venerdì 17 maggio 2019

NAZARIO P. LEGGE: " IL CALCIATORE E' UN FINGITORE" DI G. P. STEFANONI

 
Gian Piero Stefanoni Il calciatore è un fingitore 20 e più poesie sul giuoco del calcio www.LaRecherche.it


“Danzano prima del tocco a chiamare il battito, i bambini attendendo la palla, gli occhi distesi fra il compagno e la strada. In loro è ancora il Brasile e la sragionata arte del non punteggio, del cielo quei pochi metri fra il calzettone e il tiro. Sarà la tattica a vincerli poi, a disperderli via dal traffico; lanciati a un’altra vita, lanciati a un altrui ordine.”.
E’ così che inizia questa plaquette di Gian Piero Stefanoni dedicata al gioco del calcio. Chi di noi non ha tirato una pedata  ad una palla, magari su campi improvvisati, o per strada col rischio di sbucciarsi un dito o peggio. L’Autore con ritmi di palpabile emotività affronta l’argomento non solo a livello sportivo-competitivo, ma a livello personale, emotivo, poetico, come si percepisce da subito dalla poesia testuale. Allora tutto era spontaneo, impulsivo, demandato al divertimento, ad uno sfogo giovanile, anche alla voglia di primeggiare su compagni di squadra o avversari; poi la cosa si sarebbe fatta professionale, per chi fosse riuscito a sfondare, ma di sicuro si sarebbero perse tutte quelle motivazioni poetiche alla base della partitella; di un confronto che ci vedeva anche azzuffarci, impettiti come pavoni, ma per poi fare pace e tornare ad essere giovani spontanei, senza alcun interesse venale. Si poteva passare dal calcio, con la palla di sugatto o di stralci, al gioco della trottola, o a quello del rimpiattino, della corsa. Si tornava a casa sporchi e malmessi, si poteva anche buscarne da babbo o da mamma. Ma eravamo felici, perché non ancora corrotti dal gioco della vita. In questa silloge l’autore con versi spigliati  e di euritmica valenza riesce a concretizzare emozioni di un giorno, un’ora, un tempo che ci ha visti tutti quanti correre spavaldi in un prato che ha ospitato  un‘innocenza smarrita. Tutto si snocciola su un  percorso vissuto con passione dal prologo all’entrata, dal secondo tempo al fuori campo, alla postazione…  Si incontrano partite e personaggi che hanno avuto un ruolo determinante nella storia gloriosa del nostro sport nazionale, da tifosi o sportivi. E sinceramente, in alcuni punti, la memoria mi ha riportato ad avvenimenti in cui io stesso non  riuscivo a vedere fino in  fondo la partita: battiti cardiaci alle stelle, preghiere all’alto dei cieli, giuramenti e salti in aria ad una voce che ripeteva: “Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo; il cielo si fa  blu come le maglie dei nostri eroi…”. Stefanoni corre da vero appassionato:  LA PRIMA. BORUSSIA-INTER, STELLA MATTUTINA*, SANDRO MAZZOLA, LAZIO-VERONA (1972-73), MONACO ’74,…  ITALIA-POLONIA, FRANCESCO ROCCA,… ROMA-TORINO,… PONTE MILVIO, … PAULO ROBERTO (FALCAO),… fino a FUORI CAMPO: “Ora è sintetica l’erba, asciugata e seccata la terra. Il corpo- nella testa un animale nell’adeguo della movenza. Pure, dal branco ogni giorno un segnale al cerchio del tuo centrocampo. “Resta figura distesa al comando del mondo minuto. Arretra nel giusto, disponiti al lancio”. 20 e più poesie, arricchite da immagini vivide e preziose, che segnano tappe fondamentali di un sentimento affidato a personaggi, campi, squadre… di un tempo che ha fatto la storia.   

Nazario Pardini

4 commenti:

  1. Caro Nazario che gioia e che sorpresa questo tuo trasporto con cui hai accompagnato nel sudore e nella storia la mia discesa tra retrovie e attacchi del cuore e del campo. Hai unito splendidamente competenza critica a dettaglio sportivo, epifania del senso a rincorsa del gesto. Come sempre grazie alla tua splendida e non sempre scontata attenzione. Un abbraccio dagli spogliatoi. Gian Piero

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  2. Grazie per questa bella recensione che ho letto dalla panchina.

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  3. Non ho letto il libro e, ovviamente non sono un'esperta in materia, ma Nazario, con la consueta capacità esegetica, rende chiara l'idea della Silloge di Gian Piero Stefanoni, che è l'omaggio emotivo più che tecnico al gioco del calcio di un tempo. L'espressione 'di un tempo' mi ha resa interessata al testo, senz'altro molto particolare. I giocatori e le sfide citate dal nostro Condottiero riportano al football autentico, diversissimo da quello attuale, che rappresenta il giro di milioni di euro più alto nella nostra società. L'autore parla di 'danza' e ogni grande atleta conosce l'arte di danzare nella propria disciplina, di renderla un'esperienza di passione prima che di competizione.
    Bellissima l'idea di regalare suggestioni al lettore tramite questo sport, che è senz'altro il più seguito in Europa. Ringrazio Gian Piero Stefanoni, che non ho l'onore di conoscere e il nostro Nazario per averci donato questa perla di originalità.
    Maria Rizzi

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  4. Grazie cara Maria per questo bel riscontro, sì Nazario ha colto bene la natura del testo. Se mi fai avere tramite lui la tua mail ti invio il testo. Un abbraccio.

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