venerdì 1 gennaio 2021

GABRIELLA VESCHI LEGGE: "LA VERITA' NASCOSTA" DI ALFREDO ALESSIO CONTI


 

Alfredo Alessio Conti

LA VERITÀ NASCOSTA 

Recensione di Gabriella Veschi

 

 

“Dimmi, o luna: a che vale

al pastor la sua vita,

la vostra vita a voi? Dimmi: ove tende

questo vagar mio breve, il tuo corso immortale?

G. Leopardi (da Canto notturno di un pastore errante dell’Asia) 


Nelle due sezioni (Nuove poesie e Altre poesie) in cui è divisa la silloge poetica dal programmatico titolo La verità nascosta, di Alfredo Alessio Conti, pubblicata nel mese di giugno 2020 (Guido Miano Editore, Milano), l’io lirico percorre tortuosi sentieri lungo i quali si rincorrono imprescindibili ed ataviche domande esistenziali che, come scrive Nazario Pardini nella Prefazione, non hanno “nette soluzioni” (cit.). Il poeta, come il pastore dell’idillio leopardiano, è alla continua ricerca di un senso che orienti la propria vita di uomo errante ed errabondo, nel tentativo di svelare l’arcano e sciogliere l’enigma che racchiude il segreto dell’esistenza, ponendosi continuamente dubbi ai quali è impossibile dare risposte certe: “Quante volte ti sei chiesto/in quale parte dell’universo/ti poni oh uomo, e /nel tuo silenzioso silenzio/rimani retto nei tuoi pensieri/osservando il nulla del creato/nel cielo buio dell’esistenza” (da Logos).

Al genere umano, minuscola goccia nell’Oceano dell’Universo, non è dato conoscere perché nel suo breve viaggio debba sopportare lutti, sofferenze, delusioni: “E’ tempo di non ritorno/quando la vita si spezza/il dolore avanza/l’amore svanisce” (da E Ritorno). Ma il poeta è dotato di un’ arma segreta, il logos appunto, la parola, la formula magica che può evocare nuove dimensioni, come per il veggente di Rimbaud o come in il Porto sepolto di Ungaretti, al quale Conti sembra anche ispirarsi per la struttura metrica dei componimenti costituiti per la maggior parte da versi brevi a volte di un solo lessema e da strofe libere. Così, attraverso improvvise illuminazioni il soggetto poetico può scoprire e far riemergere ciò che è nascosto dentro di sé: “ma io riappaio/con la mia voce/le mie parole/e come eco tra i monti/rinasco/rivivo/ritorno da te”(da E Ritorno).

La raccolta rivela una visione a tratti disforica della realtà, contrassegnata dal montaliano male di vivere; il cuore del poeta è pervaso da una consapevolezza che si concretizza nei motivi dell’ assenza e della morte, espressi attraverso ardue metafore: cocci di vita, pendolo rotto, sono le immagini con cui il poeta si identifica mentre è “ In bilico/ sull’altalena/ della vita/ come un acrobata” (da Attesa) a riprova della propria precarietà, nel dibattersi agonico tra finito e infinito, vita e morte: “Sono/ una falena/ grigia….// e in questo male di vivere …//Vivo!” (Da Sono! Vivo). E si può continuare a vivere anche grazie alla poesia, prezioso lascito per le generazioni future: “Quando/ un poeta se ne va/rimangono/Parole/e in quelle/tutta la vita/passata e futura” (Da quando un poeta se ne va).

Nelle liriche della seconda sezione (Altre poesie) si individuano tenui fili di speranza che scuotono l’atmosfera di estenuata nostalgia attraverso la dolcezza del ricordo: “Voglio ricordare/ per non dimenticare /perché Lei ci soccorra/negli errori commessi” (da Memoria)e la gratitudine per quanto di bello la vita ha donato: “Docile creatura/dono di Dio a Me” (da A mio figlio).

Una peculiare cifra stilistica è la divisione delle liriche in due parti, che corrispondono a due stati d’animo contrapposti, resi con perfette simmetrie: spesso si susseguono preziosi ossimori incastonati in significative strutture a chiasmo, in un climax ascendente che sottolinea l’intensità dei sentimenti: “Nel silenzio delle splendenti/ notti quotidiane,/ dopo le frenetiche/ stanche giornate/, quando i cuori battono in un’ unisona/armonia familiare/di tenere pace,/nell’Amare/ il frutto/della vostra vita/, anche il mio cuore/ riposa/tra le vette montuose,/innevate dal dolce vostro /calore”(Anche il mio cuore).

Il poeta trova motivo di conforto nella fede e nei propri affetti. L’amore, sia terreno che spirituale, diviene la forza che permette di superare la tensione dualistica tra terra e cielo e di accettare con rassegnazione pacata la propria condizione: “Danza con me /ascoltando la voce del creato/che freme /nel nostro cuore/ […] Senti/i passi di Dio/ che si avvicinano […] Festeggiamo/ il passaggio/ tra vita e vita” (da Danza con me).


Gabriella Veschi


Alfredo Alessio Conti (1967, Bosisio, Lc) vive a Livigno (So). Ha studiato Filosofia presso la F.I.S.T. (federazione interreligiosa studentati teologici - Torino); Baccalaureato in Teologia (Pontificia Università Urbaniana, Roma); ha acquisito il titolo di educatore professionale presso l’E.S.A.E. di Milano discutendo la tesi: “Per una nuova managerialità nelle Istituzioni Educative” con relatore Angelo Donelli (Iscritto al relativo Albo) e nel 2019 ha conseguito il Master - B.E.S. - Bisogni Educativi Speciali presso ICOTEA Istituto Formativo Ministeriale.

Molto attivo in ambito sociale, ha tenuto più di 500 relazioni e/o conferenze sulle problematiche giovanili, disagio sociale, tossicodipendenza/aids/alcool nelle scuole di ogni ordine e grado, nei comuni, nei convegni e nelle serate di prevenzione e/o dibattito organizzate da vari Enti. Ha partecipato a trasmissioni radiofoniche e televisive regionali e nazionali.

Poeta e scrittore, ha pubblicato le raccolte di liriche: Poesie Amiche (1991), Se il Vento (1993), Nelle dune di Saffo (1994), Avvolto dal tuo tenero amore (1998), E in questo mal di vivere (2002), Vivo di Te (2007), Salmodiando Dio Oggi (2008), Poesia insensata (2012), Ho un ragno nel cuore e amore i suoi fili d’argento (2012), Quando un poeta se ne va (2019), La verità nascosta (2020); e le opere in prosa: Per una nuova managerialità nelle istituzioni educative (2007), Studi teologici giovanili (2012), Pietro e Paolo: Testimoni di fede e carità (2013), Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato: riflessioni sulla Passione e Resurrezione di Gesù (2014).

Alfredo Alessio Conti, La verità nascosta, Prefazione di Nazario Pardini. Guido Miano Editore, Milano 2020, pp.74; isbn 978-88-31497-19-0.

 

 

 

 

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