giovedì 4 febbraio 2021

RICCARDO MAZZAMUTO: "DIVIETO DI CALPESTARE FORMICHE"

 

Riccardo Mazzamuto

Divieto di calpestare formiche

(Antologia in versi 1983-1997)

poesie giovanili

Tutti i diritti riservati

© 2020, ERETICA Edizioni

Direttore responsabile: GIORDANO Criscuolo

Finito di stampare a Buccino (SA)

Nel 2020

Presso e

per conto di ERETICA Edizioni

www.ereticaedizioni.it


 

ARBUSTO NON VOLERÒ CON IL VENTO

Come farfalla

che cerca fiore

nel grigio

di una città,

coltivo nettare

blu, per attingere

quando il vento

spezzerà

anche piccoli

sbocci, quella che io

chiamai poesia…

 

 

Ormai passeggiando

in metropoli

se alzi gli occhi

al cielo

non riesci a sentire

rondini narrare.

Puoi trovarle

là nella piazza

dove

sosta l’ultimo tronco.

Cinguettii assordanti

forse cento duecento…

troppi per sorseggiare

lacrime di libertà…

Presto anche noi

ci ri-muoveremo

sull’albero

per qualche

boccata di ossigeno… 

 

NATURA PENTITA

Steso - disteso

albero sul prato

né un gesto

né un sorriso…

il vento bagna foglie.

Graditi rami fronde…

Vorresti saper volare

per liberarti ed amare.

Un sogno… nell’aria

non puoi volteggiare

correre saltare

il posto è lì…

destino bambino

ha detto no…

 

MACAONE

Re svolazzi

variopinto su terreni

i-nesplorati ali

come collage di bottoni.

Orgoglioso delle leggi

silenzioso per diffida

saltelli dal fiore al cuore

bisbigli diverti

fuggi scappi via…

Odi la notte

il sole è prigioniero

della bellezza

occhi imbalsamati

assicuri verità

quando vieni svilito

da umani vogliosi

di tanta bellezza.

Macaone Re dei cieli

vita, fuggi via,

dove nessuno

ti potrà trovare

dove la quiete

setaccia cattiveria…

Tavolozza spirituale

di pittori incompetenti

cancellate nome

origini foto  

 

ricerche e l’abitudine,

l’abitudine di chiamarla

farfalla…

(Colline di Castelnuovo della Misericordia LI 1987)  

 

