Firenze,
25 aprile 2019
Per
Rossano Onano
Anna Vincitorio, collaboratrice di Lèucade |
Mio caro amico,
ieri con un cielo cupo e la
pioggia, ho saputo che non eri più tra noi. Ti ho pensato a lungo e ho
avvertito la tua presenza, dolce, caustica e ironica a un tempo; ancora vitale
nel tenero verde di questa bizzarra primavera.
L’amicizia
non si spenge per i colpi del destino; resta la testimonianza del
nostro essere stati ed essere
ancora. Non so quale sarà il sembiante da te scelto; per me resti parola
vibrante.
Ricordo
il nostro primo incontro a Firenze, alle Muse nel 2012. Ti
precedeva la tua notorietà e
il tuo generoso partecipare. Eri circondato da Signore del mondo letterario. Tu
gentilmente prendevi i loro libri. Mi feci avanti e ti consegnai Il richiamo
dell’acqua.
Poi
partisti alla volta di Reggio Emilia. Nel giro di una sola settimana mi
è giunta la tua risposta: “il
suo libro era quello che maggiormente mi incuriosiva, attratto dalla fama del
suo nome e dalla comune frequentazione con la Genesi Editrice. La sua poesia ha
una forza lirica e una profondità direi metafisica…che sinceramente le invidio.
La chiusa ‘Al limitare del giorno’ mi ha tenuto impegnato per tutto il resto
del viaggio”.
Questo
tuo bellissimo commento alla mia poesia assume adesso per me
valore di commiato alla tua
figura perché “Nasce da un piccolo sole,/ quello del ricordo/ Lontano le ombre/
nei meandri dell’acqua/ che fu madre all’inizio/ Il sipario è calato/ Sopra un
tetto di stelle”.
La
nostra amicizia si è consolidata con scritti e scambi reciproci. Non ti
sottraevi mai quando ti
chiedevo una indagine psicologica sui miei racconti, frutto di tormentate e
irrisolte visioni oniriche. Rispondeva lo psichiatra e l’artista e mi avvolgeva
la tua ampia competenza legata al colore e alla pittura.
Alcune
tue parole sono rimaste in me: – “Rimane fortunatamente il
mistero irrisolto del colore
della copertina ‘rosa’ come il sangue slavato”. Parla il medico con la
sensibilità dell’artista. Tu, intuitivo maestro, sapevi cogliere l’atmosfera:
“il già visto”. Hai saputo con le tue parole darmi certezze nate da stima
reciproca, sensibilità, amicizia. Le tue lettere sono qui, accanto a me
sparpagliate sul tavolo. Hai saputo penetrare la mia anima e ti sei più volte
soffermato su alcune poesie anche da me predilette come Per Mauro del
1986. È l’uomo, lo psichiatra, il poeta che parla. Così la tua indagine mi ha
arricchito e coinvolto dandomi certezze. Mi ha aiutato a credere in me. Con
riferimento alla poesia suddetta tu scrivi: “dialogo fra l’Io e i fantasmi
introiettati dell’Io è tormento e affetto dell’anima”.
Non
posso non ricordare i tuoi collegamenti con la pittura a te congeniale.
Associasti la figura femminile
di un mio racconto Blu a Balthus, dicendomi: – Il perché
dell’accoppiamento, infatti mi è ignoto. Balthus era un grandissimo. –
Grazie
Rossano, la tua parola mi ha sempre protetto, aprendomi la strada
per procedere. Conservo e
rileggo i tuoi interventi su “Pomezia Notizie” e “Vernice”. Fanno scuola; sono
spontanei e privi di retorica.
Amico,
voglio credere che la tua mente e il tuo cuore non ci abbiano
abbandonato ma restino
tangibili nel mondo che ci circonda come un vento inquieto di primavera.
Tutto
il mio ricordo e l’orgoglio di esserti stata amica.
Anna
Vincitorio
Non sapevo della scomparsa di Rossano Onano. Ora, questa toccante testimonianza di Anna Vincitorio mi reca la triste notizia.
RispondiEliminaCon Rossano abbiamo avuto modo di conoscerci personalmente ma si è trattato di un incontro fugace, seguito però da diversi scambi epistolari e dagli immancabili auguri che ci scambiavamo per le festività.
Mi unisco al commosso ricordo di un grande intellettuale che ha lasciato sicuramente, nel cuore di chi lo ha conosciuto e nella letteratura, un segno indelebile,
Sandro Angelucci
La morte di Rossano Onano, comunicataci con vera commozione da Anna Vincitorio, mi scuote, mi addolora.
RispondiEliminaLo conobbi nel 2010 a Pontinia. Faceva parte della giuria che mi assegnò il primo premio al "Città di Pontinia". C'era pure Gianni Rescigno in quella giuria; e Barberi Squarotti ... Tutte voci che la morte ha strappato alla poesia.
Conserviamole nella nostra mente. Con gratitudine.
Pasquale Balestriere