il PC. Apre alla pagina lasciata bianca  due giorni prima...

La sorpresa lo inchioda. Non è vuota!

C'è una storia , senza titolo, e comincia così:

" In paese lo chiamano Short,  anzi Sciorte,  ma non per dileggio, è come per ..........

 

Edda Conte  1 Dicembre 2020

 

6 commenti:

  1. Davvero molto bello questo ultimo racconto, è un racconto perfetto per la leggerezza, lo stile, le pause, il ritmo: pone il problema in cui ogni scrittore prima o poi incappa: dove misteriosamente si origina la scrittura? perché si scrive o si cessa di scrivere? Quando scrivere diventa più importante di vivere?
    Inevitabile il ricordo di K. Blixen ne La pagina bianca: “Dove il narratore è fedele, eternamente, inflessibilmente fedele alla sua storia, là alla parlerà il silenzio. Dove la storia è stata tradita, il silenzio non è che vuoto. Ma noi, i fedeli, subito dopo aver pronunciato l’ultima parola, udremo la voce del silenzio….”.
    << Chi, allora, racconta una storia ancora più bella delle nostre? Il silenzio. >>
    E dove si legge una storia più profonda di quelle scritte sulla pagina più squisitamente stampata del più prezioso di tutti i libri? Sulla pagina bianca.

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  2. Ti ringrazio , amica mia, per questo tuo apprezzamento che mi rincuora, anche se so di non avere scritto quel racconto che avrei voluto scrivere in occasione del Natale ; ma in definitiva ne ho già scritti tanti, come giustamente nota Franco Campegiani nella sua bella recensione al mio "Fantasia della Ragione "( Libro per Natale)...
    Il momento presente non mi ha aiutato a creare la leggerezza spensierata o la giusta sensibilità religiosa dell' atmosfera natalizia. Così mi è uscito questo personaggio un po' "sciroccato"che sa molto di realtà.
    però sono contenta ugualmente perché tu-che te ne intendi- lo hai lodato, cara "straordinaria Ferraris".
    Grazie!, a presto sentirci. (c'è in viaggio una cosetta per te)
    Ciao. Edda

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  3. Mi associo a Maria Grazia,superba nel suo commento,per complimentarmi con la cara Edda, sempre più sorprendente nei suoi scritti. La vicenda di Sciorte è l'ennesima prova del suo talento. La nostra Artista è una narratrice che coltiva sempre campi non seminati, per usare una metafora. Definisce le amiche 'penne fluenti' e lei possiede un fuoco che nessun idrante potrebbe estinguere. In questo racconto originalissimo presenta un autore di storie brevi, care alla tradizione anglosassone, legate alla tradizione orale, prive di 'problematiche esistenziali'. Sciorte patisce il blocco dello scrittore ed Edda lo conduce lungo il sentiero dell'introspezione attraverso il mondo onirico che partorisce l'universo sepolto nell'inconscio. Lo scrittore non è abituato a vicende impegnative, vuole continuare a produrre e vendere i suoi romanzi brevi e leggeri ... leggeri come la vita della nipote aspirante miss Italia. Edda, con un colpo da maestra dell'ars narrandi, lascia che sia la pagina bianca a insegnare a Sciorte il segreto della sua mancanza di produzione. Il limite, come spesso avviene, si traduce in punto di forza. Il coraggio di scrivere non può e non deve tradursi in ricerca spasmodica. L'ispirazione rappresenta l'unico potere di chi anela a creare. E forse Sciorte diviene scrittore quando si convince di non esserlo. L'interpretazione di un racconto come quello di Edda è inevitabilmente soggettiva. L'intenzione dell'Autrice, infatti, è nel lasciarci vivere, da funamboli ammaliati, sulla fune del suo mistero. La ringrazio per questo dono di altissima creatività e la tengo stretta, come e più di sempre!

