Claudio Vicario collaboratore di Lèucade |
A volte
i sogni diventano realtà
A volte i sogni diventano
realtà,
aprono le ali e spiccano il
volo.
Ho inseguito a lungo un
progetto
folle, assurdo, per dar nuova
linfa
all'argentea fronda dei
capelli,
per dare uno scopo al
tramonto.
Hanno tentato di cancellarne
il senso
e mi sono ritrovato tra rami
secchi;
ne ho fatto legna da ardere
e ne ho appesa l’ombra ad un
muro
fatto di aride pietre, un dì
oasi
su cui posare momenti di vita,
lustro per occhi in ritrovata
luce.
Ho un calice pieno d’immensità,
sento un vento nuovo
accarezzarmi
che non lascerò scivolare via
dove i sogni non si
materializzano.
La scena continua nel tempo a
venire
fino a raggiungere l’approdo
finale.
Sono risorto da un’immagine
distorta,
persa nella valle dove il
canto muore
sollevato dal vento che
sradica cipressi
e la luce si ferma al volgere
del giorno.
Passo dopo passo cercherò la
strada
per arrivare fin sulla vetta,
dove un vortice distrugge se
stesso
con assurda ferocia
annientandosi
e la tempesta spazza via le
foglie morte
che non osano resistere al
vento.
Odo lamenti lontani, soli,
abbandonati.
La vita non può scorrere nel
silenzio,
non ci sono parole oltre la
verità,
né resta germoglio di vera
vita
in una vuota realtà orfana di
poesia.
Chiamami amore
Chiamami amore
ed io ti chiamerò mio amore,
gioia, passione, desiderio,
mia gioventù risorta,
luce degli occhi miei nel buio spenti.
gioia, passione, desiderio,
mia gioventù risorta,
luce degli occhi miei nel buio spenti.
Chiamami amore
e ti darò il mio amore,
faro al mio navigare
senza meta,
ultimo porto dopo la tempesta.
e ti darò il mio amore,
faro al mio navigare
senza meta,
ultimo porto dopo la tempesta.
Chiamami amore
ed io ti chiamerò mio fiore,
mia orchidea, mia rosa senza spine,
mia gemma luminosa della vita
trovata un dì per caso nel deserto.
ed io ti chiamerò mio fiore,
mia orchidea, mia rosa senza spine,
mia gemma luminosa della vita
trovata un dì per caso nel deserto.
Chiamami amore
ed io sarò il tuo amore,
la tua passione folle, il desiderio,
ciò che non hai mai avuto
è ciò ch’io ti darei.
ed io sarò il tuo amore,
la tua passione folle, il desiderio,
ciò che non hai mai avuto
è ciò ch’io ti darei.
Chiamami amore,
amore, amore folle, fuoco,
amore che realizza i sogni miei
e i sogni tuoi, in un amplesso eterno
che supera i confini della vita.
amore, amore folle, fuoco,
amore che realizza i sogni miei
e i sogni tuoi, in un amplesso eterno
che supera i confini della vita.
Cerco
un attimo di poesia
Cerco un attimo di poesia,
un sorriso nel tormento
straripante di emozioni,
l’attimo fuggente ma eterno
in un esilio oltre l’armonia,
per emergere da questi eventi
sbocciati su un arido
anfratto.
Rifletto, aspetto,
invoco la tua mano
nell’assenza di versi
in un equilibrio
mescolato allo stupore
per una luce spenta
sul confine delle melodie,
sul canto del tempo e di una
follia
senza più domande né risposte,
senza più ombre prodotte da
ombre.
Amo
questo silenzio
Amo questo silenzio, brucia il
seme
che ho sparso per la terra ed
il suo frutto,
quasi ad illuminare in ogni
parte
questa volta del cielo che ora
arde
mentre riscalda il cuore il
desiderio
perch’io non giaccia alfine
nell’immenso
in tristezza infinita e già
disperso,
né ci sia pianto a consolar
mia Croce.
Ora e in eterno questo mio
pensiero,
verde all’interno che mi tiene
in vita,
accesa ha luce, rifulgente è
l’astro
che non si spegne tra caduche
spoglie
né è ospite negato all’altra
sponda.
Più fredda luce altri già
raccoglie
senza più frutto né più speme
alcuna;
aspra si leva ed ogni spazio
invade,
ogni crepa e ogni piega della
mente
mentre un pensiero di
tristezza tinge
quell’acqua di esistenza che
alta leva
le chiome impervie fino al
ciel romito
dove saziarsi d’altro cibo è
gramo.
Non per voler di sangue, vero
amore,
già penetra la terra nel
profondo
e l’infinito in fino all’imo
fondo.
L’anima dunque è il seme della
vita
già destinato a fecondar la
terra
ove luce riscalda e acqua disseta,
o è finzione senza valore
alcuno,
lama crudele che discerpa il
corpo?
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