venerdì 1 febbraio 2019

NAZARIO P. LEGGE "INEDITI" DI LINO D'AMICO



Lino D'Amico,
collaboratore di Lèucade

Poesie linde, oneste, elasticamente aderenti, con la loro euritmica versificazione, alle scosse emozionali del Poeta. La vita. Sì, la vita, con tutte le sue manifestazioni, con ogni abbrivo che comporta, si fa interprete principale della piccola silloge. Iniziare dal memoriale forse significa andare da subito a fondo nella poetica di D’Amico, dacché è proprio il ricordo, in tutte le sue sfumature, che si erge a colonna sonora del dettato lirico. E il Poeta sa che  la realtà deve riposare nell’anticamera dell’inconscio per farsi immagine, per attorniarsi di quelle evocazioni che servono al substrato del canto.

Vorrei avervi amato di più,
di più ed ancora di più,
ma ora di Voi mi resta
il profumo del ricordo

Ma il ricordo è un coltello a doppio taglio: da una parte ci riporta a galla volti e gesti di altre stagioni, dall’altra si fa indice inconfutabile del tempo che passa, dell’ora che sfugge e di quanto sia labile la  vita di un mortale.

pulviscoli di fragili armonie,
sussurri di persone innamorate,
cinguettii inghiottiti nell’azzurro.

Un viaggio, una navigata in mari ora in bonaccia ora tempestosi; ma è nel viaggio che  sentiamo forte il desiderio del ritorno per ritrovare quell’alcova dove far riposare le nostre ansie:

C’è uno Luogo…un Tempo… un Profumo…
che vogliamo di certo ritrovare
per cercare la ragione di quel Ritorno,
per dare voce ad una emozione,
per rifugiarci in un istante di eternità
e coglierne l’attimo, prima che si dissolva.                              

È proprio il gioco delle emozioni e delle loro contrapposizioni  (azzardo del volo,  voglia del viaggio, desiderio del ritorno) a fare della poesia del Nostro un crogiolo di abbrivi esistenziali e di sottrazioni troppo umane che lo rendono universale.       

Vorrei che fossero fremiti di sogni
a lenire l’inedia della notte,
sussurri del silenzio a svaporare attimi,
rallentare il tempo di domani,
disperdendo ceneri ancora tiepide
di inconsci mormorii del passato

Ma torna sempre il tempo a misurarci e ciò che lascia sono solo ceneri ancora tiepide di inconsci mormorii del passato.
Una silloge complessa, plurale, polivalente questa di D’Amico i cui versi reificano tutti quegli interrogativi che rendono inquieto il nostro esistere:
amare, rimpiangere, ricordare, sognare, partire, tornare, il tutto in architetture prosodiche d'identità psicologica:
le aspettative del domani,  la notte  alla deriva, senza approdo,  chimere e graffi senza età.  

La notte partorisce sogni,
si smarrisce, tra i guizzi dell’oblio,
va alla deriva su rotte senza approdo,
tra chimere sgualcite dal tempo
e graffi di assenze senza età.

Le iperboli, le sinestesie, le similitudini, le simbologie arricchiscono la narrazione allungando il tiro oltre il significato, e contribuendo a rendere compatto e lineare il dettato poetico; è il pensiero della vita, la filosofia dell’essere e dell’esistere a connettere le pièces e a fare da fil rouge in questa silloge animata dai sobbalzi emotivi contemplati nel crepuscolo delle stagioni:

Il crepuscolo delle stagioni

Le stagioni si rincorrono
poi, svaniscono, silenziose,
flebile mormorio
nel vacuo fiato di un sospiro.

Sciami di pensieri profughi di voce,
ingialliti nel cassetto dell’oblio,
sbiadiscono tra luci e ombre,
eco di memorie e guizzi di realtà,
effimere stanze vestite d’inverno
spettinate nel divenire....

