lunedì 1 febbraio 2021

MARIA RIZZI: "FRANCO CAMPEGIANI SU MUZIO TERRIBILI"


Franco Campegiani su Muzio Terribili

Maria Rizzi,
collaboratrice di Lèucade

Sul versante artistico, la prima musa a cui rivolse il proprio interesse fu la musica, alla quale si applicò fin dall'infanzia (pianoforte e composizione), coltivandola successivamente attraverso la costituzione e la direzione di complessi corali. Particolare interesse suscitò la sua installazione, all'ingresso del Palazzo Vescovile di Albano, di una agenda pittorica intitolata il Vangelo del giorno, dove, su di un leggio, venivano quotidianamente esposte sue raffigurazioni di scene evangeliche. Delle arti figurative si interessò dapprima in qualità di docente, conferenziere e saggista, poi di organizzatore di esposizioni, e di partecipe a giurie esaminatrici, insieme a valorosi artisti e critici (G. Manzù, M. Venturoli, N. Ponente, C. Maltese, V. Guzzi, e altri). La preparazione teorica gli permise di accingersi a svolgere azione concreta, munito di una sorta di metafisica estetica, sulla scorta del pensiero di Urs Hans Balthasar, che studiò a fondo e tenne come punto di riferimento nelle sue riflessioni, negli scritti e nelle lezioni. Per cui, quando cominciò a dipingere, non si limitò alla finalità individuale di esprimere se stesso, ma cercò di perseguire quella più ampia e nobile di fare cultura. Tale impegno, naturalmente, lo indusse ad una conoscenza profonda della Storia dell'Arte, nella quale inserirsi, sia da fruitore sia da operatore, trovando in essa il luogo particolare, più vicino alla sua propria sensibilità, nel quale lavorare concretamente. 204 Espose per la prima volta a Roma presso l'Associazione Artisti e Professionisti, nel 1959, a coronamento di una serie di lezioni da lui tenute sull'Arte contemporanea e si interessarono a lui numerosi critici (M. Bernardi, V. Bottino, D. Coletti, M.Contini, C.A De Rosa, L. Durando, A. Freschi, S. Giannattasio, A. Mistrangelo, A. Oberti, A. Onorati, S. Orienti, M. Rubiglio, A. Rossi, A. Scotti). Note su di lui apparvero su: Il Messaggero, Il Tempo, Il Popolo, La Stampa, l'Avanti, Le Arti e altri quotidiani e riviste. Venne inserito nel Catalogo Bolaffi del 1975, su proposta della Galleria dell'Accademia di Torino. Dopo un ventennio di figurazione, nel 1980, approdò all'espressione astratta, tenendo gli occhi ai grandi artisti del sec XX: Kandinskji, Burri, Afro, Magnelli, Turcato, eccetera. L'ultima fase della sua ricerca fu caratterizzata dalle cosiddette stampe a mano, rispondenti ad un'esigenza di astrattismo puro, un cromatismo squillante e geometrico ottenuto con colori tipografici spalmati con rulli su cartoni patinati, utilizzando mascherine pazientemente ritagliate, con un risultato decisamente più brillante rispetto alla pittura ad olio. Un'esultanza visiva dalle ascendenze neoplastiche che trovava nel clima gestaltico della Op Art la sua giusta collocazione. Con delle peculiarità, tuttavia, che la ponevano in controtendenza, se si pensa all'impegno tipico di quella poetica nello svincolare il lavoro artistico da ogni manualità, per assoggettarlo ai procedimenti scientificotecnologici della produzione industriale, eseguibile in serie. Qui l’artigianalità era fondamentale, nell'intento di 205 rivendicare all'unicità dello spirito il dominio delle tecniche. In tal modo, la poderosa accentuazione delle qualità sensibili non si limitava a sperimentare la superficie delle cose, ma andava in profondità chiamando in causa le sfere pensanti più elevate dell'animo umano. Preziosismi, quelli di Terribili, non mai gratuiti ed effimeri, ma sempre alimentati da uno stupore profondo, da un meravigliarsi interiore autentico, lontanissimo dalla poetica dei gridolini e degli stordimenti ludici, dei capricci evasivi. Stupore dei sensi come stupore spirituale. Ed è l'unità del Vero, del Buono e del Bello di cui parla il teologo Hans Urs von Balthasar, sulla scorta del