Una  poesia nuova, diversa, originale, istintiva questa di Riccardo Mazzamuto. Basta partire dalle poesie incipitarie per rendersi conto sia a livello formale che contenutistico della novità ispirativa di questo poeta. Il reale si fa artefice dell’ispirazione, ma un reale che viene manipolato  dalla fantasie del poeta: le rondini che non narrano, cinguettii troppi per sorseggiare lacrime di libertà, alberi senza sorrisi, il cielo prigioniero della bellezza… Le invenzioni creative si succedono le une dopo le altre. Ma mi domando: cosa sarebbe il poeta senza la natura? Senza le sue piante, il suo sole, le sue albe; sarebbe sicuramente un cavallo zoppo, un uccello senza ali, un fiore senza petali, dacché la natura stessa si fa materia prima su cui lavorare per tirare fuori un’opera, come una statua dal marmo. E’ quello che fa Riccardo Mazzamuto lavorando sui punti focali, sugli angoli più evidenti, sugli spigoli apparenti; aggiungendo la sua inventiva, perché il Nostro vuole fare una poesia nuova, basata su guizzi emotivi di grande resa visiva. Però non è che il suo stile sia oggetto di un ragionamento, di una ricerca razionale, ma lo direi piuttosto spontaneo; un dire dove la passione primeggia mutandosi in parola. Questo è il suo modus operandi, il suo stilema, il suo morfema, il suo significante. Magari scavando un po’ si potrebbe scoprire qualcosa di più, qualcosa che covando dentro il suo animo, fuoriesce nuova e originale. Il pensiero ha bisogno di riposare in noi per farsi puro e poeticamente reificante. Quello che si può dire è che in certe poesie spicca l’amore per un Pan zeppo di amore e di sensibilità; l’aspetto arcadico-idillico-georgico sembra aggiungere tocchi di sana elegia pastorale, anche se il tutto si manifesta in maniera personale e ricca di spunti elaborativi:  NON VOLERÒ CON IL VENTO: “Come farfalla/ che cerca fiore/ nel grigio/ di una città,/ coltivo nettare/blu, per attingere/quando il vento/spezzerà/ anche piccoli/sbocci, quella che io/chiamai poesia…”. Il vento, i bocci, il volo, farfalla, blu, poesia, sono tanti elementi naturali che configurano un animo tutto volto ad analizzare il mondo attorno, per trovare uno sfondo che tanto raffiguri il poeta, la sua energia intima. Il linguaggio si fa sempre più apodittico, breve e conciso, scattante, dove una singola parola può essere sufficiente a formare il verso. Non siamo di sicuro di fronte ad una poesia di stampo narrativo;  ad una poesia di positura prosastica come  tanta   sperimentazione attuale vorrebbe. Qui la metafora, la sinestesia l’enjambement o altre figure retoriche della tradizione si fanno avanti per dirci che sotto questo aspetto si tratta di una poetica che contrasta ampiamente con ogni tentativo di innovazione, dove si toglie il fiato ad ogni spunto di   soggettivismo, di autobiografismo. Qui il poeta è attivo, fattivo, partecipativo nel mettere in evidenza la portata del suo ego,  l’originalità del suo poetare, le fiammate di indiscussa personalità. Quello che magari emerge, oltre alla  novità scritturale, è l’amore per una natura che in questi versi si fa anche simbolismo, allegoria che nasconde una filosofia di vita. Un messaggio di rispetto per una madre antica che l’uomo ha cessato da tempo di nutrire. Ma anche un tentativo di volare oltre le aporie del quotidiano, par-dessus le toit, direbbe Veraline, verso un mondo di pace e di serenità, verso un’isola che forse non c’è, ma che gli uomini continuano a sognare e a sperare di poter raggiungere:

 

VERIFICA

Siamo

graditi vermi

di un mappamondo

di mele marce

 

Nazario Pardini

            

 

 

3 commenti:

  1. Il nostro straordinario Nazario ha messo a fuoco la poetica di Riccardo Mazzamuto con una tale competenza e passionalità che aggiungere altro sembra inutile, ma il parere della lettrice comune, come la sottoscritta, è lo scopo di quest'Isola di viaggi interiori, di incontri, di scoperte. E il Poeta che conosciamo in questa splendida pagina è davvero degno di attenzione. Il suo respiro ampio, inarrestabile, lascia sognare la palingenesi, che non è avvenuta, ma che è lecito e meritevole attendere. La sua cifra stilistica punta all'essenza, sceglie la sottrazione e mira, come sottolinea Nazario a far sì che 'spicchi l’amore per un Pan zeppo di amore e di sensibilità;che risalti l’aspetto arcadico-idillico-georgico'... Elimina gli articoli nel suo dittato poetico, per dare assoluto risalto ai concetti, come fece per altre tematiche Primo Levi. Mazzamuto si concentra sull'impegno civile attraverso un'elegia della Natura, una visione bucolica
    e sublime: "Cinguettii assordanti /forse cento duecento/troppi per sorseggiare/lacrime di libertà"…, che mette in rilievo gli errori di noi uomini 'graditi vermi /di un mappamondo /di mele marce". Tesse le lodi, in una lirica, che è dipinto, della farfalla Macaone, dalla grande apertura d'ali e dall'incredibile colorazione, che ignora gli umani avidi di tanta bellezza e la speranza si cela dietro tutti i suoi versi, la speranza che si possa imparare dagli elementi poetici della natura la ricetta per migliorare, forse per guarire. Ringrazio l'Autore per tanta lezione di vita e m'inchino a Nazario, che semina Cultura in modo inesausto. Saluti cari al Poeta un forte abbraccio al Capitano.

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    1. Grazie Maria queste parole fanno veramente bene. Un caro saluto

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  2. Veramente Onorato di aver ricevuto una recensione da un uomo di grande cultura come Nazario, uomo e poeta che stimo molto e che sto approfondendo attraverso i suoi libri e il suo percorso poetico, invito anche alla lettura di questo blog mai scontato mai accomodante regna solo cultura.

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