martedì 2 febbraio 2021

CLAUDIO FIORENTINI SU PASQUALE BIAGIO CICIRELLI "LUIGI CONSULO "

Caro Nazario,

Ho ricevuto da Pasquale Cicirelli (in copia) il volume che ti trasmetto, da lui curato e di cui è prefatore. Si tratta di una silloge del poeta calabrese Luigi Cunsolo, sicuramente tu lo conoscerai, ma per me, e per molti, è una scoperta. 

Aggiungo le parole di Pasquale, che spiegano la genesi di questo libro, a mio parere, degna di nota: “Diverso tempo fa in uno di quei mercatini dell'usato sparsi per Roma, mi sono imbattuto in un suo libricino del 1950, sfogliandolo e leggendo alcune delle poesie che vi erano pubblicate, mi è subito piaciuto, così lo acquistai. 

Non conoscevo questo autore, così dopo qualche ricerca ho constatato che il suo prolifico talento non fu indifferente nemmeno al Carducci... Così ho deciso di rieditare quella raccolta, in una nuova versione illustrata, con l'obiettivo di omaggiare questo maestro di fatto quasi dimenticato, e rendergli un piccolo ma giusto riconoscimento. A parte le illustrazioni, e una breve introduzione, nel rispetto dell'autore, ho voluto lasciare il libro praticamente identico all'originale, come potrai vedere dall'allegato che ti invio qui di seguito. 

Le immagini, in bianco e nero, sono relative ad un altro maestro del Novecento - l'architetto Sbardella su cui ho da poco scritto una biografia - che come Cunsolo è quasi finito nel dimenticatoio. Così, volendo sottolineare queste similitudini tra i due, ho voluto inserire appunto alcune foto di un progetto architettonico di Sbardella. Avrei potuto utilizzare immagini più attinenti ai contenuti dei componimenti di Cunsolo (la Calabria con i suoi odori, sapori, profumi), ma mi pareva troppo scontato come accostamento.” 

Ho chiesto a Pasquale di scrivere due parole al riguardo, perché credo che Cunsolo meriti di essere nel blog, e lo merita anche Pasquale per aver fatto questo lavoro a seguito di un acquisto in un mercatino.

Buona giornata

Claudio Fiorentini


A cura di Pasquale Biagio Cicirelli

LUIGI CUNSOLO

E LE ROSE TRA GLI ASFODELI



PREFAZIONE

 


Luigi Cunsolo, nato a Stilo (RC) il 30.05.1884 e scomparso a Roma il 25.07.1979, figlio di contadini, fu un prolifico scrittore e traduttore. Laureatosi in Giurisprudenza e poi in Filosofia, intraprese la professione di insegnante in Italia e all’estero.

Divenne preside del Liceo di Pavia, e più tardi fu chiamato a fondare il Liceo Classico Norberto Turriziani di Frosinone. Nel 1934 divenne preside dell’Istituto Magistrale A. Oriani di Roma, fino al 1954. Sin dalla giovane età mostrò la sua vivacità intellettuale meritando perfino l’attenzione di Giosuè Carducci, che lo cita nel suo Epistolario.1 Durante la propria carriera Cunsolo vinse diversi premi letterari e tenne numerose conferenze, collaborò con quotidiani come Il Messaggero, tradusse classici e scrisse novelle, romanzi e testi per la scuola superiore. La sua raccolta di poesie Le rose tra gli asfodeli merita - tra i tanti suoi scritti - una particolare attenzione: in essa si ritrovano i colori, i profumi, le atmosfere tipiche calabresi e del sud Italia. Pertanto, a 70 anni dalla prima edizione, essa è riproposta in tutta la sua energia espressiva attraverso questa nuova edizione illustrata: Luigi Cunsolo, “maestro di bontà, disciplina e scienza per generazioni di giovani destinati a creare il progresso delle nostre popolazioni”, merita un rinnovato e giusto riconoscimento. Dopo essermi per caso imbattuto in una vecchia copia autografata, ho deciso di rieditare questa silloge integralmente e senza modifica alcuna.

Si sa, la poesia non vende, tuttavia, lasciandone la critica ad eventuali addetti ai lavori, sono certo che questa raccolta susciterà ancora una volta nel lettore quelle medesime emozioni che ha mosso nei lettori del secolo scorso.  Una lettera, datata 1905, è inserita nel numero v. len. 21, come da elenco dei destinatari dellelettere di Giosuè Carducci nell’Edizione Nazionale, Bologna, Zanichelli, 22 v., 1938-1968Infine, volendo dare a questo testo una decorosa cornice fotografica, ho scelto per la copertina e le altre illustrazioni alcuni scatti raffiguranti a mio avviso una delle più poetiche creazioni di un altro degno maestro del Novecento italiano, l’architetto Filiberto Sbardella.

Roma, novembre 2020

Pasquale Biagio Cicirelli 

 

DAL TESTO


LUNINO A SERA

Lunino, questa sera che su l’arco

esile delle ciglia ti sorride

e ti vagheggia un piccolo astro, invano

tento venire lungo il suo cammino.

Non ho chi mi preceda col richiamo

del suo sorriso, come te. Mi seggo,

stanco, ascoltando l’intimo brusìo

di altre lontane soavissime ore

perdute. Ed ecco, mi s’immerge il cuore,

anche stasera, in questa indefinita

luce di sogno: e tu sorridi, lieve,

ai dubitanti vertici, alle cose

che pallide si avvolgono nel tuo

bianco sudario, mentre il mio pensiero

par che si sciolga in polline leggero

su tutti i luoghi dove già si effuse

la primavera labile del cuore.

 

LA SPERANZA 

Viandante che giunge e solo un giorno

si ferma accanto al nostro focolare

caldo, dove – se parte – non ritorna

mai più. Lente, oscillando

e sussultando, lungo le pareti

le ombre si allungan labili. Nel cuore

memore aleggian trepide parole

di nostalgia.


1 commento:

  1. I miei ringraziamenti per avermi concesso questo spazio sul suo prestigioso blog. Il Novecento ci ha lasciato in eredità opere di maestri troppo facilmente dimenticati e che invece meritano una giusta riconoscenza.
    Pasquale Biagio Cicirelli

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