Nazario Pardini



  
Lo spessore del nulla

Vanno i miei passi sulla battigia;
poi, ritmico sciabordio
 cancella l’orma,
ricordo di giorni svaniti ,
voce non voce del tempo
nel vuoto spessore del nulla,
pensieri in torpori senza eco
lasciati nel vuoto di un tutto,
briciole d’illusioni
e carezze di lacrime asciutte
che silenziose, dormono
nel giaciglio dell’inconscio.



Speranze stropicciate

Si dipanano i ricordi,
bisbigli che si fanno eco
nell’alitare  del tempo
e cercano palpiti svaniti
nel borbottio delle stagioni.

Nel sottobosco dei pensieri,
riccioli di sospiri
rattoppano strappi di un altrove
nello spazio d un crepuscolo
che inciampa ad ogni passo.

Illusioni distillano i giorni
nel profumo dei sogni,
speranze stropicciate
nel fruscio di sussurri,
oltre le incognite del poi.


Chissà se domani…
                                 
La notte partorisce sogni,
si smarrisce, tra i guizzi dell’oblio,
va alla deriva senza approdo,
tra chimere sgualcite dal tempo
e graffi di assenze senza età.

 L’attimo svanisce, frantuma i giorni
tra ombre che si allungano,
circuiscono brume di malinconia,
vagabonde messaggere
dove la logica vacilla.

Distratto, inciampo nei fili d’erba
nell’inconscio del crepuscolo
che mi lascia postulante istrione
di attese pregne di illusioni
nel garbuglio di un altrove senza poi

Chissà se domani



Il crepuscolo delle stagioni

Le stagioni si rincorrono
poi, svaniscono, silenziose,
flebile mormorio
nel fiato di un sospiro.

Pensieri profughi di voce,
spettinati nel cassetto dell’oblio,
sbiadiscono tra luci e ombre,
nell’eco di realtà vestite d’inverno.

Refoli di sogni svaporano,
dipanano il gomitolo del tempo
in un tutto che si sfalda
tra le ombre lunghe della sera.



La cenere del tempo

Vorrei che fossero fremiti di sogni
a lenire l’inedia dei miei silenzi
nella notte a svaporare il tempo,
e, domani, rallentare l’attimo,
disperdendo ceneri ancora tiepide
di intonsi mormorii del passato.

Vorrei che pagine del mio diario
raccontassero di fardelli più leggeri,
aggiungessero perle alla collana della vita,
per emozionarmi dei bagliori di un tramonto,
e percepire, ancora, fragranza di salsedine
nello sciabordio di un onda a Boccadasse.

Vorrei… vorrei… ma forse è utopia
ed io trascino passi sulla riva del tempo,
distratto a stimolare celate malie,
stringhe di fantasie senza età,
in un insieme che è un niente itinerante
tra emozioni e l’immenso che mi abbraccia.


 A volte… il cuore…

disperde nel tempo refoli di oblio
impigliati tra le pieghe della mente
che impotente,  come anima muta,
cerca il volto di nuovi spazi
nella polverosa soffitta dei ricordi.

A volte… il cuore…
accarezza chiome grigie  e rami spogli
nebbia che addormenta la ragione
là dove quiete e tempesta si alternano
errando l’infinito per diradare
brume di trascorsi momenti tristi

A volte… il cuore….
ha paura di parlare  col  silenzio
per rintracciare il capo di quel gomitolo
che dorme sotto il lenzuolo dell’inconscio
e tiene prigionieri in un lontano altrove
pulviscoli di fragili armonie,
sussurri di persone innamorate,
cinguettii inghiottiti nell’azzurro.

A  volte… il cuore


Il Ritorno

C’è  un luogo  che aspetta un ritorno
alla ricerca di uno stato di quiete
che vive  nel suono di un’eco,
nella voce del silenzio,
nello sguardo di un bambino,
nelle carezze di chi ci ha amato.

C’è un tempo per scoprire ciò che sarà,
lasciando che i pensieri spazzino
là dove i passi non giungeranno mai,
per cogliere nel palpito del vento
la fragranza di aromi svaniti
di una stagione che fugge inarrestabile.

