di Georg Trakl
Di sera, quando vaghiamo per sentieri oscuri,
di fronte a noi ecco le nostre pallide figure.
Se improvvisa la sete ci coglie,
beviamo l'acqua bianca dello stagno,
la dolcezza della nostra triste infanzia.
Sfiniti ci riposiamo sotto cespugli di sambuco,
e ci basta guardare su di noi i grigi gabbiani.
Nubi di primavera si levano in alto e la città
rabbuia,
e i più nobili tempi dei monaci si mutano in silenzio.
Come quando strinsi le tue piccole mani
e tu tirasti piano piano in su gli occhi rotondi,
ma questo ormai appartiene al lontano passato.
Ma se la melodia più oscura mi tormenta l'anima,
nello scenario d’autunno appari tu bianca mia amica.
(traduzione di Maurizio Soldini)
© Maurizio Soldini - tutti i diritti riservati -
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ABENDLIED
Georg
Trakl
Am Abend,
wenn wir auf dunklen Pfaden gehn,
Erscheinen
unsere bleichen Gestalten vor uns.
Wenn uns
dürstet,
Trinken
wir die weißen Wasser1 des Teichs,
Die Süße
unserer traurigen Kindheit.
Erstorbene
ruhen wir unterm Hollundergebüsch,
Schaun
den grauen Möven zu.
Frühlingsgewölke
steigen über die finstere Stadt,
Die der
Mönche edlere Zeiten schweigt.
Da ich
deine schmalen Hände nahm
Schlugst
du leise die runden Augen auf,
Dieses
ist lange her.
Doch wenn
dunkler Wohllaut die Seele heimsucht,
Erscheinst
du Weiße in des Freundes herbstlicher Landschaft.
Poesia molto forte questa di Trakl che già conoscevo, letta direttamente dall'originale. Devo dire che la traduzione di Soldini rispecchia perfettamente il testo, ma, al contempo, ne evidenzia la bellezza intonandola alla sua emotività. Tempo che fugge, amore, figure pallide che si dissolvono, e tanta natura che si fa carico di un'anima alla ricerca di realtà fenomeniche per rivelare la sua pienezza ontologica. Una metaforicità che si mutua in sapida allegoria. Si sa quanto sia arduo mantenere viva l'originalità di un testo. Complimenti al traduttore.
RispondiEliminaProff. Angelo Bozzi
Grazie, Professor Bozzi!
RispondiEliminaMaurizio Soldini