lunedì 1 giugno 2015

M. GRAZIA FERRARIS SU "INEDITI" DI ANTONELLA RIZZO


Maria Grazia Ferraris Collaboratrice di Lèucade


La poetessa si muove con potente abilità  nel gioco dell’invenzione linguistica e delle metafore che diventano spesso simboli, voci musicali, di sapiente consapevolezza anche evocativa e perfino di espressività teatrale.
Che cosa è mai la poesia?, chi è mai il poeta? si chiede Antonella Rizzo in Ex-voto.
 La domanda intrigante di sempre.  La nostra poetessa prova a dircelo con linguaggio mite di preghiera, come quello del graziato in veste da penitente che porta il suo ex-voto di ringraziamento: un canestro di verbi nuovi,… aspettando il giorno. Ricerca e fiduciaSi accoda agli altri il poeta, ne condivide dolorosamente “godendo” l’umanità piangente, i mali nascosti… ma, Avvoltoio e Cerbero, (o immagini di potente efficacia e di lacerante sincerità!), sfida i giorni e la quotidianità feroce che, novella opera da lanzichenecco prevaricante prezzolato e servo, languidamente conforta.
Un’ispirazione poetica la sua fortemente legata alla dimensione spirituale, naturaliter religiosa: lo conferma in Una cattedrale gotica, dove presta in prima persona la voce di riflessione alla stessa opera, la cattedrale potente e solenne, testimonianza di fede, inconsapevole di essere tutta guglie e pinnacoli ed archi rampanti,  che nascondono dietro la rabbiosa forza le debolezze e gli incubi mascherati: un incentivo, un invito a lasciare definitivamente ogni orpello o pinnacolo, protesi o  bastone  di supporto e camminare lungo la mia strada/ senza protesi armate dal bisogno /di decolli e di ali.
Conferma la sua vena etica nella ricerca dell’immobilità di contro alle immagini - celesti ardimentose e complici - volatili, del Tempo, metafora del nostro vivere violento, che ha  mani tenaci/ e pelle di salamandra.
Abbiamo bisogno più che di un medico di un curandero… per slegare l’anima dalla catena…che ci tolga, col disincanto, dalle nostre malate ossessioni riconquistando la nudità e la verità.

Maria Grazia Ferraris



Una cattedrale gotica
così mi hai chiamata
portando la mano al petto
e al cielo.
Che mi perdo tra le nebbie
e ho coscienza della morte solenne
già lo sapevo ed annuivo.
Immaginavo e non sapevo
di essere di guglie
e di pinnacoli
di archi a sesto acuto
che scaricano la rabbia in voli
e ritorni in cappelline
abitate da incubi notturni.
E sono allora arzigogoli di vetro
i battiti veloci di un cuore
che si lancia senza precauzioni
da volte pungenti e distaccate
algide presenze
umili e regali.
Ora penso di gettare quel batocchio
e camminare lungo la mia strada
senza protesi armate dal bisogno
di decolli e di ali.


 
Sono qua
ad aspettare il giorno
con un canestro di verbi nuovi.
Il poeta, o chi conduce il tempo
è avvoltoio e Cerbero.
S'accoda all'umanità piangente
gode dei languori mai narrati
similitudini tra mali,
al lavoro alacre dei Pastori
nei lanzichenecchi globali
dei nostri giorni.



Rendimi immobile
all’ardimento degli orizzonti
e alle nebulose complici.
Il tempo mio è violento
ha mani tenaci
e pelle di salamandra.
Un curandero bianco
slega l’anima dalla catena
mutando in disincanto
i nudi degli Eroi.

                                                        


Cenni biografici

Antonella Rizzo è nata a Roma il 17 gennaio 1967 da genitori calabresi di origine arbëreshe e vive nella zona dei Castelli Romani.
Ha al suo attivo la silloge "Il sonno di Salomè" - Edizioni Tracce, “Confessioni di una giovane eretica” - Edizioni Lepisma, "Cleopatra. Divina Donna d'Inferno" - Edizioni Fusibilia  ed è curatrice del volume: "Haiku. Come fiori di ciliegio". Di recente pubblicazione “Iratae”-edizioni Fusibilia, esperimento poetico-teatrale con Maria Carla Trapani. Ha ottenuti prestigiosi riconoscimenti nei più importanti Premi letterari italiani.
È presente in molte Antologie di Poesia contemporanea e partecipa come poeta e performer ad eventi culturali di carattere nazionale e internazionale, cortometraggi, pièces teatrali, in collaborazione con artisti visivi e musicisti.


4 commenti:

  1. Complesse e articolate le poesie; approfondita e rotonda la diagnosi esegetica della Ferraris; come, di suo solito, riesce a scavare, con ordine filologico, nell'intimità più vera dei contenuti, dandone una soluzione coinvolgente, personale, dove la parola fa da guida in un viaggio il cui panorama coinvolge per netteza e clarore. Complimenti!
    Proff. Angelo Bozzi

    RispondiElimina
  2. Piene di pathos le poesie, avvolgente la narrazione critica. Grazie a Lèucade che ci permette di crescere.
    Maria

    RispondiElimina
  3. Cara Maria Grazia, ritengo la tua esegesi delle liriche di Antonella a dir poco magistrale. Ne hai colto gli aspetti salienti e hai chiuso con il verso - cardine delle poesie e della sua esistenza.
    "Slegare l'anima dalla catena..." renderla libera dalle ossessioni del tempo che viviamo, dai giorni nudi di luce, dalle vicende di sangue e odio. Antonella é Poeta e Donna che racconta in ogni suo gesto quanto sia vera l'asserzione di Sant'Agostino che 'solo attraverso la libertà si arriva alla conoscenza'. Cerca "un canestro di verbi nuovi" per riuscire a realizzare un legittimo destino, che non può essere avvilito dalle quotidiane alienazioni, per scendere nella parte più profonda di se stessa ed eliminare tabù, discriminazioni, machismi, bandiere di paccotiglia. Teme un itinerario lirico privo di sorprese, che non sia risposta alla realtà alterata e malata. Antonella ha voce complessa possiede il fiuto della profezia riguardo a storie e figure acriticamente innalzate all'olimpo dell'eroismo.
    V'è in lei rabbia, sangue, fuoco e desiderio autentico di non soffocare la letteratura e la vita. Un abbraccio a Maria Grazia, a lei e al nostro Ospite
    che svolge inesausta attività di promotore dell'Umanesimo.
    Maria Rizzi

    RispondiElimina
  4. Splendide e foriere di riflessioni epigrammatiche le poesie; ouverture di ampia connessione quella del critico.
    Riccardo

    RispondiElimina