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  4. Sono confusa, emozionata, miei cari amici!
    Da Franco Campegiani- per quanto di lui conosco- ,non potevo aspettarmi di meno, anzi, la sua lettura dei miei racconti appartiene ad una sfera superiore ai miei intenti.
    Vero è che per me la scrittura è vita, come la mia vita si fa scrittura, ma quando scrivo, insieme con me e la mia esperienza esistenziale, c'è anche una scintilla che io chiamo "divertimento," oppure, secondo il momento, puro relax.
    Scrivere racconti è per me fonte di distrazione, direi anche bisogno di dis-trarmi fuori da altri pensieri.
    .Il racconto ,che mi è congeniale per la sua stessa natura, per un'architettura misurata e una conclusione aperta, lontana da un happy end scontato, e tantomeno da catastrofico finale, mi sollecita l'inventiva, mi intriga non poco. Con altri generi di scrittura ho tutto un altro rapporto, che richiede maggiore impegno e serietà.
    Ecco: perciò la recensione di Franco mi ha conquistato. Io trovo nei suoi scritti, anche in quelli più impegnativi, una chiarezza che non puoi definire semplicità, è un qualcosa di tutto suo particolare che ti abbraccia , ti fa sentire a tuo agio, come un indumento che ti piace indossare....
    E dunque, quanto mi è piaciuta questa sua lettura, e quanto il punto focale della esegesi, soprattutto riguardo ai Monologhi, che più di altro hanno di me.!
    Grazie eccellente filosofo !
    E grazie anche alla mia cara amica Rizzi, penna fluente , qui ancora più di sempre. Lei è un'ombra che mi sta vicina nel mio andare nel mondo della Fantasia-Ragione e che, pertanto, scopre facilmente cosa c'è nel rigo oltre la parola.
    Grazie a entrambi per avere riconosciuto in me l'atmosfera della fanciullezza e di quel misterioso rivivere il Tempo al di fuori del Tempo.
    Soprattutto ringrazio Franco per avere "sentito" così bene il mio incontro con il pensiero del divino.
    Con tutta la mia simpatia
    e gli auguri per le prossime feste
    Edda Conte .

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  5. Errata corrige
    Chiedo scusa: Il commento sopra riportato è da riferirsi ad altra sede. (è commento alla Recensione di Franco Campegiani per Fantasia e Ragione..) E.C.

    Mia cara Maria Rizzi questo tuo commento mi piace moltissimo, più di sempre, se possibile. Con la tua penna che vola sai sempre andare oltre il mio scritto, come se ti infiltrassi tra le parole della pagina e senza chiedere permesso le spostassi una dall'altra ....Ecco : allarghi ,completi, commenti, abbracci e...apri la porta dei miei misteri...
    Grazie, mia carissima " Penna di Pavone"!
    Ti invio un abbraccio grande quanto il tuo , che è universale.
    (Avrai per posta un mio augurio colorato di giallo. Buon Natale!)
    Edda .

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  6. Edda Conte in questo racconto, tutt'altro che "leggero", affronta il transitare imprevedibile del tempo che si incrocia nelle "fughe" della notte.
    Shorty, scrittore in fuga, partecipa all'immaginario onirico cavalcando le ombre del silenzio e di una pagina bianca così abbandonata dal PC, immobile ostaggio di attese illusorie e luminose.
    E' il momento più oscuro dello scrittore che rinuncia a creare temi e protagonisti, ma è anche l'attimo fondamentale in cui la "bellezza" (la nipote) allarga orizzonti e prospettive sino al paradosso del "ritorno" con una storia sorprendente.
    E' l'autobiografia dimenticata nel vuoto, recuperata nella "leggerezza" esistenziale, celebrata nella storia di una vita da scrittore di favole profonde.
    Edda partecipa a questa "storia", ne punteggia le varie fasi esplorative e ne compendia obiettivi e progetti oltre la "nudità" del tempo-contabile che ostacola e tritura entusiasmi e gioie senza rispetto per coloro che nell'Arte (vera) trovano sé stessi per sempre.
    Edda appartiene con pieno merito a questo gruppo di creativi (poco numerosi invero) e ne testimonia con le sue opere la sincerità più autentica

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