mercoledì 3 febbraio 2021

NAZARIO PARDINI: " L'AMPLESSO" DI FULVIA RITA FAZIO

AMPLESSO

 

Nel giardino di rugiada

il segreto è senza tempo

ma i due volti e la metà,

in uno specchio

abbracciati nello spirito del vento

per viaggiare lo zampillo

del deserto.

E la luce

è al firmamento

nell'amplesso col silenzio

mentre vede

quel che sente

mentre arpeggia e piroetta

la bellezza,

nell'impronta che imprigiona

la scintilla del pensiero.

        

(Rita Fulvia Fazio)

 

Credo che sia cosa utile a livello filologico e strutturale, iniziare questa nostra dissertazione con una pericope di Franco Righi, che fa da antiporta, da prodromico avvio alla  nostra esegesi:  “Ci sono tanti modi di apprezzare un'opera d'arte. A me affascinano le contraddizioni,le incertezze,mi affascina scorgere,sotto la parola, il lento lavorio di una coscienza che cerca e afferma una propria idealità. Non sempre è bella la linea retta del pensiero. L'incipit è "nel giardino di rugiada". E' una notazione intimistica e calda ma che si dilata nel verso successivo:"il segreto è senza tempo".Il soggetto è "il segreto",quello tematico è "amplesso". La dialettica tra i due termini,il passaggio continuo tra una carica sensuale e un intimismo spirituale,costituisce il ritmo narrativo della poesia. La sensualità si palesa nei due volti "abbracciati....":una sensualità intensa, ma misteriosa, fantastica e indeterminata perché "nello spirito del vento". L'amplesso è lo "zampillo del deserto": una immagine carica di grande intensità,che ne indica bene il valore mitico e ancestrale. Ma è una sensualità che non diventa erotismo. L'erotismo è il possesso materiale o il suo desiderio, la sensualità è trasformare la realtà in un mondo di sensazioni e così possederla."I due volti e la metà in uno specchio":versi belli e ambigui,e belli proprio perché ambigui.E' la prima conclusione di un percorso che è partito dall'intimismo,poi dal fascino misterioso dell'amplesso ma non si è ancora definito.La soluzione è nel capoverso successivo:"E la luce è al firmamento...".La luce si impone con la sua forza. La bellezza di questa immagine e di quelle che seguono non sono fini a se stesse ,ma acquistano vigore e valenza specifica in rapporto al contesto e alla storia narrativa in cui si situano.la rottura è drastica:la sensualità è"nell'amplesso col silenzio".Si definisce l'orizzonte poetico. Non è solo la sublimazione della sensualità,è la partecipazione piena ad un universo naturalistico, che rivela ed esprime non un bello generico,ma la bellezza,unica e assoluta, la stessa bellezza che da vita al pensiero.E' partecipare a tutto il creato,nel possedere la sua bellezza"nell'impronta che imprigiona la scintilla del pensiero".Il percorso di ricerca si è concluso. Un'anima ha raggiunto la propria certezza. E' una poesia ma anche un racconto e una storia” (Franco Righi). Diatriba tra il bene e il male, tra bellezza e bruttezza, tra giorno e notte, sta in questo polemos dei contrari la filosofia dello scrittore; solo dalla dialettica dei contrappesi scaturisce il senso del bello, dell’opera d’arte, della sua entità. “… Ma è una sensualità che non diventa erotismo”, afferma il critico. E questo è importante, determinante.  Noi però vogliamo considerare un’altra angolatura della poetica di Fulvia: il suo linguismo,  la sua forza naturale, il suo contatto con le paniche visioni, di cui si serve per farne linguaggio, espressività. Diversi i tipi di amplesso che qui non mi metto a enumerare. C’è addirittura chi parla di dodici ma cerchiamo di considerare quelli che riguardano il nostro caso: amplesso del primo amore, amplesso erotico, amplesso panico… Quello panico è l’amplesso di cui si nutre la poesia in oggetto. Quello di Fazio Fulvia. Basta scorrere la sua produzione poetica per rendersi conto della simbiotica fusione fra l’autrice e la natura. Tanto forte e sentimentale da rendersi vero godinento, piacere che la Nostra prova nel reificare i  palpiti emotivi nei suoi tanti segmenti.  La poetessa  ha bisogno, urgente bisogno di parlare o scrivere con il linguaggio della natura.   Il suo animo si trasferisce con un metamorfismo reale, in tutto ciò che la circonda. Ed è così che si concretizza nei risvolti che l’ambiente ci dona: albe, tramonti, marine, piane, colori, rumori, suoni, che richiamano ora la giovinezza, ora la speranza, ora la saudate, ora il mistero della vita, ora il tempo che fugge, ora l’eterno. Il  linguaggio si fa dunque simbolico, acquista il colore di metaforica forma, o di sinestetica intrusione, pur mantenendo quella liricità che la distingue. Quella creatività lessicale, di lessemi, e fonemi, di invenzioni estemporanee che generano una poesia nuova e empaticamente arrivante. Non di certo di amplesso erotico, si deve parlare, di amplesso materiale, ma di un sentimento forte e ardito che genera   ogni contorno di Pan. E’ lì che troviamo la personalità di Fulvia, nel suo abbraccio ad una natura che si offre con tutta la polivalenza  lessicale a che l’autrice possa esprimere il plurale mondo che la invade.  E’ sufficiente trarre da questa poesia i vari simboli che reificano il suo cuore, il suo amore incondizionato, il suo amplesso appunto, che come una sindrome di Stendhal, la porta ad uno stato di estasi: giardino di rugiada, segreto senza tempo, abbracciati nello spirito del vento, il firmamento, l'amplesso col silenzio, la bellezza, l'impronta che imprigiona, la scintilla del pensiero. Tutti elementi che in un climax ascensionale portano la poetessa all’estatica contemplazione del  bello; di quello stato d’animo  che va oltre il tempo, per aprire la porta dell’eterno.

Nazario Pardini

  

 

1 commento:

  1. Carissimo Nazario,
    potrebbe inserirmi queste due righe a ringraziamento?
    Oggi, dottor Franco Righi, la sua felice, acuta, completa lettura per limpidezza espositiva e critica letteraria, brilla sull'isola di Lèucade accanto alla luminosa nota critica del professor Nazario Pardini.
    Nazario, il suo ecfrastico, dotto, colto buongiorno risplende su questa giornata grigia di febbraio. Ad entrambi, grazie di cuore.

    Fulvia

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