mercoledì 3 febbraio 2021

MARCO DEI FERRARI: "SECONDA PARTE DI UN CALENDARIO 2021"

Luglio

 

Colori in Gallura

 

Non spengete il giallo delle margherite

il rosso dei papaveri

nei campi della" Balaiana"

il tenero lilla degli asfodeli

a guardia delle strade di Gallura

la lavanda e le mimose

i gigli e il ginestrone

il prato azzurro sulla rena bianca

della Baia...

non spengete i colori dell'estate

sui balconi fioriti

sulle vesti maliziose leggere come veli!

non spengete i colori dell'amore

perché la Vita non si arrenda mai.

 

                                              Agosto

 

Vacanza

 

Su spinose pale

fiori di esotico splendore giallo rosa

nel fascino nuragico

respirano i profumi della macchia

da Capo Caccia a Palmavera.

 Tra le rovine la Sala degli Anziani

la Torre del Nuraghe...

finge la Storia favole umane ancora

forse le stesse delle avventure al Pub

o nelle sale del Palazzo

lungo i tappeti di velluto rosso...

Meglio sognare a spasso per la Nurra

tenendoci per mano..

raccogliamo  i fiori giallo rosa

d'esotico splendore

lasciamo le spine sulle pale

e immergiamoci nel mare di viola.

 


                                                 Settembre

 

Tramonto a Porto Rafael

 

Nell'ora che il sole tinge le pietre

di virgineo rossore

e tutti i colori ravviva la sera

quando il mare si ammanta di viola

prendimi per mano e camminiamo insieme

in mezzo ai cespi di cisto fiorito...

profuma il giglio marino

nascosto sotto il lentischio

nel folto il cespuglio di mirto

prepara i suoi frutti...

Attendiamo il tramonto con sogni nuovi

il tempo vissuto è soltanto memoria

è questa l'ora

dell'unica realtà che ci appartiene.

 

                                                   Ottobre

 

Caprera

 

Immutabile protagonista di silenzi

ti affacci alle stagioni

lontano dal clamore di bellezze vacanziere.

Ti protegge il Tejalone  dai venti ardimentosi

che forgiano i graniti a piacimento...

da Punta Rossa di magico splendore

ti è mantello la macchia e la pineta!

 Risplende la dorsale sotto il sole

la ginestra tutta la ricopre

accanto all'orchidea selvaggia

la ferula gigante magnifica e caduca.

Sulle siepi bianche di mirto a primavera

pende il corbezzolo scarlatto.

Quando l'estate muore

infiniti messaggi  al vento sparge la cicala...

 l'ora si attarda su appartate spiagge

  nelle cale tra le rocce il mare

prende il colore delle viole

il cielo di cristallo

ha trasparenze eterne.

 

                                              Novembre

 

Sopra una Tomba Megalitica

 

Disperde alla brughiera il vento

profumo di ginestra e di lavanda

echi di canne d'organo

lontananze d'arpa...

Tramandate nel silenzio dei millenni

conservano memorie  i sassi

in questa cavità

che oggi il sole riscalda

e ieri accolse i corpi dei defunti.

Fantasmi

portati nel vento della sera

sulla Tomba di Giganti

cattedrali di silenzio arcano

nel magnetico fluire di sotterranei fiumi.

 

 

                                                   Dicembre

 

 Il Ritorno

 

Il mare si fa cielo in lontananza

fugge la terra all'occhio vagabondo

l'eco e il profumo degli scogli

a sera...

una ventata di dolcezza nuova

nel ricordo.

Addio Cala Serena

nell'ora del tramonto!

Sull'acqua densa abbrividisce appena

la corrente...

quasi immobile il traghetto.

A nostalgia ci spinge l'odore di routine


 Edda Pellegrini Conte

 

La "realtà" virtuale e trascendente di Edda Conte

(2° parte di un Calendario 2021)

Marco dei Ferrari,
collaboratore di Lèucade

I secondi sei mesi (luglio - dicembre) del Calendario 2021 di Edda Conte manifestano un tracciato diverso.