vetusto Platone. E' da qui, da questa rivalutazione della sfera sensibile, che si deve partire per un'attenta analisi della speculazione filosofica di Muzio Terribili. L'attività sensibile come promotrice di vita spirituale. Nel libro "Estetica in genere ed estetica pedagogica" (Il mio libro.it, 2009), egli svolse una fondamentale riflessione sulla bellezza, citando passi emblematici dall'opera di Hans Urs von Balthasar. Il quale aveva scritto: "In un mondo senza bellezza... anche il bene ha perso la sua forza di attrazione... e gli argomenti in favore della verità hanno esaurito la loro forza di conclusione logica". E la mente di Terribili correva a Platone, laddove nel Convivio aveva detto: "Bellezza sola può liberar l'uomo da quest'immenso dolore". Quel Platone, commentava, che "non intendeva la filosofia come Aristotele e tanto meno come la intende la moderna cultura occidentale, intellettualistica e sistematica. Per 206 Platone la filosofia è scienza d'amore", "dove amore è amore di bellezza". Poi argomentava: "l'uomo che attraverso la scienza ha capito tante cose, dovrebbe oramai... non meravigliarsi più di niente. Invece non è così. Lo stesso atteggiamento meravigliato, stupito e incantato del primitivo e dell'ignorante di fronte a un fenomeno di natura, ritorna nell'uomo evoluto, quando egli accantona lo scienziato e lascia spazio al poeta (il fanciullino pascoliano che è al fondo di ogni uomo)... Galileo ed Einstein, che, come tutte le vere grandi menti scientifiche, erano immuni dall'intellettualismo gretto, non finivano di incantarsi davanti al firmamento, che pure avevano esplorato per lungo e per largo". Fino a concludere: "niente induce a pensare che la svalutazione del mito derivi dai Greci. Però è innegabile che questa sia stata l'opinione che ha preso piede ed è durata a lungo nella cultura occidentale, intellettualistica e scientista". Fortunatamente, "una rivalutazione del mito da parte di una scienza recente, l'Antropologia Culturale, ci fornisce conclusioni nuove e preziose, su cui sarebbe il caso di riflettere". Ed eccolo, infine, il nucleo centrale di questo finissimo scrittore e pensatore controcorrente: "il sentimento estetico è il principio motore di ogni altra attività, non solo quella strettamente artistica; il carattere estetico ne accompagna lo svolgimento e ne è il fine generalissimo". Muzio Terribili dette vita, tra l'altro, ad alcune agili, brillanti monografie riguardanti filosofi, e se avesse avuto tempo ne avrebbe prodotte sicuramente molte di più. Una 207 di queste riguarda Socrate. Un'altra, su Epicuro, è l'oggetto del presente elaborato, con quel tono dialogante e quella garbata provocazione tendenti a smascherare l'inganno dei detrattori del noto filosofo, "che si battono per i valori tradizionali, gli ideali religiosi, gli interessi del paese e della società", ignorando che nel materialismo di Epicuro, "nelle sue massime, di vivere ignorato, di preferire la pace della campagna al rumore della città, di tenersi lontano da cariche e responsabilità sociali, di non correre appresso ai soldi, di essere frugali nel cibo, di evitare anche il matrimonio se è possibile, e cose di questo genere, non a torto si sono trovate anticipazioni della morale cristiana". Per concludere questo rapido excursus sull'opera e sull'azione culturale di questo ingegno che è assolutamente doveroso, oltre che estremamente edificante, ricordare, non si può infine tacere un versante apparentemente secondario, ma non meno illuminante, della sua produzione letteraria. Ci riferiamo a due testi di sonetti romaneschi al vetriolo ("Li cattolici d'oggi" New Edit, 2007 e "Papa oggi Papa ieri", New Edit 2009), scritti sull'onda dei suoi malumori crescenti nei confronti del cattolicesimo in generale, con l'impietosa denuncia del fariseismo e della degradazione della fede quando si riduce a facciata di comodo, a pura e semplice formalità esteriore. Franco Campegiani

 

