lunedì 25 giugno 2012

Giorgio Bonomi su "Intervista a Miriam Binda" di N. Pardini


Queste riflessioni mettono in risalto anche un aspetto nuovo. Sono quindi d'accordo con Binda quando dice che l'arte del passato talvolta esce allo scoperto come contrasto o provocazione dell'arte tradizionale. Basta guardarsi intorno per capire che siamo di fronte ad una continua evoluzione e frammentazione di ogni ambito espressivo dal quale si estrae un materiale grezzo utile per nuove idee. Un artista, oggi come oggi ha moltissime difficoltà quando cerca di rinnovarsi e grazie ai frammenti del passato soprattutto se si tratta di materiale mitologico ritrova una richezza espresiva importante e sempre generatrice di cultura. Non si tratta di dire questo autore è vecchio e quest'autore è giovanissimo si tratta di una vera e propria ricerca che fa capo a questa frammentazione della forma antica che ritorna come materiale post-moderno. Forse nell'ambito della poesia è più difficile notare questo passaggio ma nelle arti visive o architettoniche è più evidente. Esempio, poco tempo fa, ero fuori Italia ed ho notato l'incontro di forme barocche con forme post moderne nel Gasometro della Coop Himmelblau di Vienna la cui filosofia del decostruttivismo è presente in altre opere imponenti, sparse per il mondo, che hanno ottenuto consensi favorevoli soprattutto tra i creativi emergenti (ex:Energy Roof) Di fronte a queste opere, molti artisti potrebbero pensare che la tradizione del passato è morta ma si sbagliano, come giustamente leggo da questa intervista, ogni nuova tendenza non spezza con il passato perchè ogni giudizio artistico, veramente fondato sullo studio e la ricerca ha bisogno delle nostre origini. Giorgio Bonomi



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