Non è più il tempo (ovvero l'a-temporalità) protagonista della riflessione lirica bensì la sua metamorfosi cromatico/scenografica.

Sono i "colori" umanizzati dalla Poetessa ad occupare, verso dopo verso, liricità che sostituiscono personaggi, storie, spazi, convergenze, sentimenti, sapori (il lilla guardiano... i fiori sui balconi e sulle vesti maliziosi... il prato azzurro compagno della rena bianca...) e che la Poetessa non intende assolutamente disattendere.

La cromaticità dell'amore è una convergenza di difesa ad oltranza della vita ribadita nelle esplosioni dell'estate di Gallura (luglio).

Stesso "cromatismo lirico" si articola nei "profumi della macchia sarda" insinuandosi e storicizzandosi sulle rovine nuragiche di una Storia che potrebbe ripetersi in forme diversificate ciclicamente (le avventure al pub... nelle sale del Palazzo... nel mare di viola...) per significare un "agosto" riflesso e percepibile in un sogno d'amore giallo-rosa che passeggia a cogliere fiori splendenti su esotici richiami vacanzieri.

La Sardegna "bucolica" di Edda (Capo Caccia e Palmavera...) richiama la sua delicata e sistematica propensione alle "visioni" naturali di cristallina bellezza dove peraltro non manca la partecipazione dell'essere umano a ritrovare l'edenico orizzonte oniricamente mai perduto e sempre agognato.

Scorrendo le liriche, la dimensione "bucolica" continua a maggiore intensità nel "tramonto" settembrino di Porto Rafael dove il cromatismo cresce esponenzialmente fino a condizionare ogni scenario reale (ravviva la sera...), il sentimento (si attende il tramonto...), il sogno e il tempo concretamente vissuto annullato peraltro dalla memoria.

La "realtà" in effetti per la Poetessa si trasforma in "presenza attualizzata" dal sole, dal mare, dai fiori (cespi di cisto... giglio marino... lentischio... mirto...), dall'esistere nelle vicende del creare, nella maturazione dei fatti, nel risultato di ogni evocarsi (l'unica realtà che ci appartiene...).

Ottobre è qui il mese prescelto da Edda per rinsaldare il suo sguardo lirico sulle meraviglie di un'isola tripudio di colori e messaggi silenziosi nel vento: a Caprera la fine di una stagione non trova ospitalità e il sole continua il suo risplendere catartico nei fiori e profumi, su graniti, pinete, spiagge, cale e calette, rocce, "cielo di cristallo" che traspare per ogni dove.

Si modifica l'umanizzazione: attimi silenziosi, scorci di paesaggi, stagioni "senza", un'unica omogenea fluidità di sensazioni intuitive dove Edda narra poetando e liricamente trascende presenze, passaggi/mutazioni di cromatismi essenziali.

La "mutazione" (o trasformazione) avviene magicamente in una "Tomba Megalitica" nel mese dei morti (novembre): il vento dominante riecheggia silenziose arpe lontane nei millenni della memoria virtuale.

Tutto è memoria: i sassi, le canne d'organo, la caverna, i defunti, i fantasmi sulla Tomba di Giganti (...cattedrali... arcane), i fiumi sotterranei.

Ma è una memoria senza tempo, né possibilità di rivivere concretamente perché la "realtà" onirica di Edda Conte vanifica ogni richiamo che non sia "bucolicamente" disposto è solidificato da "situazioni" "totali" di un mondo anche micro organico/inorganico invasivo e predominante su ogni "essere" vivente o non.

La "realtà onirica" non può durare a lungo: tutto si confonde (mare/cielo) e sfugge (brughiera di echi in scogli...) nella sera che la Poetessa ricama su "dolcezze nuove" di ricordi antichi... dove la "virtualità" prevale in un mix di immagini precognitive di un addio vagabondo.

Il "ritorno" ad una realtà quotidiana meno onirica, si intreccia con un dicembre da brivido (l'acqua densa della corrente...) che un traghetto sospinge nostalgicamente in una ripetizione di "immobilità" percepita come condanna inevitabile ad un Eden fantasmatico.

