martedì 16 febbraio 2021

MARIA RIZZI LEGGE: "SOGNATORE VOLANTE" DI FRANCO VETRANO

Maria Rizzi,
collaboratrice di Lèucade

 








Maria Rizzi su “Sognatore volante” di Franco Vetrano-  Dibuono Edizioni

 

Franco Vetrano con la Silloge “Sognatore volante - Dibuono Edizioni- , segna una tappa importante, dopo le Raccolte precedenti: “Con il cuore negli occhi” e “Cento emozioni”. L’Opera, infatti, scuote le fronde dell’anima del lettore sin dall’introduzione dell’Autore stesso, che sottolinea quanto sia ‘strano’ e amaro pubblicare con la Casa Editrice Dibuono senza il suo fondatore Claudio, che ho avuto l’onore di conoscere e che, ha lasciato ai figli il testimone di due collaborazioni con il nostro Circolo: quella con il Premio “Voci” Città di Roma e quella con il loro prestigioso Concorso ‘La Pulce Letteraria’.

La prima poesia della Silloge è dedicata “A Claudio” e non posso astenermi dal citarla:

 

“Voglio spiccare il volo

con le ali d’acciaio,

vestirmi d’infinito

perché devo cercarti,

abbracciare le nubi

avendo la certezza

di stringere l’amico

che il cielo mi indicava”.

 

Franco, si ritiene, per eccesso di umiltà, “artigiano dei versi’ e il destino vuole che si definisse in modo simile -‘l’operaio dei sogni’-, un gigante  come Pier Paolo Pasolini. Il volo, in tutte le sue accezioni, sembra proprio il filo conduttore di quest’Opera, d’altronde il Poeta recita: “Io sono nato una notte d’inverno / con la neve di febbraio sui tetti. / sono nato la notte che Modugno / vinse a Sanremo cantando “Volare””/ da “ Una notte d’inverno”. La sua nascita ha avuto carattere profetico. Mentre ‘mister Volare’ rivoluzionava gli stereotipi della canzone italiana e incendiava i cuori degli italiani, Franco vedeva la luce e forse il suo involucro terreno era sormontato da abbozzi di ali, visto che, come un novello Icaro, è stato da sempre teso verso l’alto. In lui il volo può essere inteso in più accezioni, in quanto si configura come sogno di una vita scolpita a misura del cielo, e inteso come verticalità.

 

“Quanti giorni passati

con le braccia levate,

verso il cielo protese

a scolpire le nuvole”.      versi tratti da “Braccia levate”

 

 

L’ Autore sembra più vicino alle nuvole, al loro navigare mutando forma, che alla terra, che troppo spesso celebra ‘la vittoria degli egoismi / e il morire dell’umanità’.

L’amore per la natura madre - benigna in molti affreschi salta agli occhi del lettore in una sorta di atmosfera onirica, che vede l’uomo inserito tra gli elementi poetici del Creato. Questa peculiarità è un tratto distintivo dell’Autore, che non opera un distinguo tra gli esseri umani e i miracoli naturali, ma tende a congiungerli, forse in virtù della sua attitudine a vivere da ‘sognatore volante’, ovvero da individuo legato al filo dell’utopia.

Egli ci sollecita anche in questo testo, a posare lo sguardo sugli elementi e i sentimenti ‘elementari’. E la sua visione del tempo che attraversiamo e ci attraversa, delle storie quotidiane, pur estatica, diviene una valorizzazione dell’esistenza come dovrebbe essere:

 

“Cerco invece di parlare

nei miei versi d’artigiano

dei misteri dell’immenso

e trovare per magia

dentro un verso l’universo”

 

L’universo, a misura d’uomo, si rimpicciolisce, si umanizza e può essere contenuto in un solo verso… quale incanto e quale dimostrazione che tutto viene ricondotto alle dimensioni ‘elementari’.

I versi sono privi di artifici semantici, di virtuosismi a effetto. L’aggettivo ‘elementare’ si intende proprio come modo di scrittura reso trasparente come acqua di fonte, accessibile al maggior numero di persone, sia come tematiche, sia nell’aspetto stilistico. Eppure nulla viene tolto al lirismo autentico, ispirato, alle immagini che rubano l’anima, alla capacità espressiva di un Poeta che sceglie la sintesi, la sottrazione, ovvero la difficoltà di dire tutto anche solo in sei versi.

L’artigiano dei sogni ci trascina nel suo ‘universo chiuso in un verso’ e trova accenti memorabili, lascia affiorare il pacato disincanto dell’Uomo che abita la vita e la sa misurare con i cinque sensi, ma che non si concede

vacanze dai sentimenti forti, non perde mai il contatto con i sogni.

Una Silloge, quella di Franco, nella quale crepita la luce romantica, dolorosa, a tratti densa di saudade dell’Uomo - Poeta dei nostri giorni.           

 Maria Rizzi

         

 

 

 

3 commenti:

  1. Ringrazio di cuore il nostro Condottiero, che continua a ospitarmi con infinita disponibilità e 'il sognatore volante', che mi ha concesso di seguire le sue acrobazie sul filo del sogno....

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  2. Molto bello leggere dell' amico e poeta Franco Vetrano! Carissima Maria, ricordo benissimo le presentazioni di Franco a Roma, il suo talento e la sua rara umiltà, tale da definirsi "artigiano dei versi". Ricordo una bellissima gita, una giornata tersa e versi declamati all'aria aperta ...
    Grazie Maria di questo bellissimo dono....hai riaperto lo scrigno dei sogni!

    Un forte abbraccio a te,che estendo a Franco e al nostro Nume tutelare che protegge l'Isola felice di Leucade e permette questi incontri felici!

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    1. Sei sempre presente Lory e sei la grande testimone di questi eventi, che ci mancano tanto. Franco Vetrano è una punta di diamanti nel coro delle voci amiche e ha visitato Roma in più occasioni. Sei la bussola delle nostre esperienze, che ripercorriamo sul blog dei Sogni solo grazie a Nazario. Vi abbraccio tutti e vi ho nel cuore!

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