sabato 5 dicembre 2020

MARIA RIZZI LEGGE: "DAGLI SCAFFALI DELLA BIBLIOTECA" DI NAZARIO PARDINI

Maria Rizzi su “Dagli scaffali della biblioteca” di Nazario Pardini

Maria Rizzi,
collaboratrice di Lèucade

L’ultima Opera del Poeta, saggista, critico Nazario Pardini “Dagli scaffali della biblioteca”, edita da Guido Miano – Milano,  vede un Poeta lanciato sul mare dell’esistenza e della storia a vele spiegate. Egli salpa dal molo dei ricordi, infinitamente caro al suo cuore, e visita le isole della memoria, i luoghi e le persone che rappresentano il pozzo dal quale attingiamo linfa vitale fino alla fine dei giorni. Il passato, benché talvolta si tenda a negarlo, incarna la meridiana dei nostri desideri, e non può mai dirsi morto, forse non è mai neanche passato. Nella lirica “Miei cari”esordisce con toni accorati:

“Cari miei cari, ho scritto tutto e a tutti,

  vi ho portato con me in riva al mare,

  là dove spesso pescavamo i sogni,

  sulle prode loquaci delle nostre fatiche,

  sui colli, nei posti che da vivi

  percorremmo insaziabili”.

E asserisce il vero. I suoi amori li ha cantati ogni giorno, talvolta la loro assenza l’ha indotto a sentirsi vuoto, come campana senza vento, ma la mente e l’anima sono rimaste fanciulle anche grazie a quella malinconica nostalgia. Il suo cuore ha continuato a correre, come un tempo facevano i suoi piedi, sull’erba fragrante, sulla rena calda, tra i campi di grano e le canne fruscianti, ed è riuscito a portare in sé la continuità della vita, a non perdere ‘il talento di invecchiare senza diventare adulto’- “La canzone dei vecchi amanti” di Jacques Brel -. Il veliero continua il suo viaggio e io scorgo il Poeta a prua, teso a salutare gli affetti per inoltrarsi in un altro mare, eterno miracolo degli uomini che hanno reso grande la terra, specchio di un mondo antico, eppure ogni giorno vivo, tempio della cultura che non conosce lacrime d’addio. Il Poeta getta l’ancora in un’Isola, forse Lèucade, ritratto fedele del sentiero in cui naviga da sempre e, in un’atmosfera che evoca i poemi danteschi, o come asserisce il prefatore del testo Marco Zelioli, le rimembranze leopardiane e foscoliane, si riunisce con molti dei pilastri dell’arte e della produzione letteraria. In piena campagna l’Autore ha la prima apparizione, il pittore russo Chagall, ‘che ontologico dipinge con incanto/il gruppo delle femmine’,ovvero delle sue donne tese ad ardere e bruciare, e si ritrova poi, seduto accanto a Catullo, Manzoni, Leopardi, grazie all’incantesimo nel quale:

“Il tempo si è  fermato, si è stancato,

  di misurare il mondo; si è accasciato.”

Quale meraviglia saltare fuori dalla dimensione cronologica dello scorrere dei secoli e, come in un’opera del maestro Salvador Dalì, consentire a ognuno di portare in sé il miracolo del proprio divenire e di vivere nel presente! Non poteva esistere titolo più adatto per quest’ennesimo lavoro del Poeta di quello che nel libro è riferito alla  sezione centrale del testo, e rappresenta  il fulcro del nuovo e inesausto Pardini. Dagli scaffali della biblioteca si materializzano gli uomini e le donne che hanno fatto la storia della letteratura. Nella sinfonia assordante degli endecasillabi del Nostro sembra di ascoltare Manzoni che recita il passo più rappresentativo dei Promessi Sposi, ‘L’addio ai monti’, Giacomo Leopardi che celebra ‘con voce roca e un po’ malata’ la sua Silvia e Catullo che si scioglie in amore per la sua Lesbia. In qualità di lettrice di un simile Carme mi sono sentita trascinare nella ‘fiorita di canti e di ricordi’ e ho vissuto la sensazione di essere senza peso, priva di ogni pensiero, rigenerata. Verso dopo verso il Poeta incontra nel proprio studio Charles Baudelaire, alle prese con ‘Nebbie e piogge’, Platone, Dante e i suoi gironi infernali… Uno dopo l’altro, vengono destati da Nazario Pardini, che sfogliando i libri attua un processo di animismo, talvolta indispettendoli. Si ritrova a discorrere con il vate D’annunzio, che ‘esce grintoso’ dalle pagine de ‘Il piacere’, con Umberto Saba, ansioso di unire alle altre la sua voce; con Cesare Pavese esperto nel ‘Mestiere di vivere’; con Cardarelli, Caproni, Dino Campana, ‘il matto di Marradi’, marchiato dai preconcetti della società, alle prese ancora e sempre con il suo travagliato amore per la sensibilissima poetessa Sibilla Aleramo. Agli altri si uniscono i poeti romaneschi: Salustri e Trilussa e Nazario Pardini non disdegna di rileggere le fiabe per coglierne gli aspetti celati. Prova a rivedere ‘Cappuccetto Rosso dalla parte del lupo’, e non ho potuto fare a meno di rammentare un libro nel quale si narrava la storia di Tosca attraverso lo sguardo del barone Scarpìa. Un canto polifonico, che seduce e rende l’esatta misura del Poeta, che cavalca la metrica con maestria, conoscenza e arguzia, rendendola sovrana della modernità.