C’è un profumo per viaggiare con il pensiero
lungo sentieri da percorrere
nella melodia dell’esistenza
per ritrovare celati ricordi
tra le emozioni del gioco di colori
nascosti nella polvere delle sensazioni.

C’è uno luogo…un tempo… un profumo…
che vogliamo ritrovare
per cercare la ragione di quel ritorno,
per dare voce ad una emozione,
per rifugiarci in un istante di eternità
e coglierne l’attimo, prima che si dissolva.          

5 commenti:

  1. La poesia di Lino d'Amico è un Carpe Diem che porta alla riflessione, al gioco nostalgico di afferrare l'attimo nella dolcezza del ricordo, di farne tesoro e come tale accarezzarlo, imprimerlo nella memoria con la delicatezza delle sfumature, la ricchezza dei profumi e dell'incanto. Una poesia elegante, fatta di versi legati al tempo e al viaggio, tra oblio e la filosofia dell'essere. Franca Donà

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  2. Splendida recensione del nostro Condottiero alle opere di Lino, che conosco molto bene e apprezzo sempre di più.I suo versi, pur avendo come tematica di fondo le isole del ricordo, cambiano e si arricchiscono di musica e di chiarezza. Egli sta lentamente rinunciando all'eccesso di aggettivazione, alle numerose metafore, in nome di un lirismo trasparente, pulito e sempre più ispirato. Io amo molto le poesie brevi e il suo mutare mi affascina e mi coinvolge. Tra i versi mi ha particolarmente colpito la chiusa de "Il ritorno" :
    C’è uno luogo…un tempo… un profumo…
    che vogliamo ritrovare
    per cercare la ragione di quel ritorno,
    per dare voce ad una emozione,
    per rifugiarci in un istante di eternità
    e coglierne l’attimo, prima che si dissolva"
    Chiusa che è poesia in se stessa. Complimenti al mio amico. E ... ad astra!
    Maria Rizzi

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  3. RICEVO E PUBBLICO

    NAZARIO PARDINI LEGGE INEDITI DI LINO D’AMICO
    PUBBLICATI SU LEUCADE 1 FEB. 2019

    RINGRAZIAMENTO PER NAZARIO

    Un immenso grazie dal profondo del cuore a te, Nazario carissimo amico, che ancora una volta hai voluto concedere approdo alle mie poesie sull’ambìto scoglio di Leucade.
    Mi onoro di far parte di un blog così prestigioso al comando di un irrinunciabile nocchiero e di essere stato generosamente gratificato con benevoli considerazioni.
    Grazie per la costante attenzione che mi concedi e per l’amicizia che sempre mi riservi. Un caro abbraccio e un affettuoso saluto con l’augurio che tu possa realizzare tutte le aspettative che desideri.
    Lino

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  4. RICEVO E PUBBLICO

    RINGRAZIAMENTO PER FRANCA DONA’

    Carissima Franca

    Ti ringrazio per il tuo benevolo commento critico e per il tempo e l’attenzione che mi hai riservato. La sensibilità che ti è propria, ha estrapolato dai miei versi il brusio emotivo del mio sentire nel considerare l’attimo fuggente nell’ambito delle sue sfumature esistenziali. Un affettuoso saluto e l’augurio di un proficuo e sereno anno
    Lino

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  5. RICEVO E PUBBLICO

    Carissima Maria – Ho letto con estremo piacere le parole che mi hai dedicato e l’apprezzamento che hai avuto, in particolare, per la poesia “Il ritorno”. Grazie per la pazienza con cui segui il mio procedere nel comporre versi. Tu sei una eccezionale consigliera
    sempre disponibile a positivi suggerimenti, naturalmente espressi dal tuo innato altruismo. Ti sono grato per l’amicizia che mi concedi. Un abbraccio affettuoso a te e al nostro infaticabile condottiero Nazario al quale rivolgo i sensi della mia stima incondizionata.
    Lino

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