Solo un "ritorno" mitopoietico può avvertirsi come già esistente nell'ineffabilità dei versi narrati da virtualismi trascesi in un "capitolo" complessivo di Natura, spiritualità, storicismo, totalizzazione ontologica nell'Essere assoluto dove i momenti del Calendario (affiancati da "affinità" pittoriche di alto profilo) trovano sequenziale connessione.

La "connessione" di Edda non tragga comunque in inganno: non si tratta di un percorso scontato e semplificato dalle cadenze temporali/stagionali.

Al contrario qui si affrontano problematiche di profonde dimensioni nascoste che coinvolgono l'essere vivente dal passato al futuro presente.

L'analisi della Poetessa è duplice: dal narrato/poietico al riflesso meditativo "mascherato" dal trionfo "bucolico" delle "presenze"/assenze incontrovertibili già evidenziate; dallo scorrimento visivo/immaginario/sensitivo alla funzionalità necessaria dei "momenti" frazionati nel "momento" unitario e complessivo, quale "strumento" organizzativo di quotidianità "virtuale" sofferta "a priori" e respinta "a posteriori".

La "connessione" strumentale di Edda raggiunge così in questo "Calendario" lo scopo invisibile della sua creatività ferita e protesa alla ricerca di quell'orizzonte edenico che solo poetando può attualizzarsi in divenire esistenziale degno di essere vissuto.

 Marco dei Ferrari

3 commenti:

  1. Marco, generoso, infaticabile e talentuoso amico di Edda, sta portando avanti sul calendario artistico della Nostra una disamina che incanta. Dopo aver esaminato i primi sei mesi mette in evidenza quanto negli altri sei non sia più 'l'a-temporalità) protagonista della riflessione lirica bensì la sua metamorfosi cromatico/scenografica'. Ed è vero, così come è vero che cambia il volto della Sardegna, Edda si dedica all'aspetto 'bucolico' dell'isola, a luoghi come Capo Caccia, Palmavera, Porto Rafael... E Marco sottolinea quanto nei versi si avverta un 'ritorno mitopoietico',ovvero la facoltà spirituale che già Platone considerava più particolarmente propria dei poeti, distinguendola dall’attività più specificamente teoretica, generatrice di verità e di conoscenza. Un'esegesi perfetta, ricca di tratti onirici, tanto cari a Edda e di speculazioni filosofiche. Mi congratulo ancora e sempre con Marco e lo ringrazio per l'esempio che tenta di darmi... purtroppo le sue vette mi sono inaccessibili. Un fortissimo abbraccio a lui e al nostro 'seme d'amore'!

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  2. Ringrazio la "generosità" letteraria e affettiva di Maria Rizzi che puntualizza, indica, orienta, chiarisce con acuta capacità introspettiva ogni micro-macro di questo "Calendario 2021" inserito mirabilmente nelle "liriche" di Edda Conte, che personalmente ho tentato di interpretare.
    Maria Rizzi è una squisita e delicata analista propositiva che incoraggia sempre ogni tentativo e merita il plauso del "qualificare ad alto livello".
    Affettuosamente
    Marco dei Ferrari

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  3. Apprezzo molto e ammiro quanto scrive l'amico Marco dei Ferrari dopo la lettura delle mie poesie sul Calendario Helicon 2021. Un meditato commento che a buon diritto può dirsi una filosofica esegesi, condotta con serietà e passione , suddivisa in due parti: primo e secondo semestre dell'anno.
    Qui lo scrittore si sofferma e relaziona su ciascuna poesia in modo profondo e acuta analisi, secondo il suo stile di non facile approccio, ma di innegabile interesse.
    Tenendo nella dovuta considerazione l'impegno dello scrittore in questo lavoro mi auguro che anche gli amici di Leucade lo apprezzino così come l' ho apprezzato io.
    Ringrazio con piacere e con affetto
    Edda Conte

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