venerdì 5 febbraio 2021

MASSIMILIANO MACCARONI: " INEDITI"

 

Inediti tratti da: ALFA © [Poesie-2021] di Massimiliano Maccaroni

 

 

Delirio a pezzi fuori gli oblò;

pazzi e troie rincorrono le stesse lepri;

animaletti deboli scappano dalle tane;

unica maniera per sopravvivere nel primo cerchio;

il limbo è sovraffollato di anime ignare;

di incendiare il tempo dietro a chimere pubbliche;

ricerca della milf per l’orgasmo vintage

speranza di un sedile in pelle e seicento cavalli

utilizzo preventivo di condom per evitare esecuzioni

dialettica orizzontale prevaricante

cromosomi dominanti sopprimono dna periferici;

libera informazione di manipolare

dittatura di inchiostri verdi

nel moulin rouge di Pigalle;

Donne stuprate senza sesso

uomini svenduti nei bazar;

da ovest a est di Beyazit;

la società è sconfitta a tavolino.

E le luci dei viali di notte

E le strade vulcano Krakatoa

E il martirio dei cani a Yulin.

Dopo una cena romantica si torna a casa a digerire

Ho visto un bambino col volto da vecchio

riprendere suo padre che flirtava con una commessa.

Una madre; ridere della vita bramando la morte.

Il mondo; brulicare di statue formiche.

Delirio a pezzi fuori dagli oblò

l’ambiente circostante presenta elementi d’insidia;

necessita di addestramenti.

 

Una silloge plurale, polisemica, i cui contenuti vengono concretizzati in versi di minimalismo ispirativo. Molte le tematiche affrontate: l’amore, la vita, le memorie, le riflessioni sull’esistere, le aporie del vivere, ogni tema trova la sua collocazione in misure, di solito, ampie e ipertrofiche. Ciò non toglie che l’autore non possa impiegare tutta la sua inventiva lessicale, ogni iunctura assemblante, dando così esempio di notevole fattura espressivo-partecipativa. Una poesia realistica, che trae il suo significato da un mondo visto con animo scosso dal fatto di esistere. “la società è sconfitta a tavolino”, “Ho visto un bambino col volto da vecchio”, “ridere della vita bramando la morte”, “l’ambiente circostante presenta elementi d’insidia”. Tanti input emotivo-esistenziali che si fanno nutrimento di versi ora più ampi ora meno, per accompagnare un diagramma musicale vario e articolato; uno spartito che risente dei subbugli interiori; dei fremiti esistenziali che vivono di vertigini di natura umana, troppo umana. Nel complesso un lirismo capassiano che, con la sua concretezza, rifugge da ispirazioni sentimentali decadenti, per trarre dalla realtà spunti di rara efficacia creativa; di vere circostanze vitali. Sinestesie, enjambements, metafore, e iperboliche intrusioni fanno da contorno ad una versificazione immediata e ipostatica. Silloge senz’altro degna di attenzione soprattutto per il contatto schietto tra le impennate emotive e gli innesti verbali. C’è simbiotica fusione, in queste poesie, tra il dire e il sentire, e questa non è poca cosa in un mondo dove si scrive a comando senza essere cotti a  puntino, senza essere presi, come si dice, da quella ispirazione che impone e comanda.

 


DAL TESTO

 

Social

Defensa

Interludio

Eccetera, eccetera

E ovunque

Smeraldo

Collisioni

Oxigen

Bruciando le streghe

Rimani

Glitter

 

Social 

Delirio a pezzi fuori gli oblò;

pazzi e troie rincorrono le stesse lepri;

animaletti deboli scappano dalle tane;

unica maniera per sopravvivere nel primo cerchio;

il limbo è sovraffollato di anime ignare;

di incendiare il tempo dietro a chimere pubbliche;

ricerca della milf per l’orgasmo vintage;

speranza di un sedile in pelle e seicento cavalli

utilizzo preventivo di condom per evitare esecuzioni

dialettica orizzontale prevaricante

cromosomi dominanti sopprimono Dna periferici;

libera informazione di manipolare

dittatura di inchiostri verdi

nel moulin rouge di Pigalle;

Donne stuprate senza sesso

uomini svenduti nei bazar;

da ovest a est di Beyazit;

la società è sconfitta a tavolino.

E le luci dei viali di notte

E le strade vulcano Krakatoa.

E il martirio dei cani a Yulin.

Dopo una cena romantica si torna a casa a digerire.

Ho visto un bambino col volto da vecchio

riprendere suo padre che flirtava con una commessa.

Una madre; ridere della vita bramando la morte.

Il mondo; brulicare di statue formiche.

Delirio a pezzi fuori gli oblò;

l’ambiente circostante presenta elementi d’insidia;        

necessita di addestramenti.

 

 

Defensa

Vorrei che filo spinato ti impigliasse;

che ti impigliasse filo spinato.

Perfetto per un tuo contenimento;

più di staccionate o jersey modulari;

filo di Glidden; il Razor wire

il nastro per la tua esuberanza;

la sottile rete di Clarissa e di Lucinda.

