Anna Castrucci legge “FIUMI DI COLORE” di Pinella Gambino (poesie),
Stefano Donati (pitture). Guido Miano Editore, 2019, pagg. 68.
“La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una
pittura che si sente e non si vede”.
“La pittura è una poesia muta, e la poesia è una pittura cieca”.
(Leonardo da Vinci, Trattato della pittura, XVI sec.)
Per quell’antica relazione che esiste
tra Poesia e Pittura, vale la pena riflettere su due autori che l’Editore Guido
Miano propone nella collana “Parallelismo
delle Arti”, presentandoli in un’opera, FIUMI
DI COLORE, che potrebbe definirsi collettiva. Qui si incontrano
felicemente, la Poesia di Pinella Gambino e le opere pittoriche di Stefano Donati.
I due autori infatti, sembrano uniti in una sorta di consonanza creativa che
appare scaturita da un’unica fonte ispiratrice, da un comune sentire. Entrambi gli autori con i loro interventi, danno
vita ad un’opera che nel suo complesso, propone la possibilità di avere un
approccio globale ai grandi temi ispiratori dell’espressione artistica più
completa. Mi riferisco in particolare ai temi universali che artisti di tutti i
tempi e di tutte le arti hanno trattato: l’amore e gli affetti, la gioia del ‘dì di festa’, il dolore e la sofferenza
del vivere, la natura e le sue origini, la bellezza, lo Spirito e tanti altri
ancora. Del resto di questi argomenti si nutre il rapporto sussistente tra
tutte le arti, ma in special modo tra la Poesia, le arti visive, e la Pittura
in particolare. È un legame che unisce come un filo nascosto tutta l’umanità,
nell’intera progressione storica del suo sentire e da cui sono scaturiti molti
dibattiti ed argomentazioni. Nell’arco del tempo tuttavia, per definire il
legame tra la Poesia e la Pittura sono state percorse almeno due vie. La prima,
quella della contaminazione, non riguarda gli acrilici segni di Stefano Donati
né tantomeno le liriche evocative e colme di elementi narrativi di Pinella
Gambino. La seconda via è quella dell’accostamento che nel caso dei nostri
autori, mi piace invece definire come vera e propria assonanza poetica o consonanza
pittorica, poiché anche l’armonia del suono che dalle parole genera nell’anima
e nella mente vibrazioni visive di colore, brillanti ed intense. La vicinanza tra
i due autori o meglio il loro accostamento, è tale da ingenerare nel lettore di
parole e immagini, una sorta di cassa armonica che avvolge e accompagna, sino
alla lettura dell’ultima poesia della Gambino o sino all’osservazione incantata
dell’ultima brillante pittura di Donati. Lì dove mancò la vista supplì la
parola e dove ci fu colore nacque poesia.
A fine lettura ci resta Stefano
Donati, colmo del suo colore acrilico e resinoso che aggredisce la realtà, in
difesa del suo sogno d’artista. È evidente come il pensiero di Donati nelle
opere proposte superi ogni classico formalismo per diventare vivida sensazione.
Egli mostra di sapere, in tutta coscienza, che non si possono dipingere i
profumi di Pesco in fiore (2017) o i suoni
delle sue Tempeste magnetiche (2017)
o gli affetti e i sentimenti evocati da Effluvi
lunari (2017), né le paure o traumi richiamati da Vortici (2016), ma sa
altresì di poter riprodurre, in vibrazioni cromatiche pieni di energia ed
intensità ogni sensazione di bellezza, di armonia o di dolore o dell’orrido
primordiale che ad esempio possiamo cogliere, rispettivamente, nel graffio
armonioso e brillante di Implosione (2017)
e di Big Bang (2017). Allo stesso
modo, Pinella Gambino, nelle sue liriche riesce a trasmette con pari intensità
emotiva immagini piene di colore e fortemente evocative di figure umane: “Drappi
invisibili / arabescano il tuo volto / e mulinelli sollevano dal fondo /
ricordi…” (Madre). La sua capacità
lirico - narrativa è piena di forza e sa introdurre il lettore in atmosfere che
rivelano aspetti drammatici dell’animo umano: “Si ribellò cruenta al non amore /
negando gli occhi all’ego sconfinato…” (Non amore).
Gli stessi potenti sentimenti
trasmettono i suoi paesaggi, “Tacque il mare, richiamando a sé il flutto /
mentre la rena… / del sole rifiutò l’ultimo raggio” (Incubo). La parola nei versi dell’autrice, assume toni così densi e
pastosi che al lettore appassionato appare davvero unico lo specchio in cui si
guardano due arti sorelle: l’acrilica Pittura di Stefano Donati e l’intensa e
morbida Poesia di Pinella Gambino. Nell’autrice poi tale gioco è così
consapevole che invoca l’aiuto del pittore amico invitandolo a portarle luce
con i suoi pennelli poiché “… conforto cerchi al par di me / alle sopraffazioni
della sorte / …” e ancora lo esorta “…
sfida le ombre, dissolvile / nell’iridato mare e, con magico tocco / colora i
versi che scrissi anche per te, / fidato amico.” (Tu, Pittore).
Anna Castrucci
Nessun commento:
Posta un commento