Franco Campegiani affresca l’amico pittore Muzio Terribili, che ebbi l’onore di conoscere nel corso di mostre che lo stesso Franco presentò a Marino e a Frascati, illustrando la complessa personalità dell’Artista. Egli conduce un’esaustiva disamina della formazione del maestro, che nacque come musicista e come teologo della fede ragionevole, sposando la teoria dello svizzero Hans Urs von Balthasar. Quest’ultimo ebbe lo sguardo lungo fisso sul microcosmo dell’essere umano e della sua intelligenza, lamentando la realtà in cui viveva. “Non si vuol credere se non a ciò che si comprende con la propria umana sapienza, ciò che la oltrepassa, la sapienza di Dio, appare irrazionale” Il suo impegno nell’Arte, scrive Franco Campegiani, tenne sempre conto del concetto che occorreva partire dalla bellezza, dando inizio a una vera rivoluzione teologica. Il grande Terribili si avvicinò all’arte figurativa come docente, volle comprendere a fondo la Storia dell’Arte, prima di diventarne fruitore. Un exursus che rende l’idea del carattere particolare del Maestro, che arrivò a dipingere percorrendo il sentiero inverso: da insegnante ad allievo di se stesso. Il critico, Poeta, Saggista, Filosofo Campegiani illustra le mostre tenute dall’amico e dedica un’esegesi alle altre attività culturali che lo videro coinvolto. Scrisse, infatti, interessanti monografie, come quella su Epicuro, in forma di dialogo tra il filosofo e un suo allievo, nella quale Terribili difende il modernismo delle posizioni di Epicuro del lathe biosas: non è semplice restare umani in mezzo a tanto rumore, a questo inutile sciamare. In esse, asserisce Campegiani, ‘non a torto si sono trovate anticipazioni della morale cristiana". Terribili scrisse anche di Socrate e, per concludere, diede vita a sonetti romaneschi ‘al vetriolo’, frutto del distacco che andava maturando verso il cattolicesimo e verso l’ipocrisia dei farisei. Il nostro recensore offre un tributo altissimo alla figura poliedrica del docente di Filosofia, artista a tutto tondo, pittore, musicista, drammaturgo, saggista e poeta dialettale, che lascia solchi nel pensiero e nel ricordo assolutamente indelebili.

Maria Maria Rizzi

 









5 commenti:

  1. Ringrazio il nostro immenso Nume Tutelare per aver pubblicato il grande tributo di Franco all'Amico Muzio Terribili e il mio commento che esonda dagli spazi... Mi scuso con i lettori, l'ho inviato nel formato errato. Complimenti all'amico fraterno Franco e... un forte abbraccio a lui e a Nazario.

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  2. Brava Maria, ti sei lanciata con la consueta generosità in un sentito e certo non semplice commento all' opera dell' amico Franco Campegiani.

    Anche a lui vanno ovviamente tutte le mie congratulazioni per il suo tributo all' amico Muzio Terribili.

    Al nostro Condottiero un ringraziamento di cuore perché permette di incontrarci sulla sua Isola felice.

    Un grande abbraccio

    Loredana D'Alfonso

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    1. Dolcissima Amica mia, il merito è tutto di Franco e del fantastico, poliedrico Muzio. Ti stringo e abbraccio ancora il nostro Amico Poeta, Filosofo e Critico e l'immenso Nazario!

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  3. Grazie a te Loredana, e complimenti per la tua sempre più attiva e preziosa presenza sulle pagine del nostro blog. Ma grazie soprattutto a te, Maria, per la perspicace e generosa attenzione che hai voluto dedicare al mio scritto sull'amico e maestro Muzio Terribili, pensatore, scrittore, artista e pedagogo di straordinarie qualità. Lo stralcio posto a premessa della tua succosa recensione - lo dico per i lettori- è tratto dalla mia postfazione al testo "Epicuro o della vita serena" del Terribili, pubblicato in seconda edizione a cura di Michele Pinto sul sito www.EPICURO.org. I miei ringraziamenti e saluti affettuosi anche al nocchiero Nazario Pardini.
    Franco Campegiani

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    1. Franco mio, il tuo scritto è un grandissimo omaggio all'artista e all'uomo. Mi scuso per non aver ricordato il testo su Epicuro, quattordici atti di alto interesse incentrati sui dialoghi tra Epicuro e il suo allievo. Li ho letti e consiglio a tutti di farlo. Grazie a te per le opportunità che mi e ci offri. Ti stringo

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