domenica 26 maggio 2019

UGO FOSCOLO: "ALLA SERA"

Ugo Foscolo












ALLA SERA

Forse perché della fatal quïete
Tu sei l'imago a me sì cara vieni
O sera! E quando ti corteggian liete
Le nubi estive e i zeffiri sereni,

E quando dal nevoso aere inquïete
Tenebre e lunghe all'universo meni
Sempre scendi invocata, e le secrete
Vie del mio cor soavemente tieni.

Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme

Delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
Quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.



1 commento:

  1. Una delle liriche più note di Ugo Foscolo. Un sonetto, che presenta le figure retoriche dell'enjambements, delle antitesi, delle metafore, del chiasmo e mette in luce, per adottare un ossimoro, il tema della morte, sempre caro a quest'Autore, sotto forma di 'fatal quiete'. Il tema è ripreso nelle terzine, in quanto per il Foscolo la fine di un giorno, forse di ogni giorno, è paragonabile a una piccola morte, ed egli attenda e desidera la sera proprio in virtù di questa allegoria. Il Poeta, infatti, è teso alla morte in qualità di riposo dai dolori dell'esistenza.La sua visione potrebbe definirsi materialistica,ma come non considerare romantica l'idea di una morte che metta a tacere le burrasche della sua anima? I classici rappresentano esempi di altissima Poesia e nel rileggerli si scopre spesso la nostra pochezza. Grazie di quest'altro dono.
    Maria Rizzi

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