BIOGRAFIA
Nata ad Altare in provincia di
Savona in una famiglia di artisti vetrai, Franca Moraglio Giugurta inizia a
studiare pittura nell’infanzia ed a esporre le sue opere giovanissima.Ha tenuto
personali e collettive nelle maggiori città italiane: Roma, Firenze, Venezia,
Genova, Savona, Piacenza, Milano, Sassuolo, ecc... e all’estero:Parigi,
SanPietroburgo, Francoforte, Washington D.C. , Los Angeles, Singapore, Hong
Kong, Dubai, Tokio, New York, ecc...Numerosi sono stati i riconoscimenti
nazionali e internazionali ricevuti.
Pluriaccademica : Tiberina,
Micenei, i 500, Dioscuri, SanGiorgio, ecc…Le sue opere si trovano in collezioni
in Italia e all’estero, in alcuni musei, uffici pubblici e religiosi. Sue notizie si possono trovare nei cataloghi d’arte
italiani e stranieri come: Bolaffi, Who’s who International in Art, Quadrato,
Elite, Mediapolis, Enciclopedia d'Arte Italiana, Arte Mondadori n°46, Comed,
ecc…Hanno scritto di lei : La Stampa, Il secolo XIX, Libertà, Il Corriere di
Roma, Il Resto del Carlino, Presse Francais,
ecc...
Come poetessa ha
pubblicato: Dal diario di un’inquieta (ed. Helicon), Aurore in frali
mondi (EdizioniUniversum), Un tormento d’immagini (EdizioniUniversum),
Pelle di lupo (EdizioniUniversum), Planetaria (EdizioniUniversum), Affreschi (CarelloEditore)
Il calamaio (Book Editore), Liberi in estinzione (EdizioniUniversum). Numerose sue poesie sono state premiate,
pubblicate in antologie e tradotte in lingue straniere: Aletti, Tigullio
Bacherontius, Book editore, Carello Editore, Edizioni Universum, Oggifuturo,
Ibiskos, Pagine, Helicon, Cronache italiane, ecc…Sue notizie in campo
letterario si possono trovare in dizionari della storia della letteratura
italiana: Dizionario degli autori italiani del secondo 900, Letteratura
italiana del XXI secolo, Letteratura italiana contemporanea (profili letterari),
Antologia della letteratura italiana del XX secolo, Solchi di scritture,
Dizionario ragionato degli scrittori italiani del 900, Dizionario dei
poeti,ecc..
Hanno scritto :
Agnelli, Alemanno, Bagarotti, Baggetta, Barlocco, Battaglia, Benagiano, Bilò,
Bonifazi, Borselli, Bronzi, Capasso, Campisi, Carrozzi, Castellani, Cherubini,
Conenna, Davidi, De Bono, De Gregori, De
Gregorio, Delpino, Falossi, Ferraris,
Gambini, Guerrieri, Jurescia, La Rosa, Luti, Maragliano, Mattei,
Mastrodonato, Mazzetti, Molignoni, Morichini, Nocentini, Pasolino, Pennone,
Pierri, Puccini, Pumpo, Ramat, Riceputi, Scrignoli, Tarabugi, Tommasi, Tralli,
Trivellini, Vallero, Vignolo, Viviani,ecc...
E'
SEMPRE TEMPO DI PRIMULE
Ho
dipinto il tempo,
ho
creduto di fermare le stagioni,
catturando
l'essenza del bello.
Ora
sempre più s'allontana
la
mia estate, mi accingo all'autunno,
avvolta
in una nebbia nostalgica.
Fuori
è tempo di primule e viole,
profumi
di tanti ieri,
liberi
frammenti musicali,
note
di giovinezza senza tempo,
di
quella che fu la mia stagione
di
fiabe e fantasie.
Nel
viottolo posati in disordine
da
una frenetica premura,
un
grembiulino nero, una cartella,
un
paio di scarpette.
Nei
prati un tenero germoglio
corre
cantando la sua libertà,
poi
si china a baciare la terra.
IN
CERCA DI PACE
Sono
tornata ferita,al mio angolo,
ai
fianchi del Bormida.
Accovacciata
su un sasso
medito
tra fiori ed erbe novelle,
che
gli occhi stupiti
vedono
crescere all'istante,
mentre
limpide acque primaverili
si
rincorrono nel letto del fiume.
Dalla
mia oasi vedo verdeggiare
le
colline dalle quali
nasce
l'arcobaleno;
è
qui che attendo si quieti
la
tempesta che è in me.
In
questo quadro, di tenere melodie,
dove
il pensiero rincorre
l'ispirazione
e attende l'arcobaleno.
TI TROVERO'
SOTTO LA LUNA AL DIRADARSI DELLA NEBBIA
Tappeto
di foglie scroscianti, di gialli,
di
ruggini e muffe, rosso sangue
su
erbette smeraldo, trapunte di crochi.
M'inoltro
nel bosco, da sola nel sole d'autunno.
Avanzo
in salite odorose di terra,
non
rido, non parlo con suoni,
è
muto il linguaggio boschivo,
ma
io lo comprendo da sempre.
Son
foglia, son ramo, son erba,
son
terra, radice, betulla che avanza
e la
nebbia smarrisce; e' umida, densa
di
antichi racconti, d'amore e di morte.
Son
calmi gli umori dei greggi,
che
sfilano lenti in lunghi cortei,
io
fisso la luce, che fievole appare
al
loro passaggio, lontano è il paese.
M'
illudo, che un albero umano
mi
tenda le braccia.
Il rumore
è del tasso, che fugge la nebbia.
Chissà
se mi cerchi? Dove mi cerchi?
Se è
tanto semplice raggiungermi!
Vedo
in un banco il paese ridente di luci,
è
rossa la luna, protegge le mura, la casa,
che
attende ch'io torni, al finir della nebbia.
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