Amore; amore mio; mio punto,

saldatura, mia lamiera

tipa di lama tagliente; acuminata,

nessuno vicino che non sgorghi sangue.

Me stesso a un palmo;

carnoso sepalo succoso.

il regno dei protisti che si fotta;

tutto il resto

plantae et animalia

in guardia.

Amore; amore mio, mia climax.

Vorrei che filo spinato impigliasse

te nelle mie mani,

ultima difesa dall’abbandonarti

al gender mainstreaming della parità;

più di me; tu sei.

oltre me,

frattaglia e scarto dal cammino incerto

che provo a chiuderti nel cerchio

punk gotico a lucchetto.

E piango quando soffia il vento;

tenebra di perderti.

E rido quando annega il tempo;

che il mio sublime è li;

il mio cuore interno,

la striata venatura del suo battito

un mare morto; sale e sale del profondo.

Ti seguo; iena in circolo, pantera; rettile strisciante.

Intorno a fuochi difensivi.

 

Tua defensa

Vorrei che filo spinato ti impigliasse,

in matasse ordinatamente a spira,

cantando; che bellezza questi occhi fissi al noi;

giù e giù stelle cadenti - per noi scie;

su e su sopra le galassie - di nostri pianeti - solo due;

altolà a tutti; oltre i muri degli accampamenti.

Fili e fili; spine e spine.

Per difenderti da me;

cosa farei.

    

     Amore.

 

 

Interludio

Sempre fotta Signore,

in luogo di cose serie;

così la vita è Schlager;

la morte, orifizio Rock;

la matematica è numeri; non lettere.

Non v’è confusione di ruoli;

non v’è patema d’animo;

insolvenza confronti responsabilità e natanti allo sbando,

imprudenza che conduca alla gogna;

irritazione cutanea;

incoscienza e pubertà permangono statiche, nonostante;

niente serial killer in agguato nella notte;

E la luna piena sarà piena;

E la bestia feroce inseguirà i dannati;

e la pioggia verrà prima d’un temporale:

fulmini al videocitofono in sere cinema da asporto

e boati di lampi a scoppi ritardanti.

Sempre fotta; Signora

in luogo di stendini, lavatrici;

intimi geografico leopardo;

preparati per torte; scuole elementari e medie.

Così AMORE; è credito, acconto d’imposta, cambiale tratta;

in bianco; è colore, arredo d’interno, marmorea destrorsa di colonna;

mano è formicolio, difficoltà a sinistra, scrittura a goccia su lacrime dei fogli; disobbedienza, elevata verticale al cielo.

Non v’è violenza;

eteronomia nella gestione dell’outfit;

critica distruttiva a smalti, tagli, frange e cortezze over – under le ginocchia.

E i walzer saranno per due;

E i messaggi arriveranno dai mittenti;

e significherà qualcosa quel cuscino. 

E’ una tara originaria che conduce al disfacimento;

non gli schemi post-imposizione;

il grido inascoltato che Dio non ha nulla a che vedere con quello che traspare dagli occhi;

e camminare sui marciapiedi, non sempre ci salva da incidenti.

Tanto vale;

l’acustica di certi suoni rapiti ai rumori.

gli itinerari alternativi in un cassetto.

L’ebrezza inconscia d’una ponderata follia.

La vita è questa, evidentemente.

Non è colpa di nessuno.

Nemmeno del corvo sul balcone.

Delle nostre speranze. che illudono – [illudono];

                                         sognano.


Eccetera, eccetera

 

Sei l’unico posto.

Dove risolvo un passato di attraversamenti invisibili,

sull’abisso di un domani così, mi sporgo e gusto;

l’entusiasmo dei pericoli.

Tra successioni native di spazi

dove potrei posarmi ed aspettare;

passaggi di anime mascherate da farfalle

adrenalinici parà di sorprese giù dalle nuvole.

Pure marchiata da verticali negri lunghissimi

pure in schiavitù corrotta;

anche ridotta a un brandello di lacrima

ti alloggerei nelle mie ossa.

Unico posto;

che scava nel fondo del mio cuore di cenere;

cerca inafferrabili modi

per accogliere.

Soluzioni ad incastro. 

Continuità;

limiti;     

eccetera, eccetera.

 

************************************

 

 

 

 

 

    

1 commento:

  1. Ritrovo con gioia Massimiliano e la sua tensione ispirativa così particolare, condita dall'esegesi del nostro Nume Tutelare, che ne mette in risalto le caratteristiche pregnanti. Un poeta assimilabile allo Sturm und Drang, il movimento letterario nato in Germania nella seconda metà del XVIII secolo, caratterizzato dalla rivalutazione del sentimento e dell'irrazionale. Un torrente di emozioni, Massimiliano, non filtrate dalla tecnica, ispirate, eppure ricche dell''inventiva lessicale', che sottolinea il grande Nazario. Una Silloge varia, sia come tematiche che come cifra stilistica, che gioca sul registro delle emozioni, dei sentimenti e dell'impegno civile. Mi complimento con l'Autore, che conosco da anni, e plaudo il suo introduttore. Li stringo forte entrambi!

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