lunedì 12 ottobre 2015

PRIMO LEVI, P. PAOLO PASOLINI, E DINO CAMPANA: I PROFUGHI



I profughi, Pier Paolo Pasolini e Primo Levi in uno spettacolo teatrale

venerdì 9 ottobre 2015  Filippo Sbrana   Commenti




Mentre la Camera approva (finalmente) la nuova legge sulla cittadinanza, va in scena a Roma uno spettacolo teatrale che lega la poesia di Primo Levi, Pier Paolo Pasolini e Dino Campana alle vicende attuali di tanti profughi in fuga dalla guerra. “Maledetti poeti”, frutto della penna di Luca Giordano e della regia di Pio Ciuffarella, ha inizio su una spiaggia, dove un giovane laureato disilluso si guadagna da vivere facendo il guardiano. Una notte vive un’esperienza che lo cambia per sempre. Dopo aver sognato dei personaggi misteriosi  incontra un vecchio che viene a leggere libri sulla spiaggia. Ha con se tre libri di poesie di tre grandi autori, Pasolini, Levi e Campana. Il giovane e l’anziano iniziano a leggere brani dei libri e gli spiriti degli autori si materializzano, raccontando le loro storie di intellettuali, di artisti, di uomini, che subirono in vita l’esclusione, la solitudine, la violenza.


Si scopre che i personaggi misteriosi dell’inizio sono  gli spiriti di alcuni migranti dispersi in mare. Uomini, donne e bambini morti nei cosiddetti “viaggi della speranza” con in cuore la speranza di una nuova vita: accomunati ai poeti per il loro desiderio di felicità, hanno tentato di liberarsi dai vincoli che li legavano a una realtà pesante ed ingiusta. Luca Giordano, già autore di profondi testi poetici, li indica come “eroi a cui tutti noi possiamo guardare, nella ricerca della nostra felicità, lontano dalla violenza, dall’ingiustizia e dall’egoismo, con la libertà che tanto spesso rifiutiamo in cambio di una sicurezza della quale non sappiamo che fare.”
Il cast è ricco, con attori di lunga esperienza come Fabrizio Rendina e Massimo Chiacchiararelli, insieme ad altri più giovani. Le musiche originali sono composte dal giovane maestro Valerio Angelucci, mentre la regia si avvale anche di inserimenti cinematografici. Lo spettacolo invita a credere che la realtà del nostro tempo si possa cambiare, con la bellezza e la creatività. Suscitando negli spettatori una domanda: la poca umanità che talvolta caratterizza il nostro tempo - e il continente europeo in modo particolare – è dovuto al poco spazio che la poesia, l’arte e la cultura in senso ampio hanno nelle nostre società? Per certo gli scritti di Pasolini, Campana e Levi indicano la libertà degli individui e la fratellanza tra i popoli come valori universali e irrinunciabili.

Filippo Sbrana


5 commenti:

  1. Ho visto lo spettacolo domenica scorsa, ma il testo lo avevo già letto diversi mesi fa, prima che diventasse uno spettacolo teatrale. Luca Giordano è un autore profondo, di grande valore, e ora che abbiamo visto cosa può succedere se una compagnia guidata da Pio Ciuffarella mette in scena questo bellissimo testo, dobbiamo unirci in un corale applauso per tutti quelli che hanno creduto in questo progetto e lo hanno realizzato! Auguro a tutti che lo spettacolo possa essere riproposto non una, non due, ma cento, mille volte... perché di queste opere abbiamo tutti bisogno!
    Claudio Fiorentini

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  2. Ero anch'io domenica scorsa alla rappresentazione teatrale e sono rimasto veramente colpito dalla bravura di tutti gli interpreti, dai tocchi magici della regia, della coreografia e delle musiche, commosso nel profondo dalla pregnante umanità dei testi. Dedico a tutti questa mia SPERANZA:

    Da dove viene Usuni?
    E’ forse sceso dal graffito
    o da una grotta d’africana terra
    l’ha scagliato il caldo vento
    in questa anonima via
    sulle ali del tam-tam?
    Ora danza tra clacson impazziti
    nel nero smog, con Erba Viva e Muta,
    giunto questi tra nuvole di fumo
    di un messaggio dakota lanciato
    dalle alture dei Sioux.
    Naso Corvino con José Garcia
    giungono insieme a Tarik ed Anatole,
    insieme ad Eva ad Ana a Maghidà,
    tutti fratelli nella Grande Dea.
    La pregano sul tappeto di asfalto
    che fondono con sguardi di bragia
    offrendone il grembo a Manitù.
    O Grande Spirito, cerulea Voce,
    possano i tuoi figli senza storia
    - loro, radici senza fusto,
    noi, pianta senza più radici -
    riportarci nel vento degli angeli,
    loro come noi nomadi infelici,
    negli occhi ancora il lampo
    della Grande Relazione,
    noi avulsi dal cielo e dalla terra
    e fuggiti dall’edenico coro,
    spettri evasi in dedali nebbiosi
    ricchi di storia e senza canti.

    Franco Campegiani

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  3. i MALEDETTI POETI hanno terminato le loro tre serate con una domenica che é stata un tripudio di pubblico. Hanno dovunto aggiungere le sedie! Un
    contemporaneo giovane, Luca Giordano, ha saputo concepire la storia dei
    Poeti esclusi, non compresi, scomodi, unendola magistralmente alla vicenda
    degli 'ultimi' , che viviamo ogni giorno... E Pio Ciuffarella con la sua
    sensibilità incredibile e la sua arte, ha creato uno spettacolo teatrale
    magnifico, arricchito di elementi multimediali, di balletti, di 'poesia'
    intesa nel senso più profondo del termine. Insieme hanno raccontato la
    storia che viviamo legandola a quella di tre 'benedetti Poeti'! Io credo di
    aver imparato molto, tant'é che da tre giorni penso ininterrottamente al
    testo. Ogni parola si é conficcata nel mio petto come pietra rovente e la
    tengo lì.... per non rischiare di dimenticarla! Un'esperienza UNICA
    M'inchino umilmente....
    Maria Rizzi

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  4. Non posso far mancare il mio commento - anche se di parte, visto che sono il papà di Valerio -.
    "Maledetti Poeti" è un'opera letteraria e teatrale di altissimo livello: domenica sono stato alla terza replica ed ho potuto assistere alla vera rinascita della poesia. Merito di Luca Giordano, autore del testo, e di Pio Ciuffarella, regista-artista di rara maestria (senza nulla togliere agli altri, compresi gli extracomunitari ovviamente)
    Non mi dilungo ulteriormente, ma volevo fosse presente la mia testimonianza e, soprattutto, farmi portavoce del ringraziamento che la Poesia stessa deve ad opere come questa. Grazie!

    Sandro Angelucci

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  5. Un Grande sforzo corale ad evidenziare ancor di più l'urgenza
    di attuare un piano di condivisione di tutti i popoli per lenire le sofferenze
    umane
    Opera teatrale che ci rende ancor più consapevoli di questo Esodo

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