Prima di salpare con il suo veliero il Cantore abbandona gli scaffali e si concede l’abbandono al proprio personale sogno, introducendolo con note vibranti:

“Non so chi fosse né saprei citare

  il libro da cui uscì quel caldo suono.

  So solo dirvi che iniziò ad avere

  uno sguardo contento del suo turno.

  E cominciò così la sua lettura

  di dieci poesie sull’amore”.

E’ il Suo turno. Il Poeta, parla in terza persona di se stesso, crea un ideale distacco per reggere l’urto dell’amore, di quell’amore nel quale sa svuotarsi per riempire il mondo.

La navigazione nell’azzurro di questo sentimento inizia con una lirica che ha fatto tremare le anime di troppi.

  ……..   ….      ……          Ti prego,

avvisami quando passi da queste parti,

io sono qui pronto a pescarti. E magari

anche a tuffarmi nel fiume per affogare

con la tua bocca nel cuore”.        

Tratti da “Con la rete da pesca”

E prosegue con Delia, la Delia che potrebbe essere Beatrice, Silvia, Sibilla, Saffo, l’archetipo nel quale ogni donna vorrebbe incarnarsi per sapere che un autentico, vibrante, appassionato Poeta scrive di lei: “Ed io ti amo, / ti amo di un amore che sa correre / più dei tuoi passi allegri sulla spiaggia”- da “Non è più il tempo”

La saudade e l’afflato divino si mescolano nelle Dieci poesie d’amore della terza sezione, che chiudono l’avventura del nostro Artista e consentono di approdare sulla riva del ‘sempre’ ancora storditi, prigionieri di una bolla di luce, custodi di un sogno da difendere gelosamente. E convinti che sia raro, dopo aver terminato la lettura di un testo, poter asserire, con linguaggio caro al Nostro, ‘che il naufragar ci è stato dolce in questo mare”…

Maria Rizzi

 

 

 

5 commenti:

  1. Carissima Maria,
    come sempre vai al cuore delle tematiche essenziali con accurate analisi ed osservazioni che nascono direttamente dalla tua sensibilità. La tua nota trabocca di sapienza letteraria ma soprattutto del tuo modo di essere persona innamorata della poesia e della cultura. Nazario sarà contento della tua bella nota di lettura. Un abbraccio affettuoso e i miei complimenti.
    Marisa Cossu

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    1. Marisa mia, ti ringrazio dal profondo del cuore per le parole lievi come carezze che mi dedichi e ti garantisco che il merito della 'lettura partecipata' è tutto di Nazario e di un'Opera che travolge nei flutti dell'incantesimo e dell'Amore.
      Vi abbraccio entrambi, grata per avervi incontrati ed essere divenuta umile affluente del vostro fiume!

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  2. Maria carissima,

    Mi avevi parlato proprio ieri di questa tua "avventura" tra gli scaffali della biblioteca di Nazario Pardini, ho letto la tua nota critica e sono rimasta rapita.
    Mi è sembrato veramente di viaggiare insieme a te nell' Opera dell'Autore.
    Tu voli nello scorrere dei secoli in compagnia dei Grandi che escono dagli scaffali e prendono vita e corpo.

    Manzoni e l' "Addio ai monti", Leopardi con "A Silvia" e Catullo con la sua Lesbia.
    Ricordate le sue parole all'amata? Le diceva di darle mille baci e poi altri mille e poi.....di imbrogliare il conto, affinché nessuno potesse essere invidioso di un tale patrimonio di baci....e D'Annunzio, con il suo stile barocco e carnale...Sibilla Aleramo che tanto sfidò i pregiudizi del suo tempo.

    Alla fine l'Autore parla dei suoi Amori e tu, Maria, ci trascini in un altro viaggio, con la tua rara, impetuosa capacità di trasmettere agli altri le emozioni.

    Un abbraccio grandissimo
    Loredana D'Alfonso

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    1. Lory mia, conosci le difficoltà che ho in questi giorni a causa della del disservizio fastweb, che si protrarrà a lungo. Mi collego tramite il cellulare di mio marito, per viaggiare una ventina di minuti nell'Isola dei sogni e ringraziarti con il cuore gonfio di gioia e di affetto. Colgo l'occasione per dare un abbraccio circolare agli ospiti del blog e al nostro ineguagliabile Nazario che mi manca tanto.

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  3. Una bella lettura; complimenti per i vari collegamenti a scrittori e poeti a me molto cari.

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