giovedì 25 febbraio 2021

FRANCESCO CASUSCELLI LEGGE: "ALLA VOLTA DI LEUCADE"


Francesco Casuscelli,
collaboratore di Lèucade





È primavera; ormai digià lo è

dentro di noi e fuori, nei giardini

irrigui.

Giunge dalla luce del mattino nel mio ricordo il suono della tua voce di poeta che tiene in mano il filo del tempo. Oggi nel tuo compleanno questo filo si arriccia a formare un fiocco di gioia per il sole di primavera che sale nel cielo meridiano. Un sole che bussa sopra i rami con il canto della linfa vitale nel verdeggiare di un nuovo risveglio. Fuori c’è ancora tanta confusione non si trova la dimensione per indirizzare la nave verso un porto tranquillo. Se solo il capitano avesse tra le mani un libro di poesia, forse potrebbe trovare nella rêverie delle tue poesie la rotta per giungere la soleggiata Leucade.  Io ci sono stato dentro il tuo sogno e ho navigato i tuoi versi accarezzando con gli occhi le pagine solcate dal tuo segno poetico. Un aratro d’inchiostro che custodisce la vocazione verso lo scavo interiore che estrae da noi il segno poetico. Tutto si manifesta nell’assenza di gravità che assorbe l’uomo con la lettura, un’immersione fuori dal tempo che ci avvolge con sequenze euritmiche fatte di endecasillabi martellanti dentro cui s’incuneano dei settenari di maestosa alternanza che rendono il linguaggio poetico uno spartito che fa suonare lo strumento più primitivo e per questo più istintivo dell’uomo, che è il nostro corpo. Un fare poesia che si innalza verso il classico e si diffonde all’orizzonte della ricerca di una modernità che va oltre il segno linguistico. D’altronde nessuno ha coscienza di dove va il flusso poetico che rapisce il poeta nell’atto creativo. È un’arte che tutti possiamo corteggiare ma soltanto pochi eletti possono interpretarla e a pochi concessa la sua luce apollinea. L’estetica del verso poetico si sviluppa su piani linguistici che trovano l’alveo nella forma del poemetto e la necessità di raccontare nei rimandi di un classicismo che si fa vita dove trova spazio e forma il culto del mito e si rafforza nella parola. Leggere le tue opere è un atto necessario, soprattutto in questo tempo dove si demolisce l’appartenenza dell’uomo alla natura. Non c’è migliore alternativa al mercimonio della parola e del pensiero, che leggere della buona poesia, una poesia viva ed eterna, una poesia che diviene Logos ed offre una visione emozionale della vita di relazione tra gli uomini, tra l’uomo e la natura e tra l’uomo è il divino. E concludo citando i tuoi versi del poema Da Saffo a Anacreonte presenti nella raccolta Alla volta di Leucade:

“Che accompagni divina la poesia!

Fine non avrà mai sui nostri suoli

l’unico mezzo d’eternare l’uomo.”

 

 

1 commento:

  1. Francesco... non potevi trovare un Dono di compleanno per l'Eterno Fanciullo e la sua Arte. Hai scritto una poesia che mi ha commossa. Grazie. Di averlo reso felice e di averci coinvolti tutti ancora una volta nel fiume delle emozioni! Ti stringo e rinnovo gli Auguri al nostro indomito Poeta!

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