sabato 13 febbraio 2021

LOREDANA D'ALFONSO LEGGE: "DAGLI SCAFFALI DELLA BIBLIOTECA" DI NAZARIO P.

Loredana D’Alfonso su “Dagli scaffali della biblioteca” di Nazario Pardini


Loredana D'Alfonso,
collaboratrice di Lèucade

Dagli scaffali della biblioteca” di  Nazario Pardini, edita dalla Guido Miano Editore,  è una grande avventura, un vero e proprio viaggio nelle emozioni.

L’Opera si divide in tre parti, “Ricordi che pungono”, “Dagli scaffali della biblioteca” e si conclude  con “Dieci poesie d’amore”.

La prima parte “punge” e “commuove”, parla di ricordi familiari immersi in una immensa nostalgia. “La sorpresa di Natale” desta un’eco in ognuno di noi : “O tutti voi miei cari/ dove siete finiti?”.

Questo verso risuona , è come un sasso gettato in un lago dove ci specchiamo, cercando ancora di vedere quei volti che ci sono cari.

In queste pagine ci sono immagini splendide come: “…Un padre stanco/ che spendeva la sua ultima fatica/ ad attendere il figlio al magistrale/ e stare con lui/ a gustare un panino/ come se fosse la sorpresa di Natale”.  Toccano il cuore le liriche dedicate dal Poeta ai suoi familiari, alla sua casa, e nei “ricordi che pungono”, il Nostro giustamente afferma: “ Che cosa posso fare, o che dire/ Posso soltanto piangere in disparte/ per non avere detto o avere fatto/ quello che poi è stato un grande sacco/ di ricordi che pungono/ e inutilmente scassano il pensiero”.

E sono tante le foto nell’album del passato, che ricordano “…Come il tempo fugga/ e come se ne vada presto questa vita./ Tanti i volti che si sono spersi/ lasciandoci più soli nei ricordi”.

Nella seconda parte si entra in una vera e propria, originale magia.

Il Poeta immagina che gli Autori dei libri della sua biblioteca escano dagli scaffali per dialogare con lui. Un Manzoni con voce “diamantina” recita “L’addio ai monti”, Leopardi con voce roca e un po’ malandata declama “A Silvia”, Catullo, struggente nella sua malinconia, dedica versi alla sua Lesbia.

Prendono vita Baudelaire, Platone, Dante, volteggiano intorno al Nostro D’Annunzio, Saba, Cardarelli, Ungaretti, Pavese, Giorgio Caproni, Sibilla Aleramo con la sua anima lieve e le dolci parole dedicate a Dino Campana.

Un vero e proprio incantesimo, in cui gli Autori parlano, vivono, si indispettiscono, si negano.

La raccolta si chiude con “Dieci poesie d’amore”.

Gli Autori sono rientrati nei loro scaffali  e in questa parte finale dell’Opera troviamo parole preziose e vive, splendidi versi dedicati all’Amore.

“Mi è passato d’accanto il tuo sorriso/ appoggiato alla spalla di un torrente/ che lieve scorreva verso il mare”. Quanta freschezza in questi versi!

E in “Corri Delia” “Ti ricordi con quanta timidezza/ ci guardavamo negli occhi. Era il tempo/ delle mele. Il tempo delle fughe”.

Il ricordo di Delia è sempre presente anche più avanti negli anni: “…Ho provato/ ora che sono esperto della vita/ a darle un bacio, a farle una carezza/ Ma mi è sfuggito di mano e fra le braccia/ mi son trovato il vuoto…”.

La giovinezza fugge e “…Scade l’ora, mia carissima Delia”.Non diciamo “ricordi” “Raccontiamo/ le cose come stanno/ i luoghi, le canzoni, i panorami/ la nostra infaticabile allegria”.

Il Poeta non “ricorda” semplicemente, ma “rivive”.

Si dice che i ricordi siano vita “salvata” ed è proprio così.

“…Ed io rinnovo/ quell’aria fresca che ci vide audaci”. La sentiamo, quell’aria fresca, li vediamo, quegli occhi brillanti che fanno da specchio gli uni agli altri.

E ancora, in “Se non esistesse”,  il Poeta innalza un vero canto alla vita, a tutto ciò che di bello e buono è al mondo, alla vette eccelse della musica di Schubert o di Chopin, a questa “unica, irripetibile stagione”, alla primavera e ancora, e sempre, all’Amore, forza e origine di tutto il Creato. 

Loredana D’Alfonso

 

 

 

 

 

 

 

2 commenti:

  1. Struggente il tuo omaggio, Loredana, a uno dei libri più cari alla mia memoria recente e a quelle di tanti amici di Leucade. Hai volato sul testo a tre sezioni di Nazario, unendo il tuo dolce, elegante lirismo al suo. Si evince sin dalle prime righe che il libro ti ha coinvolta, emozionata e spinta a scrivere sull'onda del pathos. Il cuore è la guida migliore in queste occasioni. Elimina i tecnicismi e lascia l'essenza. Tu sei Maestra di sostanza, Amica d'anima, come l'eterno fanciullo che hai avuto la gioia di leggere. Insieme avete condotto un viaggio che mi ha travolta nel flusso delle vostre anime. Vi ringrazio entrambi e vi stringo forte forte!

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  2. Grazie a Maria per il tuo commento che ha saputo leggere, come sempre, in profondità, tra le righe...l' Opera del nostro Condottiero mi ha letteralmente rapita!
    Ringrazio e abbraccio entrambi, felice di essere qui, sugli scogli di Leucade, dove incontrarsi è sempre un immenso piacere!

    Loredana D'Alfonso

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