giovedì 4 giugno 2015

S. ANGELUCCI SU "PRESAGIO DELL'ALTERITA'" INEDITO DI M. SOLDINI


Sandro Angelucci collaboratore di Lèucade




Maurizio Soldini collaboratore di Lèucade

PRESAGIO DELL’ALTERITA’
DI  MAURIZIO SOLDINI


       L’inedito che Maurizio Soldini propone ai lettori di Alla volta di Lèucade è un testo che richiede una particolare riflessione; un’elaborazione ontologica del pensiero poetico.
       C’è, in effetti, in queste strofe, la necessità – quasi – di tentare la speculazione filosofica senza concedere alla stessa d’esprimersi nel modo a lei più congeniale: vale a dire per enunciati.
       Si lascia, in altre parole, spazio all’immaginazione perché, forse, si percepisce un presentimento – un presagio, appunto – d’eternità.
       Di quale alterità parla, allora, il poeta? A mio parere della sua, del suo alter ego, del suo angelo custode. Soltanto così, il giudizio, l’idea, può “perdere il lume della ragione” per acquisire una luce molto più intensa e divenire profetica.
       “Sedersi a lato del pulviscolo” – come recita l’incipit – significa entrare in una dimensione dove l’essere si disfa del nulla, inteso come superfluo, per poterlo e potersi davvero sentire parte del tutto: sangue e sguardo del volto dello spirito.

Sandro Angelucci



PRESAGIO DELL'ALTERITÀ
di Maurizio Soldini 


sedersi a lato del pulviscolo veloce
che entra ed esce da un fascio di luce
come in spiragli della fantasia
dove si spande il flusso delle idee


bearsi in quell'entrare dentro l'eterno
rimanendo fuori dal corpo appeso lì
ai fili della gravità del cielo e della terra
che legano l'essere e gettano via il nulla


il pensiero dell'alterità si fa dunque presagio
e unisce la materia nella permanenza al vento
lo sguardo dello spirito nel sangue di quel volto
si raggruma davanti agli occhi che dicono sì








3 commenti:

  1. Ringrazio Nazario Pardini per avermi ospitato ancora una volta sulle pagine di "Alla volta di Leucade" e ringrazio Sandro Angelucci per questa bella lettura, che arricchisce nel circolo ermeneutico il testo e di conseguenza arricchisce anche me nel gioco delle interpretazioni.
    "Il presagio dell'alterità" è un testo di non facile comprensione e comunque aperto alle più diverse interpretazioni.Per cui sono curioso di vedere quale possa essere la ricezione di questo testo e quali le diverse possibili letture.
    La poesia dovrebbe cercare di evitare l'univocità, attraverso banalismi e scontatismi basati sulla semplice emotività. Banalità scontatezza possono scaturire dalla psiche, così come da una dimensione solo fisico-naturalistica, e di converso (s)cadere nella psicologia, o nella fisiologia, e che non è difficile traslare nella parola, che allora rischia di essere (pseudo)scientifica. Col rischio però di fare dello psicologismo (e del fisiologismo) scontato e qualche volta anche banale. Col rischio molto elevato che la poesia sia scontata e banale.
    La strada da percorrere dovrebbe essere allora quella, che in questi versi tento, neanche della filosofia, ma del "pensiero poetante", che si abbevera alle fonti dell'essere e quindi in un orizzonte metafisico.
    Qui l'intentio auctoris è quella di sondare lo stupore della mescolanza di spirito e materia, di anima e corpo, di percepire nella natura e nella fisica la fenomenicità della propria corporeità e dei vissuti che lacerano fino al sanguinamento l'esistenza fino a presagire il volto dell'altro e dell'Altro in una alterità che nega il senso al nulla per donarlo all'essere e all'Essere. In una dimensione in cui l'individuo cede il passo alla persona.
    Maurizio Soldini

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  2. La bella presentazione che il poeta Sandro Angelucci ci offre della poesia di Maurizio Soldini apre i veli che avvolgono questi versi, intrisi da una profonda spiritualità.
    In questi mirabili versi, infatti, si possono apprezzare originali e profonde figure metaforiche e, si sente tutta la Fede che vibra dentro il poeta Soldini. Nei versi
    -che legano l'essere e gettano via il nulla-
    traspare limpida la scelta di chiudere con l’individualismo, rinunciando al materialismo ed accettare con semplicità di vivere la Trinità. La chiusura -davanti agli occhi che dicono sì- sembra indicare la risposta di essere pronti a percorrere questa via.
    Ho gradito e "sentito" molto questa poesia
    Un caro saluto
    Francesco

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  3. Grazie, Francesco.
